Variante Omicron covid: cosa sappiamo, cosa dice l’Oms

Variante Omicron del covid, cosa sappiamo finora? A intervenire sul tema nel tardo pomeriggio di ieri è stato l’Oms, precisando che la mutazione si troverebbe ora in “almeno 23 Paesi” e tracciando un possibile scenario, quello della trasmissibilità maggiore rispetto alla variante Delta. Incertezza invece sui sintomi, “da lievi a gravi” spiegano gli esperti, mentre si delinea la mappa dei contagi in Europa. Intanto, sul fronte vaccini, si fa il punto sull’efficacia contro la variante e sulla necessità o meno di ricorrere alla terza dose o ad un vaccino ad hoc. 

“Uno degli scenari è che il virus, che continua a evolversi, potrebbe aver guadagnato dei vantaggi. Questo significa che potrebbe essere diventato più trasmissibile. Più trasmissibile di Delta. E’ quello che dobbiamo vedere”. “Ci aspettiamo di avere maggiori informazioni sulla trasmissione di Omicron nel giro di giorni, non settimane”. E’ il quadro tracciato dall’epidemiologa Maria Van Kerkhove, esperta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha aggiornato sulle informazioni disponibili sul nuovo mutante in questo momento, durante il periodico briefing con la stampa sulla situazione Covid nel mondo. 

“Dal punto di vista della gravità della malattia – ha continuato l’esperta che è a capo del gruppo tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità per il coronavirus – abbiamo visto report di casi di Omicron che vanno dalla malattia lieve a quella più grave, abbiamo indicazione che alcuni dei pazienti si presentano con malattia lieve, ma è ancora presto” per trarre conclusioni. “C’è anche un’indicazione di un aumento di ricoveri in Sudafrica, ma potrebbe essere legato al fatto che abbiamo più casi e se tu hai più casi hai anche più ospedalizzazioni. Quindi, riguardo alla gravità della malattia da Omicron gli studi sono in corso” per capire di più. Non sappiamo ancora abbastanza sulla gravità” della malattia provocata da questa variante. Ma, ha concluso Van Kerkhove, va ricordato che “più il virus circola e più infettivo sarà, e più questo virus infetta più moriranno persone. E questo può essere prevenuto. Tutto quello che stiamo facendo per la variante Delta può essere fatto per Omicron. Dobbiamo agire ora”. 

“L’emergere della variante Omicron” del covid “ha comprensibilmente catturato l’attenzione globale. Almeno 23 paesi di cinque delle sei regioni dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno ora segnalato casi di questa variante e prevediamo che il numero cresca”. A dirlo è stato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “L’Oms – ha assicurato – prende questi sviluppi estremamente sul serio, e così dovrebbe fare ogni Paese. Ma tutto questo non dovrebbe sorprenderci. Questo è ciò che fanno i virus. Ed è ciò che questo virus continuerà a fare, finché gli permettiamo di continuare a diffondersi”. 

L’Oms, spiega il Dg Tedros, “continua a chiedere di ottimizzare la misure sociali e di sanità pubblica e di garantire che le persone ad alto rischio e vulnerabili in tutti i Paesi siano immediatamente vaccinate. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che abbiamo già a che fare con una variante altamente trasmissibile e pericolosa: la variante Delta, che attualmente rappresenta quasi tutti i casi a livello globale. Dobbiamo usare gli strumenti che già abbiamo per prevenire la trasmissione e salvare vite da Delta. E se lo facciamo, impediremo anche la trasmissione e salveremo vite da Omicron”. Chi non lo farà “non fermerà nemmeno Omicron”. 

Anche “i divieti di viaggio generalizzati non impediranno la diffusione internazionale di Omicron e rappresentano un pesante fardello sulle vite e sui mezzi di sussistenza”, continua. 

Il Dg Oms ha ringraziato nuovamente il Botswana e il Sudafrica “per aver rilevato, sequenziato e segnalato questa variante così rapidamente. È profondamente preoccupante per me – ha affermato – che quei Paesi siano ora penalizzati da altri per aver fatto la cosa giusta. Chiediamo a tutti i Paesi di adottare misure di riduzione del rischio razionali e proporzionate, in linea con il Regolamento sanitario internazionale. Ciò include misure per ritardare o ridurre la diffusione della nuova variante, come lo screening dei passeggeri prima del viaggio e/o all’arrivo, o l’applicazione della quarantena ai viaggiatori internazionali”. 

