Esg, come comunicano le aziende via social? A luglio spiccano Sace, Inwit e Webuild

(Adnkronos) – Quanto e come le grandi aziende stanno comunicando i temi Esg sui loro social network? Quali hashtag usano e quali aree privilegiano? E quali risultati ottengono in termini di engagement? Le risposte in un focus mensile a cura dell’ESG Culture LAB di Eikon Strategic Consulting Italia, in collaborazione con l’Adnkronos, che misura l’impatto dei temi ESG nella comunicazione social delle 300 principali aziende italiane secondo lo studio R&S Mediobanca. Per il mese di luglio, tre le aziende che spiccano: Sace, Inwit e Webuild. 

 

A luglio 2023, il 61% delle aziende inserite nel monitoraggio ha pubblicato sui social contenuti ESG (a giugno era stato il 68%). Di queste, il 52% ha pubblicato meno di 5 post (lo stesso dato di giugno). Due le indicazioni principali: si conferma indicativo il tasso di engagament generato dai post ESG; si registra un fisiologico calo estivo nel numero di post prodotti e nelle interazioni totali. Sono stati prodotti 1.487 post sui temi ESG (1.840 a giugno); in calo le interazioni totali degli utenti rispetto ai mesi precedenti (116K). L’engagement dei contenuti, nonostante un calo nelle interazioni totali, registra un rate di 0,38% per i temi ESG. Gli altri temi registrano un engagement rate di 0,24%. I temi ESG coinvolgono quindi maggiormente il pubblico generando di conseguenza più interazioni.  

Nel mese di luglio si possono identificare 3 picchi principali: 3 luglio, progetti mobilità sostenibile; 13 luglio, iniziative su parità di genere e benessere dei dipendenti; 19 luglio, sostenibilità e terzo settore. Rispetto al mese precedente non si registra un tema comune nelle pubblicazioni delle diverse aziende. I contenuti risultano molto eterogenei e legati a rilanci di progetti/iniziative aziendali. 

A luglio 2023 cresce l’area E (environmental), arrivando al 67%, dato più alto registrato nel corso del 2023. In calo ma ancora rilevante l’area S (social) con il 29%. Ancora contenuto il peso dell’area G (governance) con il 4% (dato comunque in crescita rispetto ai mesi precedenti). Quali sono i contenuti più virali? Il tasso di engagement più alto è associato ai temi S, seguiti a stretto giro dai temi E. Entrambe le aree registrano tuttavia un calo rispetto ai mesi precedenti. In aumento invece i temi G. 

Tra gli hashtag più frequenti spiccano #sostenibilità, #ESG e #mobilità ma anche #sdgs, #innovazione, #sustainability, #formazione e #inclusione.  

Quante aziende hanno pubblicato post ESG? Prevalgono le aziende del settore Bancario-Finanziario (88%), seguite da Energia-Oil (75%) e da Telco (73%) e Trasporti (72%). L’incidenza maggiore dei temi ESG sul totale dei contenuti social prodotti si registra per il settore Energia-Oil (30%), seguito dal Pharma (22%). Anche a luglio i due settori sono risultati i più attivi nelle pubblicazioni ESG. L’engagement rate più alto lo registra il settore Trasporti (0,72%), seguono Telco (53%), Alimentare (0,53%) e Pharma (0,52%). La ‘E’ è maggiormente presidiata da Energia-Oil (84%), seguita da Automotive (78%) e Trasporti (74%). La ‘S’ è maggiormente presidiata da Media (76%) e Pharma (62%). Il settore Bancario-Finanziario risulta il più rilevante per l’area ‘G’ (15%).  

