(Adnkronos) – Nel sedicesimo giorno di guerra si intensifica l’attacco della Russia all’Ucraina. Mentre l’Ue decide di imporre nuove sanzioni, arrivano news relative all’avanzamento delle truppe di Mosca, che hanno continuato a bombardare le città e sarebbero sempre più vicine a Kiev. Drammatica la situazione a Mariupol, dove le vittime civili sarebbero circa 1600. In serata pesanti bombardamenti da parte delle forze russe sono stati registrati intorno alla città di Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina. I video dei social media hanno mostrato incendi nella regione mentre Vitaliy Kim, capo dell’amministrazione della regione di Mykolaiv, ha parlato di “ostilità vicino a Guryivka”, a nord della città.
Intanto il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, ha smentito le aperture del presidente russo, Vladimir Putin, che aveva parlato di passi avanti nei negoziati tra Kiev e Mosca, assicurando che le trattative non hanno al momento prodotto alcun risultat
KIEV – Secondo fonti del Pentagono nelle ultime 24 ore si è invece avvicinato di più a Kiev il fronte dell’avanzata russa che si muove da nord ed ora si trova “tra i 20 ed i 30 chilometri” dal centro della città. Mentre quello che si muove da Est ora si stanno riposizionando intorno a Sumy a circa 15 chilometri dal centro della capitale
MARIUPOL – Le autorità di Mariupol hanno reso noto che sono 1.582 i civili uccisi a Mariupol da quando è iniziato l’assedio russo alla città nel sudest dell’Ucraina 12 giorni fa. Ieri l’evacuazione dalla città non è riuscita. Oggi “proveremo di nuovo”, ha detto la vicepremier e ministra per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati Irina Vereshchuk. Le autorità hanno chiesto alla Turchia di intercedere presso Mosca. “Il nostro governo non può parlare con il governo russo e quindi speriamo che il governo turco possa parlargli per salvare questi cittadini turchi assieme agli ucraini”, ha scritto su Telegram il consigliere municipale Petro Andryushchenko, riferendosi a 86 turchi, di cui 34 bambini, in trappola in una moschea. La città viene colpita senza sosta dagli attacchi e gli abitanti non riescono ad uscire, ha aggiunto. “Siamo pronti a qualsiasi operazione per evacuare i cittadini turchi ma per far questo la Turchia deve aiutarci a far cessare gli attacchi. Senza l’aiuto del governo turco credo che sia impossibile”.
CERNIHIV – A causa dei bombardamenti, la città di Cernihiv è sull’orlo di una catastrofe umanitaria: è rimasta senza luce, acqua, gas e riscaldamento”, afferma Lyudmyla Denysova, incaricata del Parlamento dell’Ucraina per i diritti umani. “Non è nemmeno possibile seppellire i morti nel cimitero cittadino”. “Più di 250mila persone attendono con timore la fredda notte e i prossimi attacchi aerei, che provocano decine di vittime di civili -aggiunge Denysova- I condotti acquiferi sono stati ripristinati in parte, ma ci vorranno almeno 3-4 giorni”. Il commissario per i diritti umani fa poi un appello: “Chiedo alla comunità internazionale di ascoltare l’Ucraina, e fermare gli attacchi aerei arbitrari di città e paesi pacifici da parte della Russia, chiudendo i cieli sopra il paese”.
SUMY – “La situazione umanitaria è molto complicata. La città di Ohtyrka è senza riscaldamento, distrutta. Fa freddo, di notte la temperatura scende a -15 gradi e in casa senza finestre e riscaldamento non ci si può stare. Ai civili non resta che spostarsi nelle case di altri centri abitati vicini, da soli passando per i boschi visto che la città è occupata. Ledebyn è occupata dai russi, che cacciano la gente in strada di notte e li costringe a rimanere vicino alle loro postazioni, ai loro mezzi militari per evitare che i nostri possano attaccarli. Danno fuoco alle case dei civili e li costringono a guardare. Non lo facevano neanche i nazisti. Per questo non capiamo perché ancora non arrivi un forte aiuto militare dal mondo”. Lo ha detto Dmytro Zhyvytskyy, governatore dell’amministrazione della regione di Sumy in collegamento con i canali tv ucraini poco fa. “I corridoi verdi ad oggi non sono stati confermati – continua – nei giorni precedenti abbiamo fatto evacuare da Trostyanets, Krasnopillia, Sumy circa 60mila civili. Tuttavia l’esercito russo non è così forte come si dice, i militari vengono catturati dai cittadini (104 a Sumy) dalla difesa territoriale: abbiamo visto quando colpivamo uno o due mezzi della colonna come i soldati poi scappavano nei boschi. Forse hanno tanti mezzi ma i loro uomini sono dei vigliacchi, forti solo a combattere con i civili”.
SANZIONI – Ed è in arrivo il quarto pacchetto di sanzioni contro Mosca da parte dell’Unione europea. E’ quanto ha anticipato la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen a Versailles, sottolineando che tali misure “isoleranno ulteriormente la Russia dal sistema economico globale” e “aumenteranno ulteriormente il costo per Putin dell’invasione dell’Ucraina”.