“A livello globale -ha continuato il dg -, abbiamo un mix tossico di bassa copertura vaccinale e pochi test: una ricetta per ‘allevare’ varianti, e amplificarle. Ecco perché continuiamo a sollecitare i Paesi a finanziare completamente” la piattaforma “Act Accelerator, per garantire un accesso equo a vaccini, test e terapie in tutto il mondo”. 

Salgono a quota 59 i casi confermati di variante Omicron di Sars-CoV-2 nell’Ue/Spazio economico europeo (See). Dall’ultimo aggiornamento fino a martedì scorso, se ne sono aggiunti 15 ulteriori, spiega il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc. I casi sono stati segnalati da 11 Paesi Ue/See, tra cui l’Italia, Paese per il quale vengono conteggiati 4 casi confermati di Omicron. Gli altri sono: Austria (3), Belgio (2), Repubblica Ceca (1), Danimarca (4), Francia (1 a Réunion), Germania (9), Paesi Bassi (16), Portogallo (14), Spagna (2) e Svezia (3), secondo informazioni provenienti da fonti pubbliche. 

Sono stati segnalati anche numerosi casi probabili in tutta la regione, ma sono ancora in fase di indagine, puntualizza l’Ecdc. La maggior parte dei casi confermati ha una storia di viaggi in Paesi dell’Africa meridionale, alcuni che hanno preso voli in coincidenza in altre destinazioni tra l’Africa e l’Europa. Tutti i casi per i quali sono disponibili informazioni sulla gravità erano asintomatici o lievi. Ad oggi non ci sono stati casi gravi e nessun decesso riportato tra questi casi. 

Fuori dall’Ue/See casi di Omicron sono stati segnalati da 12 Paesi e territori: Australia, Botswana, Brasile, Canada, Hong Kong, Israele, Giappone, Nigeria, Arabia Saudita, Sudafrica, Svizzera e Regno Unito. 

Mentre i contagi legati alla variante aumentano, ricercatori di numerosi paesi sono al lavoro per delineare il quadro legato a Omicron: sintomi, malattia e – ovviamente – efficacia del vaccino. Le prime indicazioni, al momento non sostenute da cifre, arrivano da Israele, paese ‘locomotiva’ nella campagna di vaccinazione. Tre dosi di vaccino contro il covid sembrano proteggere da Omicron, a giudicare da quanto dice il ministro della Sanità Nitzan Horowitz. In Israele sono stati fino a ora confermati quattro casi di positività alla variante. “Nei prossimi giorni avremo informazioni accurate sull’efficacia del vaccino contro Omicron, ma c’è già spazio per l’ottimismo, e ci sono indicazioni iniziali per cui coloro che sono stati vaccinati con un vaccino ancora valido o con un booster saranno protetti anche dalla variante”, ha affermato. 

Se dovesse presentarsi la necessità di adattare i vaccini anti-Covid approvati nell’Ue alla variante Omicron del Sars-CoV-2, l’Ema potrebbe autorizzarli nel giro di “tre-quattro mesi, a partire dall’inizio del processo di cambiamento”, precisa dal canto suo la direttrice esecutiva dell’Ema Emer Cooke, in audizione alla commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles. 

“Siamo preparati – dice Cooke – sappiamo che i virus mutano e che a un certo punto ci sarà una mutazione che comporterà che dobbiamo cambiare l’approccio attuale. Per questa ragione, abbiamo approvato delle linee guida per le compagnie, nel febbraio dell’anno scorso: non abbiamo dovuto ancora usarle, ed è per questo che non ci sono vaccini variati sul mercato finora, perché in realtà i vaccini attuali hanno dimostrato di essere efficaci contro le varianti in circolazione in Europa”. 

