Draghi al Senato per la fiducia, crisi di governo in diretta

(Adnkronos) – Il premier Mario Draghi al Senato oggi per la fiducia in una giornata cruciale per la crisi di governo. Dopo le parole del presidente del Consiglio, giornata di interventi a Palazzo Madama. Intanto, fibrillazione tra i partiti: cosa succede in Lega, Forza Italia, Pd e M5S. 

10.39 – M5S freddo dopo il discorso di Mario Draghi al Senato. Al termine delle comunicazioni del presidente del Consiglio molti senatori pentastellati sfilano nella Sala Garibaldi di Palazzo Madama senza rilasciare dichiarazioni. Qualcuno però non cela le proprie perplessità: “Il discorso di Draghi? Molto generico”, dice all’Adnkronos Mario Coltorti, presidente della Commissione Trasporti. La capogruppo Mariolina Castellone si trincera dietro un no comment: “Parleremo dopo”. Qualche parlamentare si sfoga: “Avevamo chiesto impegni più precisi…”.
 

10.34 – “L’Italia deve continuare a ridisegnare la sua politica energetica, come fatto in questi mesi. Il Vertice di questa settimana ad Algeri conferma la nostra assoluta determinazione a diversificare i fornitori, spingere in modo convinto sull’energia rinnovabile. Per farlo, c’è bisogno delle necessarie infrastrutture”. Così il premier Mario Draghi in Senato. “Dobbiamo accelerare l’istallazione dei rigassificatori – a Piombino e a Ravenna. Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture”. 

“Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, per la tenuta del nostro tessuto produttivo. In particolare, dobbiamo ultimare l’istallazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera. È una questione di sicurezza nazionale”. 

10.33 – “Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina in ogni modo, come questo Parlamento ha impegnato il Governo a fare con una risoluzione parlamentare”. Così il premier Mario Draghi in Senato. “Come mi ha ripetuto ieri al telefono il Presidente Zelensky, armare l’Ucraina è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi. Allo stesso tempo, occorre continuare a impegnarci per cercare soluzioni negoziali, a partire dalla crisi del grano. E dobbiamo aumentare gli sforzi per combattere le interferenze da parte della Russia e delle altre autocrazie nella nostra politica, nella nostra società”. 

10.32 – “Dobbiamo continuare a batterci per ottenere un tetto al prezzo del gas russo, che beneficerebbe tutti, e per la riforma del mercato elettrico, che può cominciare da quello domestico anche prima di accordi europei. Queste misure sono essenziali per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, per tutelare i livelli di produzione delle imprese. In Europa si discuterà presto anche della riforma delle regole di bilancio e di difesa comune, del superamento del principio dell’unanimità. In tutti questi campi, l’Italia ha molto da dire – con credibilità, spirito costruttivo, e senza alcuna subalternità”. 

10.31 – “Il reddito di cittadinanza è una misura importante per ridurre la povertà, ma può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro”. Così il premier Mario Draghi, nelle comunicazioni al Senato. 

10.30 – “C’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita in un impianto sostenibile, ancorato al sistema contributivo”. Così il premier Mario Draghi, nelle comunicazioni al Senato. 

10.24 – Brusii in Aula quando Draghi chiede, al termine del suo intervento ai partiti “siete pronti”, aggiungendo di essere lì percéè gli italiani lo chiedono. Interviene il presidente Elisabetta Casellati, che invita al silenzio, ricordando a chi ‘replica’ al premier che ci saranno “cinque ore e mezzo di discussione a disposizione nel pomeriggio”. Nel frattempo Draghi finisce il suo intervento, sommerso dagli applausi dell’Aula. 

10.22 – “Se eravamo già in questi giorni convinti di rinnovare la fiducia al governo Draghi siamo ancora più convinti di farlo dopo averlo ascoltato”. Così Enrico Letta su twitter. 

10.20 – “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un’occasione unica per migliorare la nostra crescita di lungo periodo, creare opportunità per i giovani e le donne, sanare le diseguaglianze a partire da quelle tra Nord e Sud. Entro la fine di quest’anno, dobbiamo raggiungere 55 obiettivi, che ci permetteranno di ricevere una nuova rata da 19 miliardi di euro”, ha detto ancora il premier Mario Draghi in Senato. 

10.17 – “Questa domanda di stabilità impone a noi tutti di decidere se sia possibile ricreare le condizioni con cui il Governo può davvero governare. È questo il cuore della nostra discussione di oggi. È questo il senso dell’impegno su cui dobbiamo confrontarci davanti ai cittadini”. Così i premier Mario Draghi in Senato. 

