Cibus, agroalimentare riparte. Di Maio: “Ruolo di traino durante il covid”

L’agroalimentare italiano ha svolto un “ruolo di traino per il Sistema Paese” durante la pandemia grazie al suo indiscusso primato di qualità, sicurezza alimentare, innovazione tecnologica, sostenibilità, biodiversità e rispetto del territorio e della tradizione”. Parola del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che oggi ha battezzato la ripartenza in presenza della 20esima edizione di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare, in corso fino al 3 settembre.  

“Cibus, che oggi riapre per la prima volta dal 2018, lancia dall’Italia un segnale di ripartenza forte e chiaro a livello internazionale” ha sottolineato il titolare della Farnesina. E i numeri del settore lo confermano. E’ sempre più vicino infatti, il traguardo dei 50 miliardi di euro di export nel 2021, come ha sottolineato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, durante il suo intervento all’assemblea della federazione da lui guidata. E “la produzione alimentare – ha aggiunto – non sarà da meno e potrebbe chiudere l’anno con un tasso espansivo attorno al 6,5%. Il fatturato, spinto anche dai prezzi alla produzione potrebbe arrivare attorno a quota 154 miliardi, con un incremento dell’8%”. “L’export agroalimentare è cresciuto del 10% e più nel primo semestre 2021 e il nostro impegno è quello di sostenere questo settore” ha rimarcato il presidente di Ice Agenzia Carlo Maria Ferro. 

Un “ruolo preminente” quello dell’industria di trasformazione alimentare che però per il leader di Confindustria Carlo Bonomi “non viene riconosciuto né dalla politica né dai media” come ha lamentato nel corso dell’assemblea di Federalimentare.  

Segnali di ripartenza e distensione si scorgono in una logica di filiera, in particolare dalla Gdo che “c’è ed è pronta a realizzare progetti capaci di abbracciare tutti gli attori del settore, dai partner agricoli a quelli industriali, per costruire insieme un nuovo modello di sistema agroalimentare” ha detto Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione. 

Il made in Italy alimentare però è sotto attacco e non sono mancati i riferimenti alle etichette a semaforo che l’Unione europea vorrebbe introdurre ma anche a causa dell’italian sounding, laddove la Farnesina sta conducendo “un’intensa azione di contrasto alla contraffazione dei beni italiani su scala mondiale. Pratiche dannose, come l’’Italian sounding’, hanno raggiunto dimensioni preoccupanti, specialmente nell’agroalimentare”. Un messaggio che Luigi Di Maio ha voluto lanciare nel corso dei suoi interventi.  

“Il settore agroalimentare ha voluto ripartire in presenza anche perché alcune proposte e alcuni prodotti non sono virtualizzabili – ha spiegato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – I numeri di Cibus 2021, come espositori è uguale, oltre 2 mila aziende, ma gli spazi sono ridotti del 25%. I visitatori saranno di meno ma più qualificati”. E’ quanto ha sottolineato Antonio Cellie ad Fiere di Parma, a margine di Cibus. “A questa edizione di Cibus però mancano i buyer dall’Asia: Giappone e Cina e anche dall’Australia. Abbiamo invece Corea e Usa che hanno mandato i broker. Inoltre – ha spiegato – abbiamo un’ottima presenza dalla Germania e dei ritorni dalla Francia e sono presenti anche molti buyer dal nord Europa”. Tra le altre presenze di spicco Russia, Medio Oriente e Sudafrica”. 

(Adnkronos)