“Al di là della svolta di prestazione, è stato evidentissimo lo stacco, c’è stato un cambio. E’ finito un ciclo, a mio modo di vedere, e ne è iniziato un altro. In 15 giorni è cambiato il mondo. E’ iniziato un ciclo nuovo che ha avuto il pregio di essere pulito, entusiasta, con tanti segnali positivi al suo interno ed ha coinvolto tantissimo la gente che guardava questi ragazzi giocare, per come ha interpretato la squadra le partite. E’ una bella squadra, appassionata, determinata, con un orgoglio importante nei confronti della maglia azzurra, con voglia di fare bene, non si vedevano egoismi, trasmettevano solo segnali positivi e poi giocavano molto bene a pallavolo, in maniera deliziosa. Quando vedo giocare in questo modo mi si apre il cuore e dico ‘si può fare'”. Lo ha detto Andrea Gardini, uno dei giocatori più vincenti della storia del volley italiano, all’Adnkronos sulla vittoria della Nazionale italiana di pallavolo maschile agli Europei per la settima volta.
“E’ stata una esperienza bellissima, qualcuno richiamava gli eventi del 1989 quando è iniziato il percorso del nostro gruppo e devo dire che ci vedo tante similitudini. Anche allora ci fu la chiusura di un ciclo vecchio, un cambio di allenatore, tutti ragazzi nuovi, tranne Lucchetta, eravamo una squadra completamente giovane, con Velasco alla guida, poco accreditata da tutti, ma che ha aperto un percorso bellissimo e le similitudini sono tantissime, come anche l’entusiamo di quel periodo mi è sembrato di vederlo in questa squadra. E’ un bellissimo parallelo dopo qualche anno. Mi ha dato quasi un senso di pelle d’oca”, ha aggiunto Gardini. “Sembra l’anno zero da settembre di quest’anno della Nazionale di italiana maschile di pallavolo. Io durante il torneo dicevo di avere solo sensazioni buonissime di questa squadra, quindi quando ci sono è difficile che le cose vadano male. Mi ha dato una grandissima soddisfazione”.
Il ct Fefè De Giorgi ha dato una mentalità nuova a questa squadra dopo le Olimpiadi di Tokyo. “Quando cambi la maggior parte dei giocatori e porti una mentalità nuova non hai tanti ostacoli. L’impronta che ha dato De Giorgi è di un cambio generazionale molto importante. Doveva prendere delle decisioni che comportano anche dei rischi. I giovani poi fanno quello che gli si dice, se li indirizzi loro ti seguono anche nel lavoro duro e nelle grandi fatiche, sono se vuoi migliori di noi un tempo, sono molto più smart. La cosa meravigliosa e bellissima è che è stato fatto in 15 giorni. Questo dimostra che i giovani hanno questa capacità di cambiare. Oggi sono deliziato. Come nell”89 nessuno ci credeva”, ha proseguito Gardini, argento ad Atlanta e bronzo a Sydney.
“Questa squadra con una Slovenia di altissimo livello ha giocato una finale importante, battendo una grande squadra. Ora bisogna godersi quanto è stato fatto, e vedere cosa fare per continuare questa salita. Se è un anno zero, bisogna metterci gli anni successivi. Anche nel nostro gruppo sono entrati e usciti in tantissimi giocatori, l’importante è che quello spirito e quell’anima rimangano la base di tutto quello che fanno, poi quando si fanno queste cose, come diceva un vecchio coach, ‘il punteggio si fa da solo'”, ha aggiunto il tecnico. “Parliamo di Giannelli come un veterano ma ha 22 anni, è un veterano giovane che si cala bene in questo gruppo, ho visto tutte le tesserine giuste al posto giusto. Vedo solo un bel futuro”, ha aggiunto Gardini che nel gennaio 2021 è approdato allo Jastrzębski Węgiel dove ha vinto il campionato.
“Ora in Polonia iniziamo la nuova stagione. Lo scorso anno sono passato dalle stalle alle stelle, dall’esonero in Italia ad una squadra che stava affondando e che abbiamo portato a vincere il titolo contro la squadra che giocava la miglior pallavolo d’Europa lo Zaksa. Non so cosa succederà in questa stagione. In Polonia abbiamo raggiunto un grande successo dopo 20 anni, e ora vogliamo riprovare anche se i miracoli non avvengono sempre, poi vedremo. Tornare in Italia? Magari, tornerei di corsa”, ha concluso Gardini.