Gli Stati Uniti dal canto loro hanno imposto lo stop alle importazioni dalla Russia di caviale, vodka e diamanti. La decisione, che era stata anticipata da fonti della Casa Bianca alla Cnn, corrisponde al divieto imposto alle esportazioni di prodotti di lusso americani in Russia, a cui anche ha fatto riferimento Biden nel suo discorso, che comprendono abbigliamento, gioielli, auto e tabacco. Ma l’elenco delle nuove sanzioni varate dall’Amministrazione Usa è lungo e ancora più vasto. Il documento, firmato da Biden e diffuso dalla Casa Bianca, prevede lo stop a: importazione di pesce, preparati del pesce (caviale), alcolici, diamanti non industriali; esportazione o vendita, diretta e indiretta, di beni di lusso a cittadini russi; investimenti in qualsiasi settore della Federazione Russa; esportazione o vendita di banconote in dollari. Sono infine vietate operazioni, finanziamenti e garanzie da parte di cittadini americani nei confronti di entità o persone della Federazione Russa.
G7 – Intanto i Paesi del G7 sono detti “uniti” e “determinati” nel ritenere Vladimir Putin e il suo “regime” responsabili “della guerra ingiustificata e senza provocazioni” scatenata contro l’Ucraina, che “ha già isolato la Russia dal mondo”, si legge nella nota congiunta diffusa dai leader del G7, che lanciano al mondo un appello affinché si unisca nella richiesta alla Russia di “fermare immediatamente” l’aggressione all’Ucraina e ritirare le sue forze. “Siamo solidali con coloro che con coraggio si stanno opponendo all’invasione”, affermano inoltre i leader, che chiedono alla Russia di “garantire” un accesso umanitario “sicuro” alle vittime dell’aggressione militare e di permettere il “passaggio sicuro” ai civili che intendono lasciare l’Ucraina.- “In aggiunta” alle misure già annunciate e messe in campo per isolare la Russia economicamente dal resto del mondo i Paesi del G7 si impegnano a compiere “ulteriori sforzi per ridurre la dipendenza dall’energia russa”, ma in maniera “ordinata” e in modo che vi sia tempo affinché siano garantite al mondo “forniture alternative sicure e sostenibili”. E’ quanto si legge nella nota congiunta diffusa dai leader del G7. I ‘7 Grandi’ confermano inoltre l’impegno per “isolare ulteriormente” la Russia dalle loro economie e dal sistema finanziario internazionale e si impegnano a “prendere ulteriori misure non appena possibile”. I Paesi del G7 sono “determinati nel contrastare i tentativi del regime russo di diffondere la disinformazione” sull’invasione dell’Ucraina. E’ uno degli impegni assunti dai leader del G7, che in una nota congiunta affermano il loro sostegno al “diritto dei russi ad un’informazione libera e non di parte”.
NEGOZIATI – Il ministro degli Esteri ucraino, Dmitri Kuleba, ha smentito le aperture del presidente russo, Vladimir Putin, che aveva parlato di passi avanti nei negoziati tra Kiev e Mosca, assicurando che le trattative non hanno al momento prodotto alcun risultato. “Mi risulta difficile capire a quale tipo di progresso si riferisca il presidente Putin perché i negoziati hanno fatto registrare zero progressi”, ha affermato Kuleba in un’intervista a Bloomberg. Kuleba però ha ribadito la disponibilità del suo paese a discutere di una dichiarazione di neutralità. “Se non possiamo essere membri della Nato, possiamo costruire qualcosa di simile alla Nato intorno a noi, paesi che possono dare garanzie di sicurezza all’Ucraina”, ha dichiarato, con riferimento ad organismi regionali di sicurezza.
CRIMINI GUERRA – La squadra investigativa inviata dal procuratore della Corte penale internazionale a far luce sulla situazione in Ucraina ha già iniziato l’attività di raccolta delle prove di eventuali crimini. Ad annunciarlo è stato lo stesso procuratore, Karim A.A. Khan. “Sto anche cercando personalmente di impegnarmi con tutte le parti interessate e le parti in conflitto con l’obiettivo di rafforzare i canali per la raccolta di informazioni pertinenti e promuovere un’azione coordinata verso il nostro obiettivo comune di garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere dei crimini che rientrano nella giurisdizione della Corte”. “Le indagini penali internazionali – aggiunge – richiedono il coinvolgimento di tutti coloro che possono detenere informazioni rilevanti per il nostro lavoro. In particolare, i testimoni, i sopravvissuti e le comunità colpite devono avere il potere di contribuire attivamente alle nostre indagini. Non possono esserci spettatori nel nostro sforzo per stabilire la verità e perseguire i presunti responsabili di crimini internazionali. Posso quindi annunciare oggi che il mio Ufficio ha istituito un portale dedicato attraverso il quale qualsiasi persona in grado di detenere informazioni rilevanti per la situazione in Ucraina può contattare i nostri investigatori. Incoraggio tutti coloro che hanno informazioni rilevanti a farsi avanti e contattare il nostro team attraverso questa piattaforma”, si legge nella dichiarazione divulgata dal sito della Corte.