Covid oggi Italia, “crescita contagi frena e Rt atteso a 1,23”

Frena la crescita dei contagi di coronavirus oggi in Italia, dove la variante Delta è ancora prevalente. La conferma arriva dal presidente dell’Istituto superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa sui dati del monitoraggio Covid-19.  

“Nella zona ombreggiata della curva, dove i dati sono più instabili, vediamo che c’è un segnale di lenta ripresa del numero di nuovi casi Covid. Guardando ai dati dell’ultima settimana, vediamo che c’è una crescita in molte regioni, anche se è un po’ più limitata rispetto alle settimane precedenti”, evidenzia Brusaferro.  

“La fascia d’età 10-29 anni è quella dove ci sono più casi, ma anche in questo caso la crescita c’è ma è più contenuta, e nelle ultime due settimane salgono pure i Comuni italiani dove c’è stato almeno un caso”, illustra l’esperto. “Ampia variabilità” nell’incidenza delle diverse regioni, che vanno da “poco più di 20 a 138,4 casi per 100mila abitanti”. 

“In termini di impatto assistenziale abbiamo una lenta crescita dei casi. In area medica abbiamo circa il 4% di occupazione dei letti rispetto al 2,9% della settimana scorsa. Invece nel caso della terapia intensiva siamo al 3% rispetto al 2,2% della settimana scorsa. Ci sono alcuni casi – spiega Brusaferro – che stanno sfiorando il 10%, ma ci sono valori molto diversi tra di loro nelle diverse regioni”. 

L’indice di trasmissibilità Rt puntuale dei sintomatici “ci porta questa settimana a una stima di 1,56, simile a quella della settimana scorsa. L’Rt proiettato una settimana più avanti” al 27 luglio, “mostra una previsione di decrescita intorno a 1,23. L’epidemia, va ricordato, si espande quando” questo valore “è sopra l’1. Abbiamo avuto un picco importante”, ma 1,23 è un dato “sempre di crescita”.  

Per quanto riguarda l’Rt ospedaliero “la stima è a 1,24”, fatta al 27 luglio, “ed è in decrescita, la scorsa settimana era a 1,46 – aggiunge il presidente Iss -. Significa comunque che il numero dei casi cresce anche se più lentamente. E’ comunque una situazione che richiede grande attenzione e i comportamenti delle persone sono uno dei fattori decisivi”. 

E ancora: “Continua a decrescere l’età mediana di chi contrae l’infezione” che questa settimana è a 27 anni. “L’età mediana al primo ricovero rimane piuttosto stabile. Questa settimana è a 52 anni. Anche l’età mediana in terapia intensiva è stabile poco sopra i 60 anni. L’età mediana al decesso è intorno agli 80 anni, molto variabile perché fortunatamente i decessi sono piuttosto limitati in questo momento”. 

Per quanto riguarda i vaccini, “rimane da segnalare che le fasce d’età più alte, quelle sopra i 60 anni, sebbene stiano crescendo” in termini di coperture vaccinali anti covid “lo fanno molto lentamente. Abbiamo ancora una percentuale del 16-17% di over 60 che non hanno fatto neanche la prima dose” e i non vaccinati “sopra i 50 anni d’età sono 1 su 4. E sono le persone in queste fasce d’età che, quando contraggono l’infezione, hanno un rischio più elevato di manifestare sintomatologia complicata”, rileva Brusaferro.  

Confermata la prevalenza della variante Delta nel Paese: “In Italia negli ultimi 45 giorni il 69,2% dei tamponi sequenziati è risultato positivo alla variante Delta, che ha superato la Alfa, ferma al 17,3%. Nuovi casi di infezione causati dalla variante Delta sono stati segnalati in tutte le Regioni e Province autonome”, emerge dai dati contenuti nel sesto bollettino dell’Istituto superiore di Sanità che confermano quelli riscontrati nella flash survey, che si riferivano al solo 20 luglio. 

Queste le principali conclusioni: negli ultimi 45 giorni nuovi casi di infezione causati dalla variante Delta sono stati segnalati in tutte le Regioni e Province autonome. Si osservano casi di infezione causati dalla variante Delta in tutte le fasce di età, con una percentuale maggiore di casi in soggetti di età compresa tra i 10 ed i 29 anni; la frequenza dei casi causati dalla variante Alfa è in forte diminuzione, mentre rimane stabile la loro diffusione territoriale; anche la frequenza di casi causati dalla variante Gamma del virus Sars-Cov-2 è in diminuzione, con una diffusione maggiore in alcune Regioni e Province italiane. 

Nel mese di luglio – indica il bollettino – è stato sequenziato il 6,6% dei tamponi positivi per Sars-CoV-2. Dal 29 aprile 2021 è attiva la piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti di Sars-Cov-2 (I-Co-Gen), sviluppata e coordinata dall’Iss. Il modulo, dedicato all’analisi e condivisione dei dati di sequenziamento del Sars-Cov-2 a livello nazionale, conta più di 21.000 sequenze. La percentuale di sequenze ascrivibili alla variante Delta, sul totale dei sequenziamenti depositati in I-Co-Gen, è risultata pari al 2,09% nel mese di aprile, al 7,48% nel mese di maggio, al 40,15% nel mese di giugno, al 85,66% nel mese di luglio (dati al 2 agosto 2021) con un andamento settimanale in crescita nello stesso mese. 

(Adnkronos)