Brexit, Johnson: “Un successo anche oltre le mie aspettative”

La Brexit “è stata decisamente un successo e anzi è andata anche meglio di quanto mi potessi aspettare sotto tanti punti di vista”, ha affermato il premier britannico, Boris Johnson, oggi a Roma per il G20, in una intervista a Sky Tg24. “È stata innanzitutto un percorso democratico, la cosa giusta democraticamente parlando per il mio Paese”.  

“La cosa è stata abbastanza difficile da digerire per tanti amici, abbiamo una comunità italiana enorme e anche persone con cui si collabora che vivono in Inghilterra, sono migliaia e migliaia gli italiani che hanno richiesto di trasferirsi nel Regno Unito e ci sono circa sei milioni di cittadini europei che hanno preso la residenza nel Regno Unito. Ormai siamo al 10% di popolazione europea nel mio Paese, il problema è stato risolto”, ha aggiunto. “Dopodiché quello che vogliamo fare è un libero commercio con tutto il resto del mondo, anche con l’Italia. Sono trattative iniziate alcuni anni fa che stanno continuando e dobbiamo arrivare a degli accordi bilaterali appropriati con l’Italia. La nostra partnership con l’Italia è di grandissimo valore per noi”, ha detto Johnson. 

“La Difesa europea rimane di estrema importanza per noi, il Regno Unito si impegna a partecipare alla difesa del continente europeo, siamo i secondi più grandi contribuenti alla Nato dopo gli Stati Uniti, abbiamo delle forze che abbiamo dispiegato nelle frontiere orientali della Nato stessa. Io sostengo assolutamente quello che è l’insieme dei partner dell’Unione Europea che possono dare un contributo ancor più forte alla difesa collettiva, quindi a svolgere un ruolo ancora più importante, pertinente, insieme”, ha affermato ancora il premier britannico.  

“Sono in politica da tanto tempo, ne ho visti tanti di piani per quel che riguarda la difesa per quanto riguarda l’Unione Europea, però sono stati implementati difficilmente, bisogna ancora di più concentrarci su tutto quel corpus normativo che abbiamo, ivi compresa la Nato. La Nato garantisce la sicurezza del nostro continente e garantisce anche l’alleanza transatlantica e devo dire che la sicurezza è dipesa due volte da loro nell’arco degli ultimi cento anni”, ha aggiunto. 

“Bisogna essere molto modesti in questo momento” sul fronte delle aspettative per impegni presi per fare fronte ai cambiamenti climatici e “riconoscere quanto sia grande questa sfida”, ha sottolineato ancora. In questi anni, “dopo Parigi, c’è stata una sorta deviazione, siamo andati fuori strada. Bisogna tornare sterzare tutti insieme, tornare a percorrere questo sogno, ovvero questo limite dell’aumento delle temperature a 1,5 gradi”, ha aggiunto.  

“G20 e Cop26 potranno essere un successo, ma sarà un successo difficile. Dobbiamo essere molto onesti sui limiti” di quello che possiamo fare: “non possiamo bloccare il cambiamento climatico ed è anche impossibile fermare questo aumento della temperatura, ma faremo del nostro meglio per tenere viva questa speranza e limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi”. “Qui (al G20, ndr) e a Glasgow (per la Cop26, ndr) ci vogliono impegni per incentivare il tentativo di non usare più l’automobile, ridurre l’uso del carbone, investimenti, e per piantare milioni di alberi”.  

“Spetta a tutti i Pesi riunirsi e volercela fare. La Cina ha fatto grandissimi passi in avanti, annunciando lo stop della costruzione di nuove centrali a carbone all’estero, già qualcosa di positivo, gli Stati Uniti hanno preso un grande impegno per il finanziamento dei progetti green. Bisogna che tutti quanti si avvicinino al questa filosofia perché sono le popolazioni a richiedere una svolta, le persone a chiedere ai leader di risolvere il problema in tutto il pianeta”. 

“Il lockdown è stato l’unico strumento all’inizio (della pandemia, ndr). Adesso però abbiamo i vaccini. Quindi nel nostro Paese la cosa più importante da fare è proteggere le persone anziane e poi tutte quante le persone che hanno bisogno del vaccino”, ha affermato. Bisogna attivarsi, ha aggiunto, “appena arriva l’invito alla terza vaccinazione, terza dose che peraltro è molto efficace”. 

La location del Colosseo – in cui Sky Tg24 ha intervistato Boris Johnson – “l’ho scelta perché non solo è meravigliosa ma perché è una metafora potentissima. Si fa riferimento al rischio dell’umanità, al rischio dell’arroganza”. “Gli esseri umani pensano che il progresso sia sempre mono direzionale, che le cose vadano sempre verso un senso con la tecnologia. Nel quinto secolo d.c. il progresso si è fermato e siamo arrivati a vivere un’era scura e buia, speriamo che non ricapiti”. 

(Adnkronos)