Governo Meloni, mare, infrastrutture e Pnrr: il gioco delle deleghe

(Adnkronos) – Il Governo Meloni nasce con un incastro di equilibri. Succede sempre ma questa volta sarà il gioco delle deleghe, che verranno assegnate nei prossimi giorni a determinare fino in fondo gli spazi di manovra dei singoli ministri e dei singoli ministeri. In ballo ci sono le competenze del nuovo ministero del Mare, soprattutto in relazione a quello delle Infrastrutture, e anche quelle sul Pnrr, che riguardano direttamente diversi ministeri. 

Il tema non è solo formale. Sul piano sostanziale, in ballo c’è l’apporto che darà al governo Matteo Salvini, nella duplice veste di ministro delle Infrastrutture e di vicepremier. Non a caso, subito dopo la lettura della lista dei ministri da parte del premier Giorgia Meloni, sono arrivate le prime puntualizzazioni. “Le deleghe del ministro Musumeci”, per il Mare e per il Sud, “non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo al ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili”, che sarà guidato da Matteo Salvini, hanno sottolineano fonti della Lega. 

La scelta di Giorgia Meloni di costruire un governo particolarmente solido da un punto di vista politico, con il coinvolgimento in ruoli chiave di personalità considerate di assoluta fedeltà, ha risposto all’esigenza di neutralizzare prima ancora di partire le potenziali spinte ‘non ortodosse’ degli alleati Lega e Forza Italia. 

L’asse portante del governo, Economia-Esteri-Difesa-Interno-Giustizia, è saldamente ancorata alle linee guida imprescindibili per questo governo, la collocazione atlantista e un misurato europeismo ma anche la centralità di Fratelli d’Italia (Crosetto e Nordio) e il legame con le anime più affidabili degli alleati (Giorgetti, Tajani) e con un tecnico considerato di area (Piantedosi).  

L’attribuzione delle deleghe e il funzionamento collegiale del governo dovrà garantire un apporto funzionale al risultato, ma anche un argine alle ingerenze che dovessero arrivare, direttamente o indirettamente, da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. (di Fabio Insenga)  

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