(Adnkronos) – “La vaccinazione pneumococcica ci difende gratuitamente, e in modo molto efficace, da quella che è la malattia infettiva che colpisce di più l’anziano, la polmonite, una ‘amica’ molesta perché provoca danni terribili. La conquista della longevità passa anche attraverso un utilizzo delle vaccinazioni in generale e di quella antipneumococco in particolare, insieme a stili di vita sani per garantirsi una lunga vita in buona salute”. A dirlo all’Adnkronos Salute il geriatra Roberto Bernabei, presidente di Italia longeva, l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, a margine della presentazione, oggi a Roma, del Consensus paper “per un nuovo modello di gestione che possa garantire una longevità in buona salute alla popolazione italiana”.
“La polmonite pneumococcica uccide ogni anno migliaia di anziani ma non fa notizia. In pochi la conoscono e in pochissimi si vaccinano”, spiega Bernabei. “Alla scarsa informazione – continua – si affianca il mosaico di soluzioni operative messe in atto dalle Regioni, in assenza di indicazioni univoche sulle tipologie di vaccini da utilizzare e con quali modalità e tempistiche, per massimizzare la protezione offerta agli anziani in base a ciò che ci dice la scienza. Ma il vero cambio di marcia – sostiene il geriatra – non potrà realizzarsi senza la completa informatizzazione dell’anagrafe vaccinale, in grado di darci in qualunque momento un’istantanea dei nuovi casi e delle coperture raggiunte, per meglio programmare l’offerta vaccinale e correggere il tiro laddove necessario”.
“La totale assenza di una comunicazione strategica rivolta ai cittadini è uno dei principali problemi legati all’elevata sotto-erogazione della vaccinazione anti-pneumococcica”, aggiunge Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di Igiene (Siti). “La promozione, a livello nazionale, di una campagna di informazione sulla polmonite pneumococcica e sulle opportunità di prevenzione offerte agli anziani attraverso la vaccinazione, insieme a una riforma organica dell’attuale modello organizzativo, può supportarci nel raggiungimento di un obiettivo che la comunità scientifica ritiene prioritario: innalzare le coperture vaccinali degli over 65 ai livelli auspicati dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali”, sottolinea Siliquini.
“La mancanza di dati relativi alla vaccinazione anti-pneumococcica è un problema significativo, perché è solo partendo dai dati che si possono attuare strategie sanitarie efficaci e consapevoli”, afferma Walter Ricciardi, docente d’Igiene e Medicina preventiva, università Cattolica del Sacro Cuore. “Il sistema informativo sulle coperture vaccinali realizzato in epoca Covid, messo in piedi in tempi record, dovrebbe sollecitare i decisori a implementare un meccanismo idoneo anche per questa vaccinazione. Attraverso il potenziamento dell’anagrafe vaccinale sarebbe possibile avere accesso a dati importanti sulle coperture e misurare i benefici derivanti dalla vaccinazione”.
È necessaria “una riorganizzazione del sistema di accesso alla vaccinazione anti-pneumococcica per superare gli attuali bias organizzativi e culturali”, dichiara Graziano Onder, Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, ortopediche e reumatologiche, Fondazione Policlinico universitario Gemelli Ircss di Roma. “I tempi sono maturi per ragionare sull’opportunità di somministrare il vaccino anti-pneumococcico attraverso la rete delle farmacie di comunità, nei setting della long-term care (Rsa e Adi) e in ospedale, raggiungendo così i pazienti ricoverati o che accedono alla struttura per visite e trattamenti ambulatoriali. In quest’ottica, sarebbe opportuno l’inserimento della vaccinazione anti-pneumococco all’interno dei principali percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (Pdta) che interessano l’anziano. Infine, la destagionalizzazione dell’offerta vaccinale potrebbe consentire di raggiungere una più ampia fetta di popolazione eleggibile e di realizzare l’obiettivo dell’innalzamento delle coperture vaccinali”.