(Adnkronos) – “Gli specialisti oncologi, quali riferimento preferenziale dei pazienti, hanno l’importante funzione di raccomandare tutte le vaccinazioni, quali quelle contro pneumococco, herpes zoster, papillomavirus, oltre naturalmente quello contro il Covid”. Così Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), durante l’evento dal titolo: “La vaccinazione del paziente oncologico. Nuove opportunità per la sanità pubblica”’, oggi al ministero della Salute, promosso dalle società scientifiche di infettivologi (Simit), igienisti (Siti) e oncologi (Aiom) con il contributo non condizionato di Gsk.
“Per la somministrazione dei vaccini riteniamo che debba essere sempre il medico oncologo a farsene carico, sia nella fase acuta del trattamento farmacologico che nel follow up”, ha detto Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione associazioni di volontariato in oncologia (Favo). Durante il dibattito – organizzato nella settimana mondiale dell’immunizzazione (24-30 aprile) e alla vigilia della 17ma giornata del paziente oncologico (12-15 maggio) – è stata posta la questione dell’importanza di garantire le vaccinazioni al malato oncologico, sia nella fase di trattamento acuto, che in quella di follow up, cioè per le persone guarite.
“I vaccini, soprattutto per i malati di cancro, sono un salvavita, a cominciare da quello contro l’influenza- ricorda De Lorenzo -. Le associazioni sono fortemente impegnate a sostenere l’inderogabile necessità di assicurare ai malati di cancro la prevenzione secondaria e terziaria, troppo spesso trascurate, anche al fine di ridurre il carico delle malattie neoplastiche per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale”.
Secondo il presidente di Favo, “per la somministrazione dei vaccini” dovrebbe “essere sempre il medico oncologo a farsene carico, sia nella fase acuta del trattamento farmacologico che nel follow up”, mentre “le Reti oncologiche devono assicurare la presa in carico complessiva del malato di cancro attraverso il collegamento ospedale territorio e il pieno funzionamento del fascicolo elettronico”. Come ricorda De Lorenzo, “la vaccinazione è fondamentale anche per i giovani adulti malati di cancro e per le persone libere da malattia e guarite nella fase di follow up, considerato che molto spesso permane lo stato di fragilità”.
“Abbiamo imparato molto da questi due anni di pandemia – aggiunge Cinieri -. Il tema delle vaccinazioni fa parte della nostra cultura sanitaria e risulta ancora più strategico nel paziente oncologico che è particolarmente suscettibile a infezioni causate da diversi agenti patogeni. La risposta immunitaria in questi soggetti – spiega l’oncologo- è più debole, in quanto sia la chemioterapia sia la radioterapia, molto frequentemente, inducono neutropenia e leucopenia, ovvero un abbassamento delle difese immunitarie, rispettivamente in neutrofili e leucociti”.
Sempre sulla scorta di quanto sta avvenendo con la vaccinazione anti-Covid, l’oncologo sottolinea la necessità di mantenere e rafforzare le corsie preferenziali in favore dei pazienti oncologici specie negli ambulatori vaccinali ospedalieri e l’importanza della prevenzione. “Aiom -spiega Cinieri – quale società di riferimento grazie al suo osservatorio privilegiato, deve essere di stimolo e aiuto anche ai decisori politici nell’identificare politiche sanitarie sia nazionali sia locali in favore dei bisogni di migliaia di nuclei familiari che vivono assieme ai propri cari questa pagina di vita”. L’oncologo si riferisce, in particolare all’importanza del mettere in campo non solo le strategie che possono aiutare a prevenire il rischio di insorgenza di un tumore, ma anche di continuare i percorsi di screening, di cura e di follow up, che in molti casi si sono interrotti con la pandemia.