Caos procure, Palamara: “Estraneo a corruzione, mai stato servo di nessuno”

“Oggi per la prima volta sono entrato nel merito dei fatti che mi vengono contestati e ho dimostrato documentalmente la mia estraneità a qualsiasi forma di corruzione, di non aver ricevuto pagamenti e di non aver pagato lavori di ristrutturazione. Mai sono stato il servo di nessuno e mai avrei potuto esserlo di Fabrizio Centofanti con il quale ho avuto un rapporto di frequentazione con magistrati e uomini delle istituzioni e non un rapporto di clandestinità”. A dirlo l’ex consigliere del Csm Luca Palamara che oggi nel corso dell’udienza preliminare ha reso dichiarazioni spontanee e si è sottoposto a interrogatorio. Per lui i pm di Perugia nella scorsa udienza hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione.  

“Non si possono ingannare i cittadini dicendo che ci sono state cene in cui si decidevano le nomine”, aggiunge. E in merito alle dichiarazione rese da Centofanti a giugno scorso, Palamara replica: “Ovvio che in questa fase chi è stato coinvolto cerchi di liberarsi ma io andrò fino in fondo per dimostrare la correttezza del mio operato”. 

DIFESA PALAMARA – “Le dichiarazioni di Palamara sono state accompagnate da una serie di documenti a riscontro di quello che ha dichiarato, ha ricostruito con precisione anche alcuni elementi temporali. Ha chiarito dunque di non aver mai asservito la sua funzione” dice l’avvocato Benedetto Buratti che, insieme a Roberto Rampioni e Mariano Buratti, difende l’ex consigliere Csm. 

Palamara, spiega il suo difensore, “si è voluto sottoporre a interrogatorio. Su Centofanti ha chiarito che era un rapporto non con il lobbista ma con l’amico – sottolinea il penalista – Ha chiarito inoltre che Centofanti non ha mai tentato di entrare nelle nomine o nelle funzioni esercitate da Palamara”. 

(Adnkronos)