(Adnkronos) – Sono 5.450 i comuni che si sono visti versare, il 6 luglio scorso, i contributi derivanti dalle scelte espresse dai cittadini italiani in sede di dichiarazione dei redditi 2021. Gli enti pubblici si confermano dei soggetti marginali nella partita del 5 per mille che vede invece il mondo della ricerca e del terzo settore fare la parte del leone. Complessivamente le somme versate nelle casse di questi enti locali ammontano a 13 milioni e 267.091 euro, poco più di un quinto di quanto devoluto alla sola Fondazione Airc per la ricerca sul cancro che ha beneficiato di circa 68 milioni. Complessivamente le donazioni destinate a sostenere i servizi sociali del proprio comune di residenza sono calate del 17% rispetto all’anno precedente, quando a godere delle risorse provenienti dal 5 mille erano state 967 amministrazioni in più (6.417) e la somma ripartita era stata complessivamente pari a 16 milioni e 43.767 euro. E’ quanto emerge dal rapporto dello Csel, Centro Studi Enti locali, elaborato per l’Adnkronos.
Mediamente gli enti locali italiani sono stati destinatari di 2.434 euro (contro i 2500 dell’anno precedente), chiaramente con enormi differenze legate sia ai redditi medi dell’area che al numero di abitanti. Hanno superato quota 20mila euro solo 49 comuni, contro i 69 dello scorso anno. Invariato il podio delle amministrazioni che hanno incassato più risorse: in testa Milano con poco meno di 390mila euro (-50mila rispetto all’anno precedente), seguita da Roma, con 324.447 euro contro i 396mila dell’anno precedente e da Torino, cui sono state devolute 144.285 euro contro i 165mila dell’anno precedente.
Invariato anche il quarto posto che vede Bologna destinataria di 95.455 euro (16mila in meno rispetto all’anno prossimo). Nuovo ingresso, invece, al quinto posto dove, a sorpresa, troviamo Valdagno, un comune con meno di 30mila abitanti in provincia di Vicenza, che con i suoi 83.177 euro, ha superato città come Verona (78mila), Firenze (76mila), Genova (76mila) e Napoli, passata dal quinto al nono posto con i suoi 73.635 euro (-19mila rispetto all’anno scorso). Segue Venezia con 66.085 euro.
Tra i 2.454 comuni esclusi dai beneficiari, precisa lo Csel, potrebbero anche esserci enti cui era stata destinata una somma complessivamente inferiore a 100 euro. Gli importi che non raggiungono questa soglia, in base alle norme vigenti (Dpcm. 23 luglio 2020), non vengono infatti erogati direttamente ai destinatari e sono oggetto di redistribuzione tra gli altri beneficiari in maniera proporzionale rispetto alle altre scelte espresse dai contribuenti.
Una elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata su dati Istat e del Viminale mostra come il comune in cui la donazione media pro-capite è stata più alta in assoluto è Moncenisio, in provincia di Torino (oltre 9 euro a contribuente), seguita da Tonezza del Cimone, nel vicentino (7,95 euro circa) e Oltressenda Alta, Bergamo (7,06). All’estremo opposto, Isola di Capo Rizzuto, nel crotonese, con una media di circa un centesimo di euro donato a contribuente.
Guardando ai dati aggregati, gli enti locali settentrionali – grazie anche ai redditi mediamente più alti dei loro cittadini – si confermano i beneficiari del grosso delle risorse del 5 per mille destinato ai comuni. A loro è andato il 76% delle risorse disponibili (10.129.713 euro) contro il 13% delle regioni del Centro e il 10% di Sud e Isole.
Regina di incassi, tra le regioni, è la Lombardia che catalizza da sola un quarto delle risorse complessive (3.564.519 euro), seguita dal Veneto (2.670.752 euro) e il Piemonte (1.466.659 euro). Seguono Emilia Romagna (1.331.972 €), Lazio (716.665 €), Toscana (578.142 €) e Friuli Venezia Giulia, con 452.620 euro. Per trovare la prima regione del Mezzogiorno occorre scendere fino alla ottava posizione, occupata dalla Campania, con 393.463 €. L’elenco prosegue con i comuni marchigiani, cui sono stati devoluti 358.651 euro, quelli pugliesi (325.397), del Trentino Alto Adige (320.990 euro), liguri (269.067 euro) e sardi (237.409). Ammonta a 145.123 euro il totale incassato dai comuni dell’Abruzzo, 128.573 il totale degli enti umbri e 98.204 le somme destinate ai comuni calabresi. Fanalini di coda Sicilia, Valle d’Aosta, Basilicata e Molise che hanno visto assegnarsi dai propri contribuenti – nell’ordine – 77.441, 53.134, 47.452 e 30.859 euro.
Un andamento confermato anche dai dati aggregati per province, che vedono la top five quasi esclusivamente occupata da città del nord italia, ad eccezione di Roma, che si colloca al quinto posto con 559.365 euro. Prima della provincia laziale: Milano, con un milione e 161.931 euro, Vicenza con 734.470 euro, Treviso con 663.557 euro e Torino con 632.932 euro.