A Palermo la Settimana Alfonsiana, ospiti magistrati e studiosi

(Adnkronos) – Dal prossimo 28 settembre, e fino al 30 settembre, torna a Palermo la Settimana Alfonsiana, giunta alla 26esima edizione. Il tema scelto da padre Nino Fasullo, anima storica della Settimana di studi, è un brano di Luca 12,56-57: “Ipocriti, sapete riconoscere l’aspetto della terra e del cielo, e questo tempo come mai non lo riconoscete? E perché non discernete da voi stessi ciò che è giusto?”. “Un testo aperto, tra i più impegnativi del Vangelo. Mostra Gesù di Nazaret che invita, anzi spinge “le folle” – discepoli inclusi – a uscire dall’inerzia e riconoscere “questo tempo” di uomini e di donne in cerca di libertà e di giustizia – dice padre Fasullo – Un Gesù coinvolto nella realtà umana fino al collo: solidale e non rassegnato alle ingiustizie: e al fatto che la giustizia arrivi con troppo ritardo. Un Gesù che insiste e non demorde. E provoca con domande stringenti: di quelle che la pace la tolgono non la danno”. “Basti vedere i righi immediatamente precedenti le parole del nostro tema: “Sono venuto a gettare un fuoco sulla terra… Credete che sia venuto a mettere pace? No, vi dico, ma la divisione. D’ora in poi cinque in una casa saranno divisi: tre contro due e due contro tre, padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre”. Un Gesù paradossale e sferzante, da non ignorare o travisare. Vuole che la gente si decida per una libertà responsabile. È uomo – per la fede è anche il Figlio di Dio – di scelte coraggiose non ambigue. Sa mettersi in gioco – finirà in croce – in favore dei poveri: degli uomini che nelle città, nella vita, privi di tutto, non contano nulla. Le sue parole appaiono talvolta difficili, dure (Gv 6,60), perfino scandalose agli “ipocriti”: gli uomini dell’indifferenza e del quieto vivere, che non rischiano mai. Che credono di potere stare fuori o al di sopra di tutto. E di “questo tempo”. Abbiamo qui non un Gesù che scandalizza, ma un Gesù che si scandalizza di chi non decide di compromettersi per “ciò che è giusto””.  

“Sembra questo, infine, il senso delle domande “disperate” di Gesù sul non riconoscimento del tempo presente così drammaticamente bisognoso di pace – dice Nino Fasullo – Di pace donata e accompagnata dalla giustizia. O qualcosa impedisce il riconoscimento di “questo tempo”? Forse la paura, un eccesso di condizionamenti. Il discorso di Gesù non è qui un comandamento. Non presenta particolari contenuti. Sempre l’etica ha bisogno di libertà: figurarsi il Vangelo! Il discorso di Gesù postula qui uno stile nuovo contrassegnato dall’accoglimento della domanda: “E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto [fare]?”. 

Tra gli ospiti della Settimana Alfonsiana i docenti universitari Guido Corso e Salvo Di Piazza, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, la Procuratrice generale di Palermo Lia Sava, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e il giornalista Piero Melati.  

 

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