Caso Grillo jr, l’allarme del Procuratore: “I pm non bastano”

(Adnkronos) – Sarà solo, domani, davanti al Tribunale di Tempio Pausania, il Procuratore capo della piccola procura sarda, a rappresentare l’accusa alla prima udienza del processo per stupro di gruppo a carico del figlio di Beppe Grillo, Ciro, e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Secondo l’accusa, i quattro giovani, nell’estate del 2019, avrebbero violentato una studentessa italo-norvegese di 19 anni, nella villa di Beppe Grillo, in Costa Smeralda. Sono sette i testi chiamati a deporre alla prima udienza. Tutti rappresentanti della Polizia giudiziaria che hanno fatto le prime indagini, dopo la denuncia della giovane vittima. In tutto sono circa 70 i testimoni che saliranno sul banco delle deposizioni. Capasso ha coordinato l’indagine sulla violenza sessuale sin dal primo giorno. “Ci sarò io senz’altro. Siamo talmente pochi…”, dice il magistrato in una intervista esclusiva all’Adnkronos. Ma del dibattimento non vuole parlare. “Non provi neppure… non ho alcuna intenzione di parlare di processi in corso”, taglia corto.  

Il Procuratore non nasconde, invece, le difficoltà, di dirigere un ufficio come quello di Tempio Pausania, con tre soli sostituti e una mole di lavoro enorme. “Se mi consente, la Procura di Tempio è un ufficio faticosissimo…”, confida il magistrato. E spiega: “Il nostro Ufficio copre un territorio ampio, importante e bellissimo, tra i più belli d’Italia, ma è gravato da un carico di lavoro enorme e da diversi processi delicati ed impegnativi cui deve far fronte con un personale talmente ridotto da far venire i brividi”. Tira fuori qualche dato: “Il mio è un ufficio di ‘piccole dimensioni’ con 3 giovani sostituti sui (soli) 6 previsti in organico che deve gestire affari e numeri qualitativamente e quantitativamente ‘sproporzionati’. Il personale amministrativo, il cui organico – teorico – è di sole 21 unità, causa trasferimenti e pensionamenti è attualmente ridotto ad 11 impiegati che, con enormi sacrifici, svolgono anche il lavoro degli “assenti”; e poi, soprattutto, sono totalmente assenti le figure dirigenziali: il più alto in grado è un cancelliere…”.  

Poi aggiunge: “Per darle l’esatta misura delle incombenze che gravano sull’Ufficio va detto che gli uffici di Procura svolgono servizi di natura amministrativa e civile oltre che attività nel settore penale”. “In particolare la Direzione Amministrativa ha il compito di coordinare i diversi servizi della Procura per i quali necessiterebbero quantomeno le figure pre-dirigenziali dei funzionari giudiziari. Ma a Tempio, in mancanza di figure dirigenziali e pre-dirigenziali, tutti i servizi sono diretti e coordinati dal sottoscritto. E’ applicato un solo funzionario per due giorni a settimana che viene da Sassari…”. Occorrerebbero tante risorse per la Procura di Tempio, dunque. “Sopperiamo in parte con personale di altre amministrazioni che tuttavia è convenzionato ‘a tempo’ e quasi sempre solo per alcuni giorni a settimana”, spiega Capasso. 

“Ho segnalato ripetutamente la situazione agli organi istituzionali e devo dire che sia la Procura Generale di riferimento che il Consiglio Superiore della Magistratura ci hanno sempre sostenuto applicando magistrati di altri uffici. Anche il nostro Ministero è impegnato nella ri-valutazione delle piante organiche degli uffici giudiziari per la risoluzione delle criticità segnalate”. E i processi e le indagini? “Ottima domanda…”, sorride il Procuratore. “Se vuole le espongo in breve alcuni dati”. E snocciola altri dati: “Per quanto riguarda il dato numerico quantitativo, negli ultimi 12 mesi il carico di lavoro complessivo gravante sulla Procura di Tempio, sommando i pendenti e i sopravvenuti nel periodo, è stato di circa settemila i soli procedimenti iscritti a carico di “noti” (mod. 21 e 21 bis) e oltre 5.000 per i procedimenti a carico di ignoti; le udienze penali previste in tabella sono almeno 64 al mese (escluse le straordinarie…) e poi ci sono i turni di reperibilità esterna che impegnano a rotazione i magistrati dell’ufficio 24 ore al giorno per un’intera settimana…”. 

