Vaccini, Pavesi (Lombardia): ‘Regione in campo contro Covid, influenza e Zoster’

(Adnkronos) –
Migliorare i dati relativi alla copertura vaccinale dell’adulto e offrire un’adeguata protezione contro influenza, Pneumococco, Herpes Zoster e Covid. È uno degli obiettivi della Regione Lombardia che affronta la stagione autunnale con un’ampia offerta di prevenzione rivolta soprattutto alla popolazione con più di 65 anni. “Il Covid-19 ha dimostrato quanto sia strategico raggiungere una copertura adeguata, e altrettanto vale per il vaccino antinfluenzale – sottolinea Giovanni Pavesi, direttore generale Welfare della Regione Lombardia -. Alla luce di ciò, la Regione Lombardia considera figure strategiche il medico di famiglia e il pediatra per poter raggiungere gli obiettivi di sanità pubblica relativi alle vaccinazioni. Però – avverte – dobbiamo migliorare i dati relativi all’adulto, che sia o meno a rischio”. 

Alle spalle, infatti, abbiamo una fase pandemica che ha insegnato quali strategie siano più efficaci sul piano organizzativo, specie per proteggere i soggetti più fragili. Ma resta ancora molto da fare sul fronte della vaccinazione dell’adulto: il Rapporto Osmed del 2021, infatti, riporta che la spesa totale per i vaccini in Italia è stata pari a 562,5 milioni di euro nel 2020, però per l’antinfluenzale, lo pneumococco 23valente e l’herpes zoster sono stati spesi solo 108 milioni di euro. Al dato corrisponde una copertura parziale della popolazione adulta over 65 a livello nazionale: per l’antinfluenzale è stato raggiunto il 63% a fronte di un obiettivo indicato dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 del 75%. Lo stesso identificato per il vaccino anti-pneumococcico 23valente che però è stato somministrato solo al 3% dei destinatari. Marginale è pure il target raggiunto per l’herpes zoster: solo l’1% contro un obiettivo del 50%. Per rispettare le indicazioni di copertura, solo queste vaccinazioni richiederebbero un investimento di 2,4 miliardi di euro in più, pari al 229% rispetto a quanto speso finora.  

Le strategie adottate in fase di emergenza sono quindi diventate strumenti tramite i quali perseguire la crescita della popolazione coperta, secondo le indicazioni dei parametri nazionali e regionali. “La Lombardia ha raggiunto dei risultati molto buoni nel fronteggiare il Covid”, ha ricordato Pavesi, aggiungendo: “I grandi centri vaccinali hanno permesso di fare economia di scala, ma anche di offrire la massima accessibilità da parte dei cittadini. Non restiamo fermi però solo a questa soluzione: sta infatti aumentando il numero di farmacie abilitate alla somministrazione, e il loro apporto consente di essere molto capillari sul territorio. Inoltre, l’ambulatorio del medico di medicina generale per la Regione resta un luogo di vaccinazione da sostenere, specie se parliamo di antinfluenzale”.  

“Oggi – prosegue Pavesi – tra gli hub per la gestione di grandi numeri di persone e luoghi di somministrazione diffusa, compreso il servizio a domicilio per i fragili e i non trasferibili, riusciamo a rispondere in modo rapido alle esigenze del momento. Senza dimenticare il ruolo della co-somministrazione: è una modalità sicura ed efficace, che aiuta la sostenibilità del modello organizzativo lombardo. Infatti, dalla scorsa stagione è possibile offrire insieme il vaccino contro l’influenza e quello contro il Covid”.  

Per i soggetti anziani e fragili, inoltre, sono a disposizione le case di comunità, considerate dalla Regione come centri di salute e prevenzione, cui va aggiunto il ruolo medico specialista, abilitato alla somministrazione dei vaccini per i pazienti vulnerabili. Sul territorio svolgono un ruolo primario anche le Rsa e i centri per le persone disabili, che insieme ammontano a circa 80mila posti per tutta la Lombardia. “Sono le strutture che garantiscono le coperture più alte: con la quarta dose booster abbiamo raggiunto il 90% degli ospiti – riprende Pavesi -, ma anche per gli altri vaccini vogliamo offrire la migliore copertura. Contro l’herpes zoster, ad esempio, ora è a disposizione un nuovo vaccino che consente di proteggere persone con patologie e co-morbilità. In queste strutture abbiamo ospiti che fanno vita comunitaria, quindi con ulteriore necessità di essere protetti”. 

In generale, resta prioritario per tutta la cittadinanza, specie per chi ha più di 65 anni, migliorare la protezione contro la cosiddetta ‘triade maledetta’, ovvero influenza, pneumococco e herpes zoster. L’invito alla popolazione in target in regione Lombardia non passa però tanto dalla chiamata attiva, quanto da una continua campagna informativa. “Siamo impegnati nel diffondere una cultura della vaccinazione, che resta un atto volontario – conclude Pavesi -. Dobbiamo informare non solo il cittadino, ma anche il medico di famiglia, le Rsa, gli ospedali, gli specialisti. Miriamo a raggiungere i parametri indicati dal ministero della Salute e ottenere l’immunità specialmente per la popolazione a rischio. Lo scopo è di ridurre decessi e ospedalizzazioni, che incidono negativamente anche sui costi sanitari. Perciò l’autunno ci vede in prima linea nel far crescere la conoscenza nell’opinione pubblica, in primis sul fronte Covid e influenza”. 

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