Emergenza caldo, via libera da Cdm a decreto a tutela dei lavoratori

(Adnkronos) – A quanto si apprende il consiglio dei ministri in corso ha dato il via libera decreto legge, recante ‘misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica, di rafforzamento del ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché di termini di versamento del contributo di solidarietà temporaneo’. Il provvedimento, tra l’altro, punta a introdurre misure per mettere in sicurezza i lavoratori dal caldo estremo e prevede il ricorso alla cassa integrazione per motivi climatici. 

Ammontano complessivamente a 10 milioni di euro le risorse che il governo mette in campo per fare fronte all’emergenza caldo per i lavoratori edili, i lavoratori lapidei e quelli agricoli. Un intervento che coprirà il periodo tra il 1 luglio 2023 fino al 31 dicembre 2320. Lo prevede, a quanto si apprende, lo schema di decreto legge ora all’attenzione del Consiglio dei ministri. Nel particolare il Dl stanzia 8,6 milioni di euro per estendere la cigo ai lavoratori edili e lapide, scomputando il conto dal limite delle 52 settimane previste nel biennio mobile. 

Circa 1,4 milioni di euro, invece, sono stanziati per fronteggiare le straordinarie ondate di calore in agricoltura consentendo un utilizzo a ore della Cisoa per gli operai agricoli a tempo indeterminato anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto. Anche in questo caso i periodi in cassa non sono conteggiati, si legge, ai fini del raggiungimento della durata massima di 90 giornate all’anno prevista dalla legge e sono equiparati a periodi lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro. Alle risorse in entrambi i casi si provvede, si legge, “a valere sulle risorse del capitolo di spesa 2400 “Oneri relativi ai trattamenti di cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria e connessi trattamenti di fine rapporto” dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”. 

 

 

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