Ponte di S.Benedetto Po: “per proseguire i lavori bisogna rinunciare alla passerella”. Chiusura al traffico di 100 giorni

L'ex biblioteca monastica già con parecchia gente ancora prima dell'inizio dell'incontro

SAN BENEDETTO PO – L’ex biblioteca monastica era piena di gente fin da parecchio prima che prendesse il via l’incontro con le istituzioni per fare il punto sulla situazione della realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po. In particolare per capire se lo stallo della costruzione del tratto in golena, con il contratto tra Provincia, stazione appaltante, e Toto Costruzioni ancora da firmare, può essere superato e come (vedi anche: Ponte di S. Benedetto Po, “lo stallo non è per i soldi che mancano ma per questioni giuridiche legate all’appalto”). Al tavolo dei relatori il presidente della Provincia Carlo Bottani con il dirigente del Settore Lavori Pubblici dell’Ente Antonio Covino, il consigliere regionale Alessandra Cappellari e i sindaci di San Benedetto Po Roberto Lasagna e di Bagnolo San Vito Roberto Penna. L’attesa è tanta come la delusione della maggior parte dei presenti quando la Provincia illustra la soluzione ipotizzata, presentata come “l’unica soluzione che permette di superare i problemi giuridici legati al contratto.
Bisogna rimanere con i costi dei lavori del tratto di ponte in golena sotto il 50% dei 24 milioni di euro del tratto in alveo (a cui si sono aggiunte le altre voci che sono andate a completare il quadro economico) dunque si deve stare sotto i 12 milioni. L’unica possibilità, viene spiegato, è rinunciare alla realizzazione del ponte provvisorio, la cosiddetta “passerella” che avrebbe consentito il passaggio delle auto durante le fasi di demolizione dell’attuale ponte. Praticamente si partirebbe con la costruzione del nuovo ponte in golena che, una volta finito, verrebbe congiunto con quello in alveo. Solo nelle fasi finali di questa operazione prenderebbe il via la demolizione del manufatto attuale e, solo una volta completata quest’ultima, tutto il ponte nuovo verrebbe traslato in posizione definitiva. Tale operazione comporterebbe la chiusura completa al traffico per un periodo di 100 giorni contro i 25 del progetto che prevedeva la passerella provvisoria, e i timori che i 100 giorni possano diventare molti di più, visti i pregressi del cantiere, ci sono tutti. Lo sottolinea il sindaco Roberto Lasagna che dichiara” quando un ponte è chiuso è chiuso. Qualsiasi cosa poi possa accadere rimane chiuso”. Di fronte però al fatto che quella senza passerella sia stata presentata come l’unica soluzione possibile, Lasagna vuole guardare avanti e dichiara: “purchè non si perda altro tempo, si firmi il contratto e si inizi a lavorare. Sono passati cinque anni da quando Maroni ha dato il via ai lavori del ponte e dopo cinque anni abbiamo solo il tratto in alveo. Non vorrei che ci si dovesse mettere altri cinque anni per fare quello in golena. Sarebbe un netto fallimento della politica, così come lo sarebbe se si dovesse ricorrere a un commissario per costruire il ponte”.
Molto amareggiati dalla soluzione prospettata anche i responsabili del Comitato Vogliamo il Ponte Paolo Vicky Lavagnini e Manuela Braghiroli che dichiarano: “ci rassegniamo alla soluzione ipotizzata che già costringe a un grande sacrificio con la chiusura al traffico di tre mesi, ben sapendo che questo periodo potrebbe anche aumentare, nonostante le rassicurazioni di Provincia e Regione sul fatto che ciò non accadrebbe”.
E il Comitato fa notare anche che ora bisogna che Toto accetti e firmi questa soluzione, cosa che non è così scontata anche se a questo punto l’unica alternativa rimarrebbe quella di rimettere a gara i lavori per la parte in golena. La delusione del Comitato è anche per il tanto, troppo tempo perso. Manuela Braghiroli, che conosce con precisione assoluta tutte le fasi e le date che hanno contraddistinto la vicenda del ponte sin da 2013, ricorda che il progetto illustrato stasera non è altro che “quello dello Studio Polaris datato 17 dicembre 2018. Da allora ci sono stati altri progetti con i loro costi che si sono aggiunti ai tanti costi che negli anni si sono sommati”.
Adesso tutta l’attenzione si sposta su Toto. Bisogna vedere se l’azienda accetterà subito la soluzione prospettata che prevede un quadro economico di circa 18 milioni di euro complessivi, o se invece le cose andranno diversamente. A ottobre 2021 del resto Provincia e Toto avevano annunciato in una conferenza stampa che l’accordo era stato raggiunto e che la firma del contratto sarebbe stata questione di pochi giorni. Sappiamo poi come è andata.