I vaccini esistenti contro il Covid potrebbero essere molto meno efficaci contro la variante Omicron del virus, l’allarme lanciato dall’amministratore delegato di Moderna, Stephane Bancel, in un’intervista al Financial Times, secondo il quale l’elevato numero di mutazioni del nuovo ceppo della proteina Spike e la rapida diffusione della variante lasciano pensare che i vaccini attuali dovranno essere modificati il prossimo anno. 

“Penso che ci sarà un calo materiale (di efficacia, ndr). Non so quanto, perché dobbiamo aspettare i dati. Ma tutti gli scienziati con cui ho parlato… dicono ‘questa cosa non va bene'”, ha affermato Bancel. 

Moderna e Pfizer sono intanto all’opera per modificare eventualmente il vaccino e contrastare la variante. Moderna potrebbe impiegare mesi per completare la missione, come spiegato da Bancel. L’efficacia degli attuali vaccini contro la variante Omicron non è nota. Per tamponare l’eventuale emergenza, l’azienda potrebbe rendere disponibile in tempi brevi una dose booster da 100 microgrammi: “La dose più elevata potrebbe arrivare rapidamente. Potremmo decidere di fornire una dose più elevata del vaccino attuale per proteggere magari i soggetti ad alto rischio, gli immunodepressi, e gli anziani” che “potrebbero aver bisogno di una quarta dose”. 

La Biontech, partner di Pfizer nella produzione dell’altro vaccino mRna, annuncia l’avvio dello sviluppo di un vaccino adattato come “misura cautelativa”. La ricerca che andrà avanti in parallelo con lo studio della natura della nuova variante Omicron. “Per evitare di perdere tempo, stiamo perseguendo questi due obiettivi in parallelo fino a che non saranno disponibili dati e che non avremo altre informazioni per determinare se il vaccino contro il Covid attualmente disponibile ha effettivamente bisogno di essere adattato o no”, spiega la portavoce dell’azienda in una intervista alla Dpa. “L’obiettivo di questo approccio è quello di muoverci velocemente, nel caso sia necessario un nuovo vaccino specifico per una variante”. 

“Abbiamo presentato una richiesta alla Fda per estendere l’autorizzazione all’uso di emergenza di una dose di richiamo del nostro vaccino Covid-19 ai ragazzi di 16 e 17 anni. La nostra speranza è di fornire una forte protezione a quante più persone possibile, in particolare alla luce della nuova variante”, twitta l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. 

Johnson & Johnson valuterà il suo vaccino anti-Covid e per farlo sta testando il siero del sangue dei partecipanti agli studi sul richiamo completati e in corso, così da verificare l’attività neutralizzante contro il nuovo mutante. Allo stesso tempo l’azienda Usa sta lavorando a un vaccino specifico contro la variante Omicron e lo porterà avanti a seconda delle necessità. E’ quanto ha spiegato J&J in una nota in cui fa il punto sulle attività relative al nuovo mutante. 

Dalla comparsa della pandemia di Covid, si legge nella nota, “Johnson & Johnson ha monitorato da vicino le nuove varianti emergenti di Covid-19. In collaborazione con gruppi accademici in Sudafrica e in tutto il mondo, l’azienda ha valutato l’efficacia del suo vaccino per diverse varianti, compresa la nuova variante Omicron che si sta diffondendo rapidamente. Omicron, sottolinea Mathai Mammen, Global Head di Janssen Research & Development, J&J, “evidenzia l’importanza di sorveglianza continua, test e vaccinazioni per prevenire i ricoveri e i decessi da Covid. Restiamo fiduciosi nelle robuste risposte immunitarie umorali e cellulo-mediate generate dal vaccino di Johnson & Johnson contro il Covid, dimostrate dalla durata e dall’ampiezza della protezione contro le varianti riscontrate finora negli studi clinici”. 

Ma, ha aggiunto l’esperto, “non ci limiteremo a questo. Basandoci sulla nostra collaborazione di lunga data con gli scienziati sul campo in Sudafrica e sugli studi di efficacia nella pratica clinica in corso con il vaccino di Johnson & Johnson contro il Covid, lavoreremo insieme per generare nuovi dati su Omicron. In parallelo, abbiamo iniziato a lavorare per progettare e sviluppare un nuovo vaccino contro Omicron e lo porteremo rapidamente avanti negli studi clinici, se necessario”. 

(Adnkronos)