Le pmi sono al centro della nuova strategia e della comunicazione di Sace, che con il Piano Industriale INSIEME2025 ha abbracciato il benessere della collettività e la crescita sostenibile come obiettivo aziendale. Alle imprese piccole e medie sono dedicate iniziative di ascolto, co-design e formazione su export, digitalizzazione e transizione green e alcune come nel caso di Varvaglione, azienda vitivinicola pugliese, sono diventate vere proprie testimonial di un modo di fare impresa in cui competitività e sostenibilità vanno di pari passo. “I temi ESG, che sono parte integrante del nostro Piano Industriale, riscuotono oggi un’attenzione diffusa ed elevata anche sui social, e noi ci siamo – ha dichiarato Marcello Marra, Brand & Digital Marketing Manager di SACE – ‘Content is king’ diceva Bill Gates, ma oggi non basta più, sono cambiati gli strumenti e grazie ai social network oggi raggiungiamo i nostri utenti in maniera più veloce e arricchita. Parliamo di video, podcast e grafiche animate, che aumentano l’interesse sui contenuti e facilitano l’ingaggio. Il resto lo fanno le nostre SACE People che coinvolgiamo in ottica di multi-spokeperson e i risultati degli ultimi mesi che questo viene molto apprezzato dai nostri follower sui vari canali. Abbiamo raggiunto quota 100mila, di cui 8.000 solo nell’ultimo anno”. 

Il modello di business di INWIT è intrinsecamente sostenibile, perché con le infrastrutture digitali e condivise, consente ai propri clienti, cioè agli operatori di telecomunicazione, maggiore efficienza, economica ed industriale. Consente, inoltre, una maggiore efficienza ambientale, grazie al minore utilizzo di risorse naturali, di terreno e quindi anche minore produzione di CO2. “Digitalizzazione e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia, e le nostre infrastrutture sono anche al servizio dell’ambiente, generando un contributo tangibile nel contrasto dell’inquinamento e nella tutela di ecosistemi e biodiversità – dichiara Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di INWIT – Con WWF e Legambiente abbiamo, ad esempio, realizzato due progetti di monitoraggio ambientale”. Il progetto con il WWF Italia ha previsto l’installazione sulle infrastrutture INWIT di videocamere smart per rilevare tempestivamente la presenza di roghi nelle oasi boschive di Macchiagrande (RM), Bosco di Vanzago (MI) Calanchi di Atri (TE). La collaborazione con Legambiente riguarda, invece, l’installazione sulle torri INWIT di sensoristica IoT e gateway per la raccolta dei dati, per misurare e monitorare la qualità dell’aria, attraverso alcuni parametri ambientali in aree naturali dell’Appennino Centrale, il Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Maiella, la Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio e la Riserva Naturale di Punta Aderci. 

L’impegno di Webuild sui temi ESG si concentra su tre aree strategiche: Green, Safety&Inclusion e Innovation, con l’obiettivo di migliorare gli indicatori relativi alle emissioni di gas serra, quelli sugli infortuni e accelerare gli investimenti in progetti innovativi ad alto potenziale. L’attenzione di Webuild per queste tematiche si riflette nei diversi progetti che sta realizzando, che si tratti di strade, ferrovie, ponti o dighe. A Milano, la costruzione della M4, la nuova linea che collegherà la città da Ovest a Est, avrà un impatto molto significativo sulla mobilità del capoluogo lombardo. L’avvio a regime della nuova linea, previsto per il prossimo anno, potrà infatti ridurre il traffico in città di circa 180 mila veicoli ogni giorno, con una contrazione annuale delle emissioni di CO2 fino a 75mila tonnellate. I cantieri della Linea blu sono stati pensati per consentire la conservazione di 169 alberi e ridurre gli abbattimenti del 24% rispetto alle idee progettuali iniziali, e una volta terminati i lavori, il Comune di Milano si è impegnato a piantare 1.900 nuovi alberi lungo la linea collegando le tante aree verdi presenti sul tracciato, dal Parco Forlanini all’Idroscalo fino al Parco delle Risaie. Anche in fase di costruzione le attività sono state svolte per cercare di ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente, e per ridurre al massimo l’impatto del cantiere sui cittadini, come ad esempio lo smaltimento della terra di scavo delle gallerie mediante nastri trasportatori sotterranei invece di ricorrere all’utilizzo dei camion nel centro della città. 

 

 

(Adnkronos)