Elezioni 2022, de Magistris a Conte: “Con sinistra e civici si arriva al 20%”

(Adnkronos) – “Ho apprezzato la scelta di Conte di interrompere il rapporto strategico con il Partito democratico. Adesso però Conte deve decidere: se vuole tornare alle origini dei pentastellati e verso il campo di chi non si è mai compromesso, la sinistra radicale, l’ambientalismo, gli amministratori, movimenti e reti civiche, allora questa convergenza, questo dialogo si può realizzare. Questo rappresenterebbe un terzo polo che potenzialmente può arrivare al 15-20%”. Lo ha detto Luigi de Magistris, presidente del movimento politico Dema e tra i promotori della piattaforma “Verso l’Unione Popolare”, intervenuto questa mattina a La7.  

Ricordando di aver governato da sindaco di Napoli “per dieci anni e mezzo avendo all’opposizione Pd, M5S, Italia Viva, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia”, de Magistris ha spiegato che “il nostro modo di lavorare è andare nel territorio di quel Paese non rappresentato: associazioni, movimenti ambientalisti, reti civiche e amministratori; poi c’è anche un pezzo di sinistra e di militanza che per tanti anni è stata quella spinta dei meetup dei 5 Stelle delle origini, che poi sono stati traditi. Ora bisogna vedere se ci sono le condizioni per mettere insieme storie credibili che attraversano un campo che non è quello della sinistra tradizionale”.  

Secondo de Magistris “è illusorio e impensabile presentarsi con un accrocchio di piccole liste. Il nostro progetto è molto più importante e non solo legato alla campagna elettorale, ma ci sono state le elezioni anticipate e noi ci faremo trovare pronti. Siamo disposti a dialogare con altri che hanno deciso di rompere con il sistema, ma se questi non avranno il coraggio noi andremo da soli e il 3% lo supereremo, perché abbiamo entusiasmo, coraggio, competenza, passione e quello spirito di follia che contraddistingue chi non fa calcoli e cerca di andare oltre gli ostacoli, compresa una raccolta firme in pieno agosto senza autenticatori e con gli uffici chiusi, che è quasi come non voler far votare chi non fa parte del sistema”.  

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