10.16 – “La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del Governo è senza precedenti e impossibile da ignorare”. Così il premier Mario Draghi in Senato. “Ha coinvolto il terzo settore, la scuola e l’università, il mondo dell’economia, delle professioni e dell’imprenditoria, lo sport. Si tratta di un sostegno immeritato, ma per il quale sono enormemente grato. Il secondo è quello del personale sanitario, gli eroi della pandemia, verso cui la nostra gratitudine collettiva è immensa”. 

10.14 – In aula al Senato, si è alzata qualche contestazione dai banchi di Fratelli d’Italia e dalla tribuna degli ospiti, al riferimento del presidente Mario Draghi all’appello dei 2000 sindaci italiani. 

10.12 – “Come ho detto in Consiglio dei Ministri, il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza. Non votare la fiducia a un governo di cui si fa parte è un gesto politico chiaro, che ha un significato evidente. Non è possibile ignorarlo, perché equivarrebbe a ignorare il Parlamento. Non è possibile contenerlo, perché vorrebbe dire che chiunque può ripeterlo. Non è possibile minimizzarlo, perché viene dopo mesi di strappi ed ultimatum”. Così il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato, dove ha rimarcato che “l’unica strada, se vogliamo ancora restare insieme, è ricostruire da capo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità”. 

10.08 – Standing ovation con applausi quando Mario Draghi ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con riferimento al rischio di infiltrazioni mafiose sui fondi del Pnrr. Ad alzarsi in piedi tutti i senatori in Aula. 

10.06 – “Il merito di questi risultati è stato vostro – della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze e lavorare per il bene del Paese, con pari dignità, nel rispetto reciproco”. Così il premier Mario Draghi in Senato. “La vostra è stata la migliore risposta all’appello dello scorso febbraio del Presidente della Repubblica e alla richiesta di serietà, al bisogno di protezione, alle preoccupazioni per il futuro che arrivano dai cittadini”. 

10.05 – “L’unica strada è ricostruire daccapo questo patto” di fiducia che teneva insieme la maggioranza, “con coraggio, altruismo e credibilità: a chiederlo sono soprattutto gli italiani”. Così il premier Mario Draghi, nelle comunicazioni al Senato in cui ha fatto riferimento alle “manifestazioni senza precedenti” per il proseguo del governo che ci sono state in questi giorni “e che è impossibile ignorare”. Ne ha citate “due in particolare”, quella di “2.000 sindaci abituati a confrontarsi quotidianamente con i problemi del territorio” e quella degli “eroi della pandemia”. 

10.02 – Un lungo applauso dell’Aula compatta, da destra a sinistra, ha accolto le parole di Mario Draghi che ha detto di essersi sentito orgoglioso di essere italiano. Il premier si è interrotto, guardando verso i banchi dei senatori, che continuavano ad applaudire. Sono rimasti silenti solo i senatori del M5S. 

10 – Piccolo contrattempo al Senato. Parla Draghi, ma qualcosa non va nei microfoni: “Mi pare che non funzioni”, dice il premier appena prende la parola, poi tutto si sistema: “Ora va meglio”, dice il premier, iniziando finalmente il suo discorso. 

9.58 – “Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica”. Così il premier Mario Draghi in Senato. 

“La spinta agli investimenti e la protezione dei redditi delle famiglie ci ha consentito di uscire più rapidamente di altri Paesi dalla recessione provocata dalla pandemia. Lo scorso anno l’economia è cresciuta del 6,6% e il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali”. 

9.57 – “In questi mesi, l’unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di questo esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un Presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile”. Così il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato. 

“Lo scorso febbraio – ha ricordato il presidente del Consiglio – il Presidente della Repubblica mi affidò l’incarico di formare un governo per affrontare le tre emergenze che l’Italia aveva davanti: pandemica, economica, sociale. ‘Un governo – furono queste le sue parole – di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili’. Tutti i principali partiti – con una sola eccezione – decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso di insediamento che tenni in quest’aula, feci esplicitamente riferimento allo ‘spirito repubblicano’ del Governo, che si sarebbe poggiato sul presupposto dell’unità nazionale”. 

9.56 – “Grazie alle misure di contenimento sanitario, alla campagna di vaccinazione, ai provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, siamo riusciti a superare la fase più acuta della pandemia, a dare slancio alla ripresa economica”. Così il premier Mario Draghi in Senato. 

“La spinta agli investimenti e la protezione dei redditi delle famiglie ci ha consentito di uscire più rapidamente di altri Paesi dalla recessione provocata dalla pandemia. Lo scorso anno l’economia è cresciuta del 6,6% e il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo è sceso di 4,5 punti percentuali”. 

