E-Commerce, studio: “Per 6 italiani su 10 contribuisce al contenimento dell’inflazione”

(Adnkronos) – La maggioranza degli italiani, ben 6 su 10, ritiene che l’e-commerce abbia contribuito, nell’ultimo anno, al contenimento dell’inflazione, permettendo di aumentare o mantenere invariato il proprio potere d’acquisto. Tale evidenza è ancora più rilevante letta congiuntamente agli impatti dell’inflazione sugli italiani: The European House – Ambrosetti stima che nel 2022 oltre 300.000 famiglie potrebbero cadere in povertà assoluta e che la crescita dei prezzi nel 2022 abbia ‘bruciato’ circa 97,5 miliardi di euro di risparmi degli italiani. È la principale evidenza emersa dalla survey realizzata da The European House Ambrosetti, in collaborazione con Amazon, dal titolo ‘Inflazione e e-commerce: abitudini e percezioni degli italiani’, presentata oggi presso la Sala Zuccari del Senato, a Palazzo Giustiniani, a Roma.  

Obiettivo dello Studio è stato analizzare l’impatto dell’inflazione sulle abitudini di consumo degli italiani e il ruolo del commercio elettronico. Per l’occasione, sono intervenuti Lorenzo Tavazzi (partner, The European House – Ambrosetti), Mariangela Marseglia (country manager Italia e Spagna, Amazon), con un videomessaggio Alessandro Morelli (sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri), Stefano Menghinello (Direttore, direzione centrale per l’analisi e la valorizzazione nell’area delle statistiche economiche dell’Istat), Giuseppe Tripoli (segretario generale, Unioncamere), Alberto Pirrone (direttore generale, Altroconsumo) e Francesco Silvestro (segretario, commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato).  

Dalla survey emerge una maggiore percezione dell’economicità del canale online tra i più giovani e i cittadini con livelli di istruzione più alti. Mentre i benefici in termini di maggiore accessibilità e ampiezza dell’offerta sono percepiti soprattutto dalle fasce d’età più anziane. La percezione del beneficio del commercio online sul potere d’acquisto è poi maggiore dove l’inflazione ha colpito di più e, principalmente, nel Mezzogiorno. 

Secondo lo Studio “la ripresa economica del 2021 a seguito della pandemia ha generato una forte pressione inflattiva, ulteriormente accelerata nel 2022 a seguito del conflitto russo-ucraino. Si è passati da un tasso di inflazione negativo (o comunque prossimo allo 0%) nel 2020 ad uno medio dell’8,9% nell’ultimo anno. Infatti, oltre 7 italiani su 10 ritengono che l’incremento dei prezzi e del costo della vita sia oggi il principale problema in Italia, quasi 30 punti percentuali in più rispetto al secondo problema maggiormente sentito, cioè la disoccupazione”.  

“Questa percezione è trasversale a tutte le fasce d’età e presente uniformemente in tutte le aree geografiche. Nell’ultimo anno, l’inflazione ha ridotto il potere di acquisto degli italiani, inducendoli nel 2023 a modificare i propri comportamenti d’acquisto: 9 italiani su 10 affermano che il proprio potere d’acquisto si sia ridotto nell’ultimo anno, con le fasce d’età più colpite fra i 46 e i 60 anni e gli over-60. Per questa ragione, i consumatori italiani dichiarano che modificheranno i propri comportamenti d’acquisto nel 2023, in termini di maggiore attenzione ai prezzi (64,8%) e ricerca di promozioni e sconti (56,2%). In questo contesto emerge il ruolo strategico dell’e-commerce”, spiega ancora lo Studio.  

 

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