Biden si ritira, chi sfida Donald Trump? Cosa succede ora

(Adnkronos) –
Joe Biden ritira la candidatura per le elezioni del 5 novembre. Il presidente degli Stati Uniti non sfiderà Donald Trump per la Casa Bianca e non andrà a caccia del secondo mandato e ha espresso il proprio sostegno a Kamala Harris, attuale vicepresidente. La decisione annunciata oggi 21 luglio lascia vuota la casella del candidato democratico: cosa succede ora? Chi sceglieranno i dem? Qual è l’iter per indicare il nuovo candidato? 

 

La vicepresidente Kamala Harris è la candidata principale per sostituire Biden. Nel partito, molti esponenti hanno già espresso parere favorevole alla sua discesa in campo come numero 1 del ticket. La nomination di Harris, che nei sondaggi non ottiene risultati sensibilmente diversi rispetto a Biden, non è automatica. Il partito può scegliere un’altra figura, magari un governatore, e in ogni caso la nomination diventerebbe ufficiale solo con la convention.
 

In quella sede, il voto dei delegati potrebbe premiare un altro nome. L’ipotesi di una convention ‘aperta’, senza una chiara indicazione, sarebbe una situazione rara ma non unica: si è già verificata nel 1968. Ovviamente, questa ipotesi impegnerebbe il partito in una contesta interna che rischierebbe di pesare sul voto di novembre. 

Biden ha espresso un endorsement immediato per Harris – imitato a stretto giro da numerosi esponenti dem – ma la posizione del presidente non inciderà in maniera decisiva sulla nomination. Il Comitato nazionale democratico potrebbe avviare una procedura all’inizio di agosto per indicare il ticket e arrivare quindi con due nomi a disposizione della convention, in programma dal 19 agosto. Non si può escludere, però, che in quella sede vadano in scena delle reali ‘primarie’. 

Il presidente della convention democratica, Jaime Harrison, afferma che il partito “intraprenderà un processo trasparente e ordinato” per scegliere un candidato. “Il processo sarà regolato da norme e procedure stabilite dal partito. I nostri delegati sono pronti ad affrontare con serietà le proprie responsabilità per consegnare in maniera fluida un candidato al popolo americano. A breve, il popolo americano sarà informato dal partito democratico sui prossimo passi e sull’iter per la nomination”. 

 

L’uscita di scena di Biden prima della nomination incide anche sulla gestione dei fondi raccolti sinora dal presidente. Secondo il Washington Post, che cita pareri di legali e funzionari. Biden potrebbe cedere il controllo delle risorse a Harris, visto che il nome della vicepresidente compare nei documenti consegnati alla Commissione elettorale federale. 

Dall’area repubblicana, però, questa ipotesi viene definita puramente teorica: secondo Charlie Spies, un legale di primo piano, servirebbe una nomination formale prima di procedere al passaggio di consegne nella gestione dei finanziamenti. Il partito democratico, inoltre, potrebbe scegliere un candidato diverso da Harris. In quel caso, la campagna di Biden potrebbe trasferire i fondi al Comitato nazionale democratico o ad un ‘super comitato’ che intende sostenere il nuovo ticket per la Casa Bianca. 

I principali finanziatori Dem hanno già espresso il loro sostegno a Kamala Harris, come riferisce la Cnn sulla base delle informazioni fornite da tre fonti. Diversi donatori avevano contattato il team della vicepresidente Harris per farle sapere che sarebbero stati disposti a sostenerla se si fosse candidata. ”Se qualcosa cambia, noi siamo lì per te”, aveva detto uno dei principali donatori. 

Le donazioni più ingenti alla campagna per la rielezione di Biden si erano ridotte notevolmente nelle settimane successive al dibattito sulla Cnn con Trump e alla conseguente crisi di fiducia nel Partito Democratico. 

Secondo una fonte coinvolta nelle discussioni, i grandi donatori che avevano trattenuto gli assegni a causa delle preoccupazioni sulla candidatura di Biden hanno improvvisamente iniziato a contattare i loro consulenti, esprimendo la loro disponibilità a donare alla campagna. 

 

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