(Adnkronos) – La guardia di finanza di Milano sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo d’urgenza da 47,7 milioni di euro nei confronti di Esselunga, nell’ambito di un’indagine della procura di Milano su una presunta “somministrazione illecita di manodopera”.
Le indagini, eseguite dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano con la collaborazione del settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno rivelato – si legge in una nota della procura di Milano – “una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un oltre 221 milioni di euro, più Iva superiore a 47 milioni di euro”.
Rapporti di lavoro con Esselunga ‘schermati’ da società ‘filtro’, che a loro volta si sarebbero avvalse di cooperative ‘serbatoio’, che avrebbero “sistematicamente omesso il versamento Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”: questo lo schema di frode ipotizzato dalla procura di Milano.
Sono in corso – fa sapere la procura in una nota – anche diverse perquisizioni nei confronti di persone fisiche e giuridiche coinvolte nell’indagine tra le province di Milano, Novara e Bergamo, a cui i finanziari stanno notificando informazioni di garanzia “oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società”.
L’indagine della Guardia di finanza di Milano, coordinata dal pm Paolo Storari, riguarda gli anni fiscali 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021. Indagati sono la stessa società, il suo attuale chief financial officer (cfo) e il suo predecessore. I due, firmatari delle dichiarazioni Iva di Esselunga, il primo fino al 2021 e il secondo dal 2022, sono indagati per frode fiscale per essersi “in tempi diversi e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso” avvalsi di fatture per operazioni inesistenti, simulando contratti di appalto invece che di somministrazione di manodopera. Esselunga avrebbe così ottenuto un vantaggio patrimoniale di quasi 41,5 milioni di euro.