(Adnkronos) –
Farmaci antidiabetici dimagranti negati ai bimbi che ne hanno bisogno. Accade negli Stati Uniti, dove le assicurazioni sanitarie rifiutano in molti casi di coprire i costi della liraglutide, benché autorizzato anche in età pediatrica dalla Food and Drug Administration. A denunciarlo è uno studio presentato al Congresso annuale dell’Endrocrine Society ‘Endo 2024’, che si apre oggi a Boston.
Liraglutide è uno degli agonisti del recettore Glp1 (Glp1Ra), famiglia di medicinali che la rivista ‘Science’ ha eletto ‘Breakthrough of the Year 2023’, l’innovazione scientifica più significativa dell’anno. Della stessa classe fa parte semaglutide (Ozempic*, Wegovy*), farmaco diventato ‘trendy’ dopo che diverse star di Hollywood hanno ammesso di assumerlo per perdere peso e molecola ‘jolly’ nel portafoglio dell’azienda dei record Novo Nordisk, che ne ha comunicato di recente le potenzialità salva-cuore e la sta testando – o la testerà – contro nuove condizioni patologiche: dalle malattie epatiche a quelle renali, fino all’alcolismo.
E’ tra i fiori all’occhiello del gruppo danese anche liraglutide (Victoza*, Saxenda*), protagonista del lavoro illustrato al meeting Usa. Gli autori hanno indagato sull’impatto del farmaco nella vita reale, studiando 599 bambini di età media 15 anni ai quali era stato prescritto il Glp1Ra. Tre quarti soffrivano di diabete di tipo 2 e il 58% aveva un’assicurazione pubblica. “Abbiamo riscontrato che l’assicurazione ha negato il farmaco al 64% dei pazienti con obesità e al 32% dei pazienti con diabete 2”, riferisce Gabriel Castano del Texas Children’s Hospital Baylor College of Medicine di Houston, a capo della ricerca. Questo, avverte, “limita gravemente l’uso dei questi farmaci nei bambini che ne hanno veramente bisogno”.
Nel dettaglio – emerge dallo studio – nei ragazzini con diabete di tipo 2 le assicurazioni private hanno negato il 54% delle prescrizioni e il programma federale Medicaid il 27%, mentre nei pazienti senza diabete 2 le percentuali di prescrizioni negate salgono al 55% e al 69% rispettivamente.
Gli autori rilevano problemi anche quando il farmaco riesce effettivamente a essere assunto. La terapia con liraglutide prevede di cominciare con una dose più bassa, aumentandola gradualmente fino a raggiungere quella completa. Ebbene, dal lavoro risulta che il 33% dei bambini con diabete di tipo 2 ha impiegato più tempo di quanto raccomandato per raggiungere la dose prescritta e che il 17% non l’ha mai raggiunta. Quanto ai pazienti obesi, meno della metà è riuscita ad arrivare al dosaggio prescritto. “Ciò ha implicazioni cliniche significative – chiarisce Castano – poiché i miglioramenti attesi con l’uso di Glp1Ra nel controllo del peso e della glicemia sono probabilmente dose-dipendenti”, quindi “se i pazienti non riescono a raggiungere la dose prescritta, facilmente non sperimenteranno tutti gli effetti benefici del farmaco”. Sul fronte sicurezza, la maggior parte dei ragazzini che hanno assunto liraglutide non ha manifestato eventi avversi o ha avuto solo effetti collaterali lievi. Tuttavia, 2 pazienti hanno sviluppato una grave pancreatite: un evento avverso mai segnalato prima, puntualizza Castano.
“La nostra ricerca – conclude il coordinatore riassumendo le osservazioni raccolte – mostra che i farmaci Glp1Ra sono difficili da ottenere per i pazienti che ne hanno bisogno, che i pazienti” che riescono ad assumerli “potrebbero non essere in grado di raggiungere il dosaggio raccomandato e che potrebbero essere possibili ulteriori effetti collaterali rispetto a quanto riportato in precedenza”.