(Adnkronos) – “Lui ha segnato il passaggio dalla prima Repubblica al populismo” è stato “il primo artefice del populismo, precedendo in questo lo stesso Trump. Ha poi sdoganato la destra-destra, ha creato quello che viviamo oggi nella politica italiana, che è frutto della sua prima scelta populista”. Così Achille Occhetto, intervistato dall’AdnKronos, commentando la scomparsa di Silvio Berlusconi. “Se la destra non avesse partecipato a quell’orgia iniziale non si sarebbe rafforzata come si è poi rafforzata, lui è stato un mallevadore della destra”, sottolinea.
Quindi l’ultimo segretario del Pci e autore della Svolta della Bolognina, torna al confronto televisivo che lo vide di fronte a Berlusconi, appena sceso in campo, il 23 marzo del 1994 nella trasmissione elettorale ‘braccio di ferro’ andata in onda su Canale 5. “Quella sfida televisiva me la ricordo bene, io fui molto pacato, a differenza di Berlusconi, che invece lanciò da lì le sue prime stoccate populiste, la prima fu che c’era ancora il pericolo comunista, quando ormai il comunismo era invece già crollato su scala internazionale”. Quel dibattito televisivo per molti ha dato il via alla ‘seconda Repubblica’: “Il nostro confronto del ’94 fu un bell’incontro, Berlusconi fu decisivo per la mia vita politica”, dice oggi Occhetto.
“Io – sottolinea – ragionavo secondo la politica vera, quella imparata negli anni precedenti, lui creò una politica che rompeva le regole, e inventava le cose, indipendentemente da ogni logica”. “Un democristiano – ragiona l’uomo che cambiò nome al partito comunista – in quel momento non avrebbe mai detto che c’era il rischio del comunismo in Italia, visto quello che era successo a Berlino e Mosca, con il crollo del muro e del comunismo in Unione sovietica”. “Con Berlusconi ci fu uno squassamento delle regole della politica che conoscevamo fino a quel momento”, sottolinea Occhetto.
“In politica estera – riconosce l’ex leader Pds – aveva un certo istinto, come l’interesse per il Mediterraneo, con dei momenti positivi, ma come nella politica interna, non c’è una linearità politica che lo contraddistingue, nella Dc l’atlantismo era per esempio stemperato da posizioni autonome, come fecero Fanfani e Moro, che si misero in contrasto con gli Stati uniti, una politica estremamente aperta con i palestinesi ad esempio. Berlusconi balza sugli eventi, a volte in modo positivo, a volte in modo negativo, senza alcuna continuità di linea politica”.
Achille Occhetto esprime quindi il “cordoglio alla sua famiglia, il nostro rapporto sul piano umano – ricorda – non è mai stato sgradevole, da parte mia non ho mai fatto attacchi sulle questioni personali o morali, ma il mio giudizio politico rimane molto contrario all’opera svolta, che non ritengo positiva per il Paese”, conclude.