(Adnkronos) – “Il voto di giugno non è soltanto politico, ma è un voto anche di cambiamento sociale, economico. Per far sì che il prossimo sia un quinquennio che coinvolga i giovani è necessario che, in vista delle prossime elezioni europee, ci sia un ascolto puntuale di quelli che sono i bisogni, le necessità dei ragazzi e delle ragazze del nostro paese”. Lo ha detto Maria Cristina Pisani, presidente Consiglio nazionale dei giovani questa mattina all’evento ‘Giovani Sogni’, organizzato a Napoli dal Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, insieme con Consiglio nazionale giovani e Agenzia italiana per la gioventù, all’interno della campagna istituzionale ‘Usa il tuo voto’ per sensibilizzare, alle elezioni europee dell’8-9 giugno 2024, la partecipazione, soprattutto dei giovani.
Da un’indagine recente emerge che “a differenza di quanto si pensi – continua Pisani – i giovani hanno un legame e una fiducia verso le istituzioni europee maggiore di quella nazionale e territoriale. E questa è un’opportunità che dobbiamo saper cogliere. Stiamo lavorando tantissimo, come Consiglio nazionale dei giovani, per cercare di rafforzare al massimo i processi di partecipazione, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, per” favorire “la partecipazione. Il nostro è un paese che ha tantissimi ostacoli da superare, anche normativamente, per consentire ai giovani una maggiore partecipazione”. La presenza dei giovani nei processi decisionali “è fondamentale per poter determinare dei cambiamenti realmente sostenibili per il nostro Paese, ma anche nella dimensione europea. Ci sono tantissime opportunità: dai programmi Erasmus a processi come quello del dialogo strutturato. Dobbiamo” dirlo ai ragazzi perché “possano essere reali protagonisti del cambiamento”.
Sulla parità di genere, un rapporto che ha indagato “annunci di lavoro – illustra Pisani – ha rivelato che l’unica professione declinata al femminile era ‘segretaria’, il resto era al maschile. Le giovani donne vivono il quadruplo delle vessazioni dei maltrattamenti, di mancate retribuzioni e svolgono mansioni diverse dalle pattuite. Nel 2022 gli under 32 neoassunti guadagnano in media 17mila euro, le ragazze 13mila, a parità di mansioni. Dobbiamo scardinare certi meccanismi e contesti culturali che hanno forti ripercussioni sociali. Siamo la generazione più preparata di sempre, eppure siamo tra le più povere, la prima a stare peggio dei padri. Le donne giovani stanno ancora peggio. Se è vero che c’è stato un grande processo di emancipazione – conclude – ne serve uno di liberazione per avere pari opportunità nelle diversità. Non chiediamo di essere uguali agli uomini, la sensibilità femminile è necessaria al Paese, ma serve un lavoro culturale e legislativo per dare alle giovani donne le opportunità che meritiamo”.