Ddl Zan, secondo round in Senato: Lega chiede altro tempo

Ddl Zan, secondo round in Senato per la legge contro l’omotransfobia. L’Aula, dalle 9.30, ha iniziato i lavori in vista del voto delle sospensive, poi proseguirà con la discussione generale del provvedimento fino alle 20. Ieri il Senato ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Lega e Fratelli d’Italia. A illustrare le richieste di sospensiva il senatore di Forza Italia, Giacomo Caliendo. Le richieste di sospensiva per il ddl Zan sono tre. Due da Forza Italia, a firma di Anna Maria Bernini e Lucio Malan, una a firma del leghista Massimiliano Romeo. 

“Provare a spaccare il Parlamento e il Paese in due, come è stato dimostrato ieri con la votazione sulle pregiudiziali, non è da politici illuminati ma francamente da politicanti. Non è possibile rifiutare la discussione su una materia così rilevante”, ha detto in Aula Caliendo. “Come si può immaginare e poi scrivere – ha aggiunto – che esisterebbe una sorta di istigazione alla discriminazione che costituisce reato senza che la discriminazione si sia verificata? La legge dovrà tornare alla Camera perché ci sono errori tecnici che vanno corretti. Allora bisogna assolutamente fare uno sforzo per identificare una soluzione condivisa”.  

“Dobbiamo individuare una norma che sia idonea a garantire la tutela a chi si trova nelle condizioni previste dalla legge Zan e che sia nel contempo una garanzia per tutti i cittadini a non esser coinvolti in una sorta di ‘guerra di religione’ . Non possiamo calpestare la costituzione e il lavoro di chi si è battuto anche con la vita per difendere la democrazia”, ha concluso l’azzurro. 

“Si prenda il tempo necessario per fugare i dubbi” sul ddl, “15 giorni non sono le calende greche, riportiamo il testo in Commissione”. Questa la richiesta di Massimiliano Romeo, presidente del gruppo Lega al Senato. “Perché se il tema è ‘o così o morte’, come è stato come un po’ di tempo fa quando si diceva ‘o Conte o morte’, ricordatevi come è andata a finire”, conclude Romeo. 

“E’ vero che ieri avete evitato che la nostra discriminante di costituzionalità passasse, pensateci oggi per il voto che avremo tra poco”. Lo dice Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, intervenendo in Aula, rivolgendosi a Italia Viva. “Errare è umano – spiega – perseverare è diabolico, devi astenerti oggi da votare a favore di chi predica odio”. “Faraone, lo sai che se passa la legge il tuo applauso di ieri può essere considerato istigazione se passa la legge? Può farti avere il carcere, fino a un anno e sei mesi”, conclude La Russa. 

“Alle forze che dicono solo oggi che c’è bisogno di più tempo, che avanzano solo da una settimana la necessità che sia approvata una legge chiedo se l’abbiano letta la legge”, dice la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, intervenendo in Aula. “L’articolo 4 è figlio di emendamento a prima firma Costa, all’epoca di Forza Italia, l’emendamento ‘salva-idea’ voluto dal centrodestra e votato all’unanimità, ora le stesse forze che lo hanno votato dicono che è da togliere integralmente, questo oggi sembra un pretesto”, conclude Malpezzi. 

“La senatrice Cirinnà ha esposto un collega alla lapidazione social, la prego di intervenire”. E’ l’accusa che il prsidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone, chiedendo l’intervento della presidente del Senato Casellati, rivolge in Aula alla senatrice Monica Cirinnà per la pubblicazione di un video dove si vede lo stesso senatore renziano applaudire l’intervento di Matteo Salvini, ieri sera. “Ricordo poi – conclude Faraone – che ieri la pregiudiziale di costituzionalità non è passata solo grazie ai 13 voti di Italia Viva, con il no che è prevalso per 11 voti”.
 

(Adnkronos)