(Adnkronos) – La Corte suprema delle Nazioni Unite ha ordinato a Israele di fermare “immediatamente” l’assalto militare alla città meridionale di Gaza, Rafah, affermando che la situazione umanitaria nel territorio palestinese è “disastrosa”. La sentenza, letta ad alta voce dal giudice Nawaf Salam presso la Corte internazionale di giustizia (CIG) dell’Aia, è stata emessa in risposta a una richiesta urgente presentata dal Sudafrica. Una sentenza respinta dallo Stato ebraico che ha proseguito anche ieri con i suoi raid, in particolare sul campo profughi di Shaboura, nel centro di Rafah secondo quanto riferito dalla Bbc. La rete britannica ha citato un attivista che si trova nel vicino ospedale kuwaitiano e ha parlato di boati terrificanti e dense colonne di fumo sul campo di Shaboura. Anche il Times of Israel ha rilanciato la notizia da fonti palestinesi che riferivano di un massiccio raid aereo israeliano nella zona di Shaboura.
”La Corte non è convinta che gli sforzi di evacuazione e le relative misure che Israele afferma di aver intrapreso per rafforzare la sicurezza dei civili nella Striscia di Gaza, e in particolare di quelli recentemente sfollati dal governatorato di Rafah, siano sufficienti ad alleviare l’immenso rischio che cui è esposta la popolazione palestinese a causa dell’offensiva militare a Rafah”, ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia dell’Aia Nawaf Salam. ”Israele – ha aggiunto – deve adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio”.
La Corte ha ordinato alle autorità israeliane di presentarsi entro un mese in tribunale per riferire sui progressi compiuti rispetto alle misure indicate oggi. Finora, ha sottolineato il giudice, le misure provvisorie adottate da Israele dopo il precedente verdetto della Cig su Gaza non hanno affrontato pienamente le conseguenze della situazione.Il Sudafrica ha giustificato la sua richiesta alla CIG sostenendo che le precedenti misure della Corte in relazione alla guerra di Gaza erano inadeguate.
Israele ha respinto la sentenza: “Le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia sono false, oltraggiose e moralmente ripugnanti”, hanno dichiarato in una nota congiunta il capo del Consiglio di sicurezza nazionale e il portavoce del ministero degli Affari esteri. Israele è “obbligato a continuare a combattere per far tornare i suoi ostaggi e garantire la sicurezza dei suoi cittadini, in qualsiasi momento e luogo, anche a Rafah”, ha dichiarato il ministro del gabinetto di guerra israeliano e leader del partito Unità nazionale, Benny Gantz, in una nota diffusa a seguito di un colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l’ordinanza della Corte internazionale di giustizia (Cig) su Rafah. “Continueremo ad agire secondo il diritto internazionale a Rafah e ovunque operiamo, e faremo ogni sforzo per evitare di recare danno alla popolazione civile. Non per il Tribunale dell’Aja, ma soprattutto per quello che siamo”, ha aggiunto. ”Fermare la guerra contro Hamas”, come chiesto dalla Corte internazionale di giustizia, equivarrebbe a ”un suicidio collettivo”, ha dichiarato il portavoce del governo di Israele David Mencer parlando alla Bbc. “Non c’è potere al mondo che ci possa spingere a commettere un suicidio pubblico, perché è di questo che si tratta se fermiamo la nostra guerra contro Hamas”, ha detto Mencer.
L’Autorità Palestinese dal canto suo ha chiesto di aumentare la pressione internazionale su Israele dopo la decisione della Corte Internazionale di Giustizia. La comunità internazionale dovrebbe costringere Israele ad attuare la decisione, ha dichiarato in una dichiarazione pubblicata a Ramallah venerdì. L’Autorità ritiene che la decisione della Corte confermi l’opinione che Israele stia commettendo crimini di guerra.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato che le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono “vincolanti” e “confida che le parti si conformino debitamente all’ordine della Corte”, ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. “In conformità con lo Statuto della Corte, il Segretario generale trasmetterà prontamente al Consiglio di sicurezza la notifica delle misure provvisorie ordinate dalla Corte”, ha dichiarato.
Sebbene le sentenze del massimo tribunale delle Nazioni Unite siano vincolanti, non ha modo di imporne il rispetto. Può però chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di agire.
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato il primo ministro e ministro degli Esteri e degli Emigrati dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Mustafa. “L’Italia, grazie alle sue posizioni equilibrate, vuole svolgere un ruolo di ponte e lavorerà con sempre maggiore intensità affinché si chiuda questa fase dello scontro militare a Gaza. In questo si inserisce la visita a Roma del Primo Ministro palestinese, che è la prima in Europa dal suo insediamento”, ha commentato Tajani. “Ho informato Mustafa – ha aggiunto – che il Governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi”.
“Siamo molto fieri che la nostra visita in Europa sia iniziata dall’Italia. Ringrazio il Governo italiano e il Ministro Tajani per l’invito. Apprezziamo, il ministro Tajani, il suo impegno per la pace e per il processo politico”, ha detto Mustafa a Tajani nel loro incontro alla Farnesina.