9.55 – Governo compatto attorno a Mario Draghi, sui banchi del Senato. Accanto al premier Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e alla sinistra il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Davanti a loro, Mariastella Gelmini, ministra per gli affari regionali, il sottosegretario Roberto Garofoli e il ministro per i rapporti con il parlamento, Federico D’Incà. 

9.53 – “Giovedì scorso ho rassegnato le dimissioni nella mani del Presidente della Repubblica, questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo fin dalla sua nascita. Il presidente della Repubblica ha respinto le dimissioni e mi ha chiesto di informare il Parlamento di quanto accaduto, una scelta che ho condiviso” e che “mi permette di spiegare a voi a agli italiani la decisione di una scelta tanto sofferta quanto dovuta”. Così il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato. 

9.46 – “Queste le 9 proposte del Movimento 5 Stelle per le quali oggi saremmo disposti a votare la fiducia al Governo. Draghi ci ascolti: le inserisca nel prossimo decreto di luglio, per il bene dei cittadini e del patto elettorale che abbiamo, tutti, nei loro confronti”. Lo scrive su Twitter Roberta Lombardi, assessora M5S alla Transizione ecologica in Regione Lazio. 

9.45 – “Sentiamo cosa dice Draghi, poi ci riuniremo. E prenderemo una decisione”. Lo ha detto il senatore del MoVimento 5 Stelle Andrea Cioffi arrivando a Palazzo Madama, a proposito della fiducia che il M5s potrebbe dare o non dare al governo Draghi. 

9.44 – Il premier Mario Draghi è arrivato al Senato, in leggero ritardo, per le comunicazioni sulla fiducia. Ai cronisti che lo attendevano a Palazzo Madama, ha rivolto un sorriso accompagnato da un “buongiorno”. Al suo fianco, la portavoce Paola Ansuini. 

9.41 – “Fiducia? Ascoltiamo Draghi, poi vedremo”, risponde all’Adnkronos il senatore contiano Gianluca Castaldi, intercettato a Palazzo Madama. 

9.40 – “Il governo Draghi è soggetto a un accanimento terapuetico con la celebrazione postuma della grandezza del Presidente del Consiglio che, solo fino a qualche mese fa, non veniva considerato adatto per diventare Capo dello Stato. Non lo propose nessuno della sua maggioranza, e fra Sindaci, Governatori, sindacati e associazioni di categoria nessuno spese una parola. Se Draghi è il più grande statista del Secolo, l’equilibratore, lo stabilizzatore, non sarebbe stato più utile nello svolgimento di un ruolo di garanzia nazionale e internazionale andando al Quirinale? Assistiamo a uno scenario imbarazzante. La filosofia dell’uomo solo al comando, che anche oggi si celebra, non è in sintonia con la democrazia. Ci vogliono le elezioni anticipate, criminalizzate da ogni commentatore, nonostante si siano svolte competizioni elettorali ovunque, come in Germania – dichiara il Vicepresidente della Camera, deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli – la pistola fumante della crisi di governo è del PD, che ha “politicizzato” un governo, che nasceva con un mandato preciso su pandemia e gestione Pnrr, tramite leggi in Parlamento come Ddl Zan, cittadinanza facile agli immigrati, legalizzazione droga e perfino l’inceneritore di Roma messo in un decreto. Hanno cercato la rissa e gli è partito un colpo di pistola accidentale”. 

9.33 – Al momento Nessun contatto, a quanto apprende l’Adnkronos, tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. Nulla esclude che i due possano sentirsi nel corso della giornata, ma tra ieri sera e questa mattina la telefonata -che molti attendevano in ambienti 5Stelle- non ci sarebbe stata. Fonti vicine al leader pentastellato sostengono che Conte ascolterà il discorso del presidente del Consiglio per sciogliere la riserva sulla fiducia. 

9.30 – Il segretario della Lega Matteo Salvini è appena entrato al Senato per le comunicazioni del presidente del consiglio Mario Draghi. Il leader leghista, prima di entrare a palazzo Madama, è rimasto alcuni minuti negli uffici del gruppo della Lega, a piazza San Luigi de’ Francesi. “Sicuramente sarà una buona giornata per il paese”, ha detto Salvini. 

