(Adnkronos) – “Un organo di controllo unico a livello nazionale per vigilare sui fondi erogati alle strutture sanitarie, al fine di evitare un totale tracollo della sanità pubblica e di quella privata accreditata e autorizzata”. Lo chiede l’Uap, l’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, attraverso il suo presidente, Mariastella Giorlandino. Sul tema l’Uap terrà una conferenza stampa il prossimo 11 novembre, alle 16 alla Camera.
“E’ bene ricordare che i rimborsi delle prestazioni previste per le strutture sanitarie pubbliche sono gli stessi di quelli previsti per la sanità privata accreditata, che non hanno più subìto aggiornamenti da oltre 30 anni e, conseguentemente, non sono più sostenibili per le strutture sanitarie, soprattutto per quelle pubbliche nelle regioni in piani di rientro”, rimarca Giorlandino in una nota. “Per tali ragioni – spiega – l’Uap, a difesa delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e autorizzate, ritiene indispensabile una regia unica di controllo per tutto il territorio nazionale, al fine di vigilare sui fondi erogati e sui progetti realizzati, per garantire trasparenza nell’applicazione delle norme, così da tutelare le aziende italiane sane nell’erogazione delle attività sanitarie, secondo i giusti percorsi autorizzativi e nel rispetto della normativa di settore, evitando favoritismi di lobby, come invece avvenuto per le cosidette ‘farmacie dei servizi’ che agiscono con una mera autorizzazione comunale alla vendita di prodotti, privi quindi di autorizzazioni regionali all’esercizio delle attività sanitarie, privi degli oltre 420 requisiti richiesti dal D.Lgs. n. 502/1992 e senza assunzione di responsabilità civili e penali nell’erogazione dei propri servizi sanitari”.
Durante la conferenza stampa saranno affrontati i seguenti punti: 1) La nomina di un organo di controllo a livello nazionale per vigilare sui fondi erogati; 2) L’adeguamento dei fondi per la sanità italiana; 3) Il decreto Trasparenza; 4) Le aggregazioni per le strutture che erogano meno di 200mila prestazioni; 5) La necessità che tutti coloro che erogano prestazioni sanitarie ripettino i requisiti previsti dal D.Lgs. n. 502/1992″.