(Adnkronos) – E’ stata ”una notte senza chiudere occhio” quella appena trascorsa a Mykolaiv. Una notte di ”bombardamenti continui, di missili, boati fortissimi, non sapevo se scappare in cantina o meno”. Lo racconta all’Adnkronos il siciliano Salvatore Barone, da 17 anni in Ucraina e da 14 non più rientrato in Italia. Dall’inizio della guerra “resto sempre in casa, con mia moglie ucraina, mia figlia di 6 anni e mio figlio di 17. Vado solo a fare la spesa, di fronte a casa mia ci sono i due supermercati più grandi di Mykolaiv. L’altro giorno ho trovato tre cadaveri davanti a casa”.
Barone vive alla periferia di Mykolaiv, ”verso Kherson”, e in città le ”strade sono tutte transennate, piene di soldati e di posti di blocco”. Si continua a combattere, spiega, soprattutto verso Kherson dove ”i nostri sono a 30 chilometri di distanza, continuano a combattere, a resistere”. Tanto che ”il presidente Zelensky per decreto ha riconosciuto Mykolaiv come città eroica. Sì, ci sono 46 feriti ricoverati, qualche morto, ma la città resiste”, spiega Barone, originario di Niscemi.
Trasferitosi a Catania quando aveva 14 anni, ora dice che si sente “più ucraino che italiano. E forse diventerò ucraino a tutti gli effetti se continua così”, prosegue il pensionato italiano, un passato come sindacalista del Siulp. ”Qui mi trovo molto bene, speriamo che non arrivi qualche missile su di noi”, ha aggiunto. Intanto è pronta una ”cantina di 87 metri quadri, con i muri spessi di cemento di quasi un metro, per proteggerci”.