Covid, Leali (homeschooling): “Scuole clandestine no vax? E’ attacco a istruzione parentale”

“Le critiche alle scuole clandestine no vax sono un attacco all’homeschooling, frutto delle scarsissime conoscenze che si hanno sull’istruzione parentale che può essere scelta dalle famiglie italiane secondo norma di legge”. Anche no-vax? “Il vaccino non è obbligatorio per nessuno ed il green pass non lo è per gli studenti, quindi neanche per chi fa scuola a casa”. Ad intervenire sulla denuncia di scuole clandestine no vax in Alto Adige è Sergio Leali, presidente di Laif, tra le principali associazioni di settore nata per volontà di alcune famiglie che attuano l’istruzione famigliare in Italia, che all’Adnkronos afferma: “mi sembra una montatura. Visto il momento storico è molto facile scivolare nell’esaltazione di un fenomeno con aspetti negativi di queste scelte sovradimensionati e virtuosi invece sottodimensionati”. 

“Non è possibile fare generalizzazioni senza conoscenze specifiche sui singoli casi – prosegue Leali – L’istruzione parentale si può espletare al di fuori delle mura domestiche attraverso scuole parentali che ripropongono lo schema scolastico; o tramite esperienze di istruzione familiare, che hanno tutta una serie di connessioni con la comunità. Ma sempre sulla base di due pilastri essenziali sanciti dall’articolo 33 della Costituzione: scienze libere in libertà di insegnamento; e linee generali d’istruzione individuate dallo stato, indicate a livello nazionale nel curriculum del 2012, aggiornato nel 2018 per quanto riguarda i parametri essenziali e minimi”.  

Si parla dell’eventualità di ispezioni alle cosidette scuole clandestine no-vax: “Questo è un termine poliziesco, un insulto all’educazione parentale. – esclama – Le ispezioni sono ammissibili solo se ci sono problematiche legate all’ordine pubblico. Il momento dell’accertamento è innanzitutto quello della comunicazione annuale da parte dei genitori al dirigente scolastico o al sindaco sulle capacità tecniche ed economiche della famiglia ad assolvere alla formazione dei figli; quindi quello della verifica che l’effetto del lavoro familiare abbia raggiunto quei traguardi ed obiettivi ritenuti fondamentali. Attenzione – sottolinea – non automaticamente revocabile per una bocciatura all’esame da privatista, così come una scuola non chiude se un alunno deve ripetere l’anno. Voglio ricordare – conclude il presidente di Laif – che i genitori sono in prima persona responsabili e si fanno carico di un lavoro non indifferente. Non ricorrono infatti ad un processo di delega forte come avviene nella scolarizzazione”.  

(di Roberta Lanzara) 

(Adnkronos)