(Adnkronos) – “I disturbi del comportamento alimentare sono ormai un serio problema di sanità pubblica dove ogni anno si registra l’aumentata diffusione generale ed un esordio sempre più precoce. L’attuale infrastruttura socio-sanitaria non è in grado di prendersi carico dei flussi crescenti di nuovi casi garantendo un trattamento specifico, definitivo ed efficace. Diventa quindi indispensabile perfezionare e potenziare i modelli di terapia, garantendo una personalizzazione di intervento, basata sulle evidenze scientifiche, integrate a nuovi e innovativi strumenti tecnologici. Con ‘Arcadia VR’ intendiamo strutturare un nuovo modello di presa in carico ed assistenza basata su una piattaforma tecnologica di valutazione e di cura riabilitativa tramite infrastrutture e dispositivi di realtà virtuale e metodi di intelligenza artificiale, progettati per essere utilizzabili su più livelli di cura, ovvero ambulatoriale, ambulatoriale intensivo e in regime di ricovero”. Lo dice Giovanni Pioggia responsabile dell’Irib Cnr di Messina, riferendosi al finanziamento per la ricerca industriale e sviluppo sperimentale ottenuto dal Ministero dello Sviluppo economico con il ragguardevole punteggio di 95/100.
Il progetto Arcadia VR, ovvero Assistenza e Riabilitazione del Comportamento Alimentare tramite Dispositivi basati sull’Intelligenza Artificiale e sulla Realtà Virtuale, nasce dalla brillante idea di collaborazione fra Università Cattolica di Milano, leader sui disturbi del comportamento alimentare e sulla realtà virtuale per uso clinico, Irib Cnr di Messina, affermato per lo sviluppo di metodologie e tecnologie biomediche traslazionali nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo, la Medilink srl di Siracusa, una delle più importanti aziende siciliane in ambito ICT in sanità, la Madre Teresa srl di Oria (Br), una delle più note realtà socio-assistenziali pugliesi e SB Setec SpA, società internazionale che si è distinta nel campo delle tecnologie ingegneristiche. Il coordinatore del progetto è Renato Tino di Medilink, affiancato sul piano tecnico-scientifico da Giuseppe Riva e da Giovanni Pioggia, nonché dagli psicologi Flavia Marino e Antonio Cerasa di Irib Cnr Messina.
“La realtà virtuale rafforzata da metodologie di intelligenza artificiale – aggiunge Giuseppe Riva, ordinario dell’Università Cattolica di Milano, da oltre venti anni uno dei massimi esperti sui disturbi del comportamento alimentare e sull’utilizzo clinico della realtà virtuale – può offrire soluzioni innovative per affrontare i diversi sintomi chiave dei disturbi del comportamento alimentare: dal craving alle emozioni negative, dai bias attenzionali all’insoddisfazione corporea. La recente letteratura supporta fortemente, con evidenze scientifiche solide, che l’approccio clinico traslazionale con la realtà virtuale è in grado di apportare un significativo vantaggio, a breve e lungo termine, rispetto alla tradizionale terapia cognitivo-comportamentale su diverse dimensioni con un efficacia nel diminuire il craving e le risposte di ansia al cibo; efficacia nel modificare l’esperienza del corpo; miglioramento dei processi di integrazione multisensoriale e riduzione delle distorsioni attenzionali verso gli stimoli legati al corpo”.
“Arcadia VR, con circa 6 milioni di euro – aggiunge Renato Tino di Medilink – intende sviluppare e testare strumenti traslazionali basati su realtà virtuale, biosensori e intelligenza artificiale integrati con terapie cognitivo-comportamentali per diagnosticare, valutare e trattare l’anoressia e la bulimia nervosa, prevedere il rischio di sviluppare queste patologie e il rischio della loro progressione una volta diagnosticate, tenendo conto delle caratteristiche fenotipiche, dello stile di vita, dei fattori di stress occupazionali, ambientali e caratteristiche socio-economiche e comportamentali degli individui, nonché gli aspetti legati al genere”. “Inoltre, – aggiunge Giuseppe Farruggio di SB Setec – il progetto consentirà di analizzare e valutare, attraverso App, piattaforme virtuali innovative e biosensori, nelle realtà industriali, l’impatto che il disturbo ha all’interno del contesto familiare di riferimento e quanto i caregivers possano presentare livelli di stress e burnout che incidono sulla qualità del loro lavoro”. Negli ultimi anni, una delle applicazioni cliniche più efficaci della realtà virtuale è stata lo sviluppo di approcci di trattamento innovativi per i pazienti con disturbi del comportamento alimentare. “Il progetto – spiega Giovanni Miccoli di Madre Teresa – prevede studi proof-of-concept per testare e convalidare gli strumenti traslazionali realizzati, tramite opportune metriche di performance adeguate a valutare la robustezza tecnica degli strumenti, in un ambiente clinico reale, rilevante per gli utenti finali, valutandone le loro prestazioni rispetto allo standard cognitivo-comportamentale di trattamento. Il progetto consentirà di trasferire, al termine delle attività, i metodi e gli strumenti traslazionali sviluppati a due nuovi centri per il trattamento innovativo dei disturbi del comportamento alimentare, uno presso la città di Lecce ed uno presso la città di Messina, che acquisendo i risultati del progetto, potranno applicarli nella pratica clinica”.