Elezioni Roma, Calenda: “Ai ballottaggi lascio libero chi mi ha scelto”

Elezioni Roma, “è stato uno sforzo titanico, una sfida senza altre liste accanto. Faticosa, difficile”. Carlo Calenda parla con Repubblica della sua sconfitta alle amministrative, ma anche del buon piazzamento della sua lista. E dopo aver ringraziato “i 1.500 ragazzi con i quali abbiamo fatto una campagna elettorale porta a porta, il mio staff che rappresenterà una risorsa di classe dirigente per la politica italiana”, ha affermato: “Non una battaglia di testimonianza però, ho sperato di andare al ballottaggio e ci ho lavorato un anno. E ora sono molto dispiaciuto. Quando non si raggiunge l’obiettivo per cui ci si è spesi, bisogna dirlo. In ogni caso, non darò indicazioni di voto al ballottaggio, non sarebbe onorevole fare apparentamenti”.  

“Anche mia moglie è molto dispiaciuta – prosegue l’ex ministro dello Sviluppo economico – ci ha creduto molto anche lei. Comunque è stato un buon risultato. Adesso ci rialziamo per portare un po’ di pragmatismo e sano riformismo nella politica italiana. Enrico Letta è un amico, parleremo. In questa campagna elettorale il Pd ha usato parole ultimative nei miei confronti. Però non ci sarà mai una questione personale tra me e Letta, contro il quale a Siena abbiamo evitato di presentare candidature. Dove andranno i miei voti? Non faremo apparentamenti, non sarebbe onorevole. La nostra lista civica ha raccolto consensi da sinistra, dal centro, da destra. Deciderò nei prossimi giorni, ma sul mio voto personale e senza contropartita. Sono 220mila le persone che hanno votato la lista Calenda. La fiducia nei miei confronti è alta, quindi non voglio nessuna ombra e sospetto che si possa pensare a alleanze in cambio di posti in giunta”. 

Arrivare terzo battendo la Raggi sarebbe una sfida, conclude Calenda, “per la mia autostima, ma non cambia molto politicamente. Credo che Raggi sia stata insieme a Alemanno uno dei peggiori sindaci della Capitale. È stata bocciata dall’80% dei romani. Non so se si è mai vista una cosa così per una sindaca uscente. Si è battuta, anche se in modo talvolta un po’ scombiccherato e scorretto. Come ho sempre detto, se fossi stato eletto sindaco avrei fatto il sindaco. Non essendo stato eletto, almeno che non risultino dati differenti, rimarrò europarlamentare. Il nostro obiettivo comunque, lo ripeto, non era una testimonianza ma arrivare a governare Roma. Rivendico con orgoglio un risultato che è stato comunque importante, perché è un’area di riformismo pragmatico che non si accontenta dell’offerta politica attuale e che a Roma ha avuto una affermazione molto significativa. Per me il riformismo è il contrario del moderatismo e del centrismo. E poi non tramite alleanze. Andrò in giro a prendere il consenso, come ho fatto a Roma”. 

(Adnkronos)