(Adnkronos) – Gli azzurri del curling a punteggio pieno nelle prime quattro prove di Pechino 2022 riaccendono i fari su uno degli sport più curiosi della famiglia del ghiaccio. E allora vale la pena anche focalizzarsi sull’origine delle “stones”, i pietroni tondi con il manico, usate dagli atleti, anche queste con particolarità del tutto fuori dall’ordinario. Per cominciare, vengono tutte da una minuscola isola al largo della Scozia, Aisla Craig, parco naturale disabitato ma che fin dal 1851 è la cava da cui l’unico produttore, la famiglia Kays, ricava le stones. E ancora più curiosamente ne ha anche la forma a panettone schiacciato.
Solo su quest’isola, proprietà privata dei marchesi Kennedy ma data in affitto fino al 2050 alla Reale società per la protezione degli uccelli, si trovano i due graniti utilizzati, “Blue Hone” e “Common Green”, il primo il più pregiato. La struttura dei due graniti è particolarmente impermeabile, e la ragione per cui vengono preferiti sta nella loro maggiore resistenza alla rottura in seguito all’azione invasiva dell’acqua che ghiacciandosi spacca la pietra. Lo status di isola protetta consente all’azienda produttrice, Kays of Scotland, di cavare rocce un quantità limitata e solo ogni 10 anni: l’ultimo nel 2013, con 2.000 tonnellate ricavate. Le stones della Kays sono le uniche riconosciute ufficialmente sia dalla World Curling Federation sia dal Cio.