Gori (Fondaz. Aiom): “Reti oncologiche regionali per diagnosi e cure migliori”

“Per assicurare ai pazienti la parità di accesso alla diagnostica e ai nuovi farmaci è necessario che diventino realtà le reti oncologiche regionali, per permettere ai pazienti di essere trattati in un meccanismo organizzativo che unisce strutture, professionalità e tecnologia, al fine di migliorare la loro sopravvivenza”. Così Stefania Gori, presidente della Fondazione Aiom e della Rete oncologica pazienti Italia (Ropi), è intervenuta sottolineando l’importanza delle reti oncologiche regionali durante l’incontro on line “Nuove strategie per la lotta ai tumori del polmone”, promosso da The European House Ambrosetti con il contributo non condizionante di Amgen. 

“Due recenti studi – ha spiegato l’esperta – evidenziano che la sopravvivenza al carcinoma della mammella è più alta se la donna viene operata in un centro ad alta frequenza di attività, e che la mortalità è ridotta se è seguita da un gruppo multidisciplinare, così come uno studio Usa ha dimostrato che la sopravvivenza di chi è affetto dal tumore della testa e del collo è migliore se c’è un accesso veloce alla radioterapia”. 

“È importante capire che oltre ai farmaci è molto importante il valore delle organizzazioni – ha concluso Gori – e va detto che la situazione negli ultimi anni è migliorata, in 15 regioni sono stati definiti protocolli e linee guida, ma c’è ancora molto da fare, le reti devono assicurare l’accurata selezione dei pazienti usando tutte le metodiche disponibili fino ai test Ngs” che consentono una valutazione simultanea di decine di alterazioni genetiche sui carcinomi polmonari non a piccole cellule, “che rappresentano l’avanguardia”.  

(Adnkronos)