Insomma, numeri importanti. “Ma voglio precisare che la enorme pressione sui pochi e giovani magistrati in servizio a Tempio non è, ovviamente, solo una questione di numeri in quanto riguarda anche l’aspetto qualitativo del carico dei procedimenti da gestire”. “Il territorio di competenza comprende il meraviglioso entroterra tempiese, ricco di percorsi e bellezze naturali, meta di turisti anche di provenienza internazionale ma anche, e soprattutto, un lungo, suggestivo ed importante tratto costiero, tutelato dal Parco Nazionale di La Maddalena e da due diverse aree marine protette, Tavolara e Capo Testa – Punta Falcone”. “Pensi che per i 3 scali portuali presenti nel nostro territorio (Olbia, Golfo Aranci, e S. Teresa di Gallura che è un porto internazionale) e per i due scali aereoportuali (Olbia), transitano oltre 5 milioni di persone l’anno… e gravitano interessi economici ed investimenti formidabili”. E ancora: “Il porto di Olbia, infatti, è il 1° porto turistico d’Italia per movimento passeggeri e il 2° in Europa dopo il Pireo”. 

“In un particolare periodo dell’anno (maggio-settembre) si registra uno straordinario incremento di presenze sul territorio, determinato essenzialmente da una popolazione turistica, anche di alto livello sociale, di provenienza nazionale ed internazionale, che coinvolge soprattutto la fascia costiera della Costa Smeralda, la Costa Corallina, la Costa Paradiso, Porto Taverna e l’Arcipelago della Maddalena”, aggiunge il Procuratore capo. 

“Questa massiccia presenza ha determinato e determina ingenti investimenti mobiliari ed immobiliari, la realizzazione di importanti attività produttive (chioschi, ristoranti, bar, discoteche…) e la realizzazione di prestigiosi complessi turistico – alberghieri”. “Tante persone, tanti investimenti, tanti interessi e tanto denaro… – aggiunge Capasso -Mi viene in mente una famosa frase espressa da Chi ha rappresentato per tanti di noi un esempio, un insostituibile punto di riferimento e che è parte della nostra storia e della nostra memoria…”. E cita ancora numeri: “Nell’ultimo triennio, la Procura di Tempio ha sottoposto a sequestro beni immobili di ingente valore, anche per maxi-lottizzazioni abusive, in circa 120 procedimenti”. “Abbiamo altresì individuato alcune insidiose forme di fallimento societario con connesse ipotesi di turbativa d’asta in riferimento a consistenti proprietà immobiliari delle imprese fallite ed articolate frodi consumate in alcuni casi anche attraverso operazioni di “esterovestizione”, fittiziamente riconducibili a società estere e finalizzate ad evadere il fisco che hanno comportato, tra l’altro, alcuni sequestri per beni di ingente valore economico (immobili, mobili tra cui yachts di lusso, contanti e conti correnti). Sul fronte “Codice Rosso”, nell’ultimo biennio “giudiziario”, abbiamo iscritto oltre 350 procedimenti a carico di noti”. 

“E visto che abbiamo parlato di transito di milioni di persone nel nostro territorio, per quanto riguarda i reati “comuni”, mi limito a segnalare, in particolare, tra gli altri, il traffico di droga che ha comportato sequestri per ingenti quantitativi di cocaina arrivati dal continente negli scali portuali di Olbia, Golfo Aranci e S.Teresa – dice ancora Gregorio Capasso – recentemente è stato sequestrato al porto di Olbia un quantitativo di 28 Kg di cocaina. Può bastare?”. 

E a proposito di “Codice Rosso”, basta curiosare sul sito internet della Procura di Tempio emerge il protocollo territoriale adottato sul tema dallo stesso Capasso. “Vero – dice – Abbiamo istituito il sito nell’aprile 2020. Il protocollo si riferisce in realtà ai soggetti di particolare vulnerabilità. Prima della pandemia avevamo iniziato a promuovere convegni, anche nelle scuole, ad adottare protocolli, parlare di legalità, argomento di cui abbiamo sempre fame…”. 

L’immobile sede dell’immobile sede della Procura non non sembra un ufficio giudiziario. “La nostra Procura, grazie alla cortese disponibilità dell’amministrazione Comunale di Tempio, che ci ha molto aiutato, è ubicata in un immobile che è un ex istituto scolastico che, grazie ad alcuni interventi finanziati dal Ministero della Giustizia, stiamo cercando di adattare alle esigenze di un ufficio giudiziario vero e proprio”, dice Capasso. 

