Biden: “Vergognosa richiesta Corte penale internazionale arresto per Netanyahu”

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“La richiesta del procuratore della Corte penale internazionale di mandati d’arresto per leader israeliani è vergognosa”. E’ quanto afferma Joe Biden in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca in cui condanna con forza il procuratore della Corte penale internazionale , Karim Khan che ha chiesto alla Corte di autorizzare mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yahya Sinar, e altri esponenti israeliani e di Hamas. 

“Lasciatemi essere chiaro: qualsiasi cosa questo procuratore possa implicare, non c’è nessuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas”. “Noi staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”, conclude il presidente americano. 

La Corte penale internazionale ha chiesto, tramite il suo procuratore Karim Kahn, che i giudici emettano mandati di arresto internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sono ”profondamente preoccupato” dalle ”prove raccolte ed esaminate dal mio ufficio” spiega in un videomessaggio condiviso sui social.  

Una giuria della Corte penale internazionale esaminerà ora la richiesta di Khan per i mandati di arresto. Con i mandati di arresto chiesti nei confronti dei politici israeliani è la prima volta che la Cpi prende di mira il leader di uno stretto alleato degli Stati Uniti. 

Chiesto anche un mandato di arresto internazionale per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che, insieme a Netanyahu, è accusato da Kahn di vari crimini tra cui “sterminio, l’uso della fame come metodo di guerra, la negazione degli aiuti umanitari, trattamenti crudeli, atti disumani e la presa di mira deliberata della popolazione civile durante il conflitto”, seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre.  

Per quanto riguarda Hamas, invece, oltre che per Sinwar il procuratore capo della Cpi ha chiesto che venga emesso un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, il leader delle Brigate Al Qassem meglio conosciuto come Mohammed Deif, e Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas. Nei loro confronti le accuse sono di ”sterminio, omicidio, presa di ostaggi, torture, stupro e violenza sessuale durante la detenzione”. 

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