9.29 – Attesa al Senato per il giorno di Draghi. File agli ingressi per gli operatori televisivi e i giornalisti, mentre in tanti attendono l’arrivo del premier a corso Rinascimento. A Palazzo Madama i primi senatori sono già entrati in Aula, mentre il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, si intrattiene qualche minuto in buvette, salutando i tanti che gli si avvicinano. I ministri Colao, Brunetta, Cingolani, Cartabia e Giorgetti sono già in Aula. Bocche cucite per ora, mentre Matteo Salvini, tra i più attesi oggi, non è ancora arrivato, ma ha fatto sentire la sua voce in un video, assicurando che “la Lega farà il bene degli italiani”. 

9.26 – Giuseppe Conte è arrivato al Senato. Il leader 5 Stelle segue dagli uffici del M5S al Senato l’intervento del premier Mario Draghi in Aula. 

9.25 – Il gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera è stato convocato a mezzogiorno a Montecitorio. Il presidente dei deputati Paolo Barelli farà il punto della situazione alla luce delle comunicazioni fiduciarie di Mario Draghi al Senato. 

9.24 – “Aspettiamo le parole di Draghi, se il premier apre alle nostre proposte difficilmente da noi potrebbe arrivare una risposta non positiva…”, risponde il senatore M5S Steni Di Piazza, conversando con l’Adnkronos a Palazzo Madama. 

9.23 – C’è grande preoccupazione e la consapevolezza di dover affrontare questa crisi di governo con forte senso di responsabilità, ma anche determinazione a non sostenere un Draghi bis con i cinque stelle di Giuseppe Conte e a non cedere ai giochi della sinistra, tipo quello sullo ius scholae e cannabis. Comunque, tutto dipenderà da quel che dirà oggi in Aula il premier Mario Draghi. Questa, in sintesi, con sfumature diverse, la linea dei leader del centrodestra di governo decisa stanotte nel corso del nuovo vertice a ‘Villa Grande’ terminato intorno alla una e confermata stamane. 

Aspettiamo, vogliamo ascoltare attentamente quel che dice Draghi, dice a mezza bocca un big azzurro presenza fissa nel quartier generale azzurro sull’Appia antica, dove Lega, Fi e centristi di Udc e Noi con l’Italia hanno creato una sorta di ‘gabinetto di crisi permanente’, che sarà riaggiornato oggi dopo le parole al senato di ‘Super Mario’. 

9.19 – “Non invidio @matteosalvini per il discorso che dovrà fare al Senato:se sbaglia una sola parola, si assume la responsabilità delle elezioni e consegna Draghi al @pdnetwork come icona se non candidato premier del campo largo”. Lo scrive Gianfranco Rotondi su Twitter. 

9.15 – “Sentiamo adesso draghi cosa ci dirà. Ma noi siamo una forza responsabile e proprio per questo riteniamo che non si possa andare avanti con i 5 Stelle, i loro ricatti e sceneggiate”. Lo ha detto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri entrando al Senato. 

8.48 – “Comunque vada, questa crisi da drammatica sta diventando ridicola, chi eventualmente si incaricherà di staccare la spina sta facendo male i suoi conti. Perché pagherà un prezzo molto alto”. Per Giovanni Toti, leader di Italia al Centro e governatore della Liguria sarà questa la cifra politica della giornata. “Questo governo – ricorda intervistato dal Corriere della Sera – era nato per affrontare l’emergenza pandemica, quella economica e il Pnrr. Ora si è aggiunta la guerra e la crisi energetica: può mai esserci un momento peggiore per staccare la spina al governo?”. “Comunque finisca, sarà il passaggio per arrivare davvero alla Terza Repubblica: può nascerne un fronte della responsabilità e uno del richiamo della foresta, del populismo, del mero qui e ora”, prevede Toti. 

8.25 – “Dopo la crisi di governo causata dai grillini, dopo i capricci del M5S e del Pd che ancora ieri parlava di ius soli di ddl Zan e di legge elettorale, oggi in Aula la Lega farà solo quello che serve all’Italia e agli italiani”. Così Matteo Salvini, in un video sui social, concludendo con un “vi si vuole bene”. 

8.09 – “Finché c’è Draghi in un qualsiasi ruolo di primo piano, l’Italia ha il sostegno degli investitori internazionali. E nelle loro teste, se non ce la fa lui a risollevare l’Italia, nessun altro può farlo”. Lo afferma in un’intervista a’Repubblica’ Davide Serra , cofondatore del fondo Algebris, ricordando che esiste una alternativa a Draghi ma “basta pagare, basta accettare che lo spread sarà più alto, che il debito ci costerà molto di più. Senza Draghi, in questo momento così difficile, è chiaro che saremmo abbandonati a noi stessi. L’ultima cosa che possiamo permetterci in questo frangente è una crisi di governo. E con un debito aggravato dalla pandemia”. 

(Adnkronos)