Sulla riforma della giustizia firmata dalla ministra Marta Cartabia, il Procuratore Capasso non si vuole sbilanciare più di tanto: “Non compete a me dare giudizi che sono già stati espressi dagli organi rappresentativi della magistratura, CSM e ANM compresi. Occorre premettere che la riforma non è ancora stata approvata e quindi ogni giudizio potrebbe rivelarsi prematuro e incompleto. In ogni caso, la riforma Cartabia riguarda soprattutto aspetti ordinamentali e le procedure di nomina e funzionamento del Csm, non aspetti squisitamente giurisdizionali; incide essenzialmente sulle nomine e sulla carriera dei magistrati”. “Tuttavia, se adattiamo alcuni dei parametri individuati nella riforma ad un ufficio come la Procura di Tempio, è agevole rilevare che la professionalità del magistrato e le sue performance, qualitative e quantitative, non possono che valutarsi alla stregua delle risorse di cui egli può concretamente disporre”.  

“Gli uffici giudiziari sono gravati da pesanti responsabilità e sono quotidianamente subissati di richieste di ogni genere, anche da organi istituzionali – spiega Capasso – Le ricordo anche che gli uffici di piccole dimensioni, come la Procura di Tempio, non hanno una propria autonomia patrimoniale e per poter acquistare qualunque strumento devono essere preventivamente autorizzati e finanziati dagli organi istituzionali di riferimento. Il problema “giustizia” va dunque analizzato anche a livello strutturale: occorre quantomeno coprire i vuoti d’organico ed anzi ampliare le vecchie piante organiche del personale amministrativo e della polizia giudiziaria oltre ad assumere nuovi magistrati per adeguare il modello giustizia ad un sistema che sia in grado di fornire risposte celeri ed adeguate”. “Lo stesso Csm ha segnalato da tempo che mancano almeno 1.000 magistrati per coprire gli organici…”. 

Nei giorni scorsi la Magistratura Associata, espressione di tutte le correnti ha scioperato contro questa riforma. “Ovviamente ognuno di noi ha le proprie idee, il proprio retroterra culturale, il proprio “background”, come direbbero gli anglosassoni – replica Gregorio Capasso, magistrato di estrazione moderata – ma vorrei sottolineare che quando si parla di aspetti ordinamentali e di funzionamento del sistema giustizia non esiste una magistratura moderata ed altra magistratura”. ” Io ho fatto parte nel 2018 della giunta Anm Roma – Lazio, rappresentativa del distretto di Corte d’Appello più numeroso d’Italia e in sede di inaugurazione dell’anno giudiziario avevamo, già all’epoca, evidenziato che la giustizia non funzionava come avrebbe dovuto malgrado i magistrati italiani fossero tra i più produttivi d’Europa”. “In alcuni uffici vi è un’evidente sproporzione tra i carichi di lavoro e le risorse in campo… Il processo è una cosa seria e ci vuole tempo, studio e ponderazione per assumere decisioni giuste che hanno una ricaduta immediata sulla società civile”. “Dunque la qualità del servizio giustizia è imprescindibile e per garantirla occorre essere dotati di mezzi e di risorse adeguate”. 

All’ultimo concorso per magistrati agli esami scritti è passato solo uno strimnzito 5,7% degli aspiranti giudici. “Potrei agevolmente replicare che ciò comprova inequivocabilmente l’elevata qualità di coloro che superano il concorso in magistratura… In realtà, pur non entrando nel merito di situazioni che non conosco, vorrei sottolineare che, causa pandemia, si è trattato di un concorso “anomalo” con sole due prove scritte da espletarsi in 4 ore anziché nelle consuete 8 ore…”. Mentre, preferisce non parlare dei prossimi referendum in tema di giustizia, del 12 giugno. “Guardi non lo ritengo opportuno; il referendum è uno strumento previsto dalla nostra Costituzione. Mi limito ad osservare che, su questioni che attengono a profili ordinamentali e giurisdizionali del sistema Giustizia, per la specificità e il “tecnicismo” della materia, è necessario anche un costante confronto tra gli organi Istituzionali di riferimento per garantire il miglior sistema possibile”. 

La Magistratura viene da un momento difficile, ma Gregorio Capasso come vede la figura del “nuovo” magistrato? “Mi piace ricordare quello che dico sempre quando partecipo all’immissione in possesso dei nuovi giovani colleghi: il magistrato, per l’alta e delicata funzione che ricopre, deve distinguersi per la propria competenza e professionalità ma prima ancora per la disponibilità e l’equilibrio con cui svolge le proprie funzioni; e in tanti anni di servizio, oltre 33, di magistrati così ne ho conosciuti tanti”. (di Elvira Terranova) 

(Adnkronos)