Covid, Bertolaso: Lombardia verso la zona rossa

MILANO –  La Lombardia rischia di entrare in zona rossa, i dati, purtroppo, non lasciano infatti molta speranza, anche se molti Comuni già sono diventati color arancione rinforzato con regole strette, i provvedimenti potrebbero non bastare.

I numeri dei nuovi contagiati crescono complice soprattutto la variante inglese. E i colori delle diverse zone d’Italia potrebbero mutare di ora in ora, non solo quelli della Lombardia, quindi.

“Tutta Italia, tranne la Sardegna, si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa – commenta Guido Bertolaso, consulente del presidente di Regione Lombardia per il Piano Vaccinale – La Lombardia, per quello che ha passato nei mesi scorsi, è più vulnerabile rispetto ad altre regioni, è fuori discussione che bisogna vaccinare. Bisogna andare a Bruxelles a battere i pugni”.

Prima Brescia e provincia, poi la provincia di Como, diversi Comuni in provincia di Cremona, di Mantova, Pavia e in particolare quelli intorno a Milano, hanno sorpassato la soglia di guardia dei 250 casi settimanali per 100mila abitanti, dopo la quale scattano le misure rafforzate.
L’aumento dei contagi deriva dalla rapidissima diffusione delle varianti, ieri la vice presidente Moratti ha dichiarato che il 64% dei positivi è variante inglese, ieri a Brescia isolata la variante nigeriana. E proprio a Brescia il continuo aumento di casi sta portando le strutture ospedaliere a chiedere aiuto agli altri ospedali lombardi per accogliere i pazienti.

In aumento anche tutte le terapie intensive. Come riportato dal Corriere, ieri le T.I. hanno segnato l’aumento più consistente dell’ultimo periodo, +13. Per un totale di 476 ospedalizzati, dei quali 57 nell’ospedale Fiera Milano.

Lo di diceva nella prima ondata “Non deve cadere Milano” e anche oggi, nella terza ondata, o prima ondata delle varianti, come la definiscono alcuni, si ha la necessità di proteggere Milano.  “Bisogno stare attenti perché – dichiarano gli epidemiologi – una città come Milano, con più di 1 milione 300mila abitanti potrebbe moltiplicare la diffusione del virus a una velocità non gestibile. I numeri di oggi dicono 1.026 casi, di cui 431 a Milano città.

A ieri, ancora lontani dalla soglia dei 250 per 100mila abitanti. Tutto dipenderà dalla velocità di diffusione. Un modo per cercare di evitare che i numeri peggiorino potrebbe essere quello di applicare lockdown mirati e maggiori restrizioni nelle zone messe peggio, così da fermare tutto intorno a Milano e lasciare libera la città. Partendo da questa idea tre Comuni erano divenatti rossi: Bollate, Mede e Viggiù. In queste prime tre zone rosse si sono visti dei risultati che lasciano ben sperare. I cittadini stanno ricevendo il vaccino in anticipo e i casi sono già scesi in modo rilevante.

Alessia Melegaro, docente della Bocconi e membro della Commissione indicatori, ha spiegato che “quella di chiudere per micro aree estendendo il cuscinetto ai comuni limitrofi resta l’unica strategia possibile. In passato, ragionando per macro aree si è perso tempo. Questa è una partita a scacchi in cui non si possono più rimandare le decisioni”.
Il nuovo monitoraggio è atteso per venerdì 5 marzo, con la nuova cabina dell’Istituto superiore di sanità.

Se il valore dell’Rt, se dovesse superare l’1,25 si potrebbe parlare dell’entrata in zona rossa di tutta la Lombardia.

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