(Adnkronos) – La notizia di Elena, malata terminale, morta in Svizzera “mi ha dato ancora più forza per battermi. Perché io voglio e pretendo di morire in Italia”. A parlare è Stefano Gheller, il 49enne di Cassola (Vicenza) che circa un mese fa ha deciso di scrivere una lettera all’Ulss 7 Pedemontana per chiedere “di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito”. “La commissione è venuta a casa – racconta all’Adnkronos – Ora attendo mi chiamino per fare un esame del Dna per sapere esattamente che malattia ho. La mia distrofia è la facio scapolo omerale, ma ci sono due tipi: una più aggressiva e una meno. Comunque, qualsiasi sia il risultato non cambia molto. Me l’hanno chiesta e io ho dato piena disponibilità. Mi hanno anche detto che faranno tutto il prima possibile”.
“Non solo per la mia storia, con l’Associazione Luca Coscioni stiamo lottando assieme anche sul fronte disabili. Stiamo portando avanti dei progetti assieme, come l’assistenza sessuale alle persone con disabilità che in altri Stati europei è riconosciuta. Io mi sono messo in gioco e a disposizione per difendere i loro diritti”, sottolinea Gheller. Che poi dice di ammirare molto Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, il quale si è autodenunciato dopo aver accompagnato Elena in una clinica in Svizzera. “Marco Cappato per me è una persona unica, guai non ci fosse, ho una stima immensa di lui e tutti gli italiani dovrebbero ringraziarlo per le sue battaglie in nome della libertà”.
Appena appresa la notizia della morte in Svizzera di Elena, la 69enne veneta che, affetta da una grave patologia oncologica, aveva chiesto di potere accedere legalmente al suicidio assistito, Gheller ha scritto istintivamente un messaggio sulla sua pagina Facebook: “Riposa in pace Elena e vergogna all’Italia e allo stato Italiano che fa morire i propri cittadini in un altro stato, pagando un sacco di soldi. Da italiano mi vergogno tantissimo e dovremmo vergognarci tutti, se crediamo alla democrazia e alla libertà personale di ognuno quando non si lede nessuno”. (di Sibilla Bertollini)