Israele-Hamas, la moglie di Netanyahu scrive al Papa: “Intervenga per gli ostaggi”

(Adnkronos) –
La moglie del premier israeliano Benjamin Netanyahu, Sara, scrive una lettera aperta a Papa Francesco per chiedere il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza. Nella missiva, di cui dà notizia il Times of Israel, chiede il suo “intervento personale” nella difficile situazione dei 129 ostaggi, rapiti il 7 ottobre da Hamas. “Santità, chiedo il suo intervento personale in questa questione. Per favore usate la vostra influenza per chiedere il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi senza indugio”, scrive il quotidiano israeliano. “Per favore chiedete anche alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e di consegnare loro medicinali vitali. Il vostro intervento potrebbe salvare vite preziose”. 

La moglie di Netanyahu evidenzia in particolare la difficile situazione della 25enne Noa Argamani, il cui volto è stato immortalato in strazianti riprese video. “Noa è stata rapita da un Festival musicale pacifico che si è trasformato in un massacro di Hamas. Il terrore nei suoi occhi era palpabile”, scrive nella lettera. “La madre di Noa, nata in Cina, sta combattendo contro un cancro al cervello al quarto stadio. In un videomessaggio, ha detto: ‘Non so quanto tempo mi resta. Desidero avere la possibilità di vedere la mia Noa, a casa. Noa, voglio dirti che se non ti vedo, sappi che abbiamo fatto tutto il possibile per farti liberare il prima possibile. Il mondo intero ti ama'”. 

Un piano in tre fasi sarebbe stato individuato dall’Egitto per arrivare al rilascio degli ostaggi ancora nelle mani del gruppo islamico palestinese. Lo ha reso noto la tv di proprietà saudita Asharq News, citando fonti vicine ai colloqui del Cairo tra funzionari egiziani e una delegazione di Hamas.  

La prima fase, riferiscono le stesse fonti, prevede una tregua di almeno due settimane durante la quale Hamas rilascerebbe 40 ostaggi israeliani tra cui donne, bambini e anziani malati. In cambio, Israele libererebbe 120 palestinesi dalle sue prigioni oltre a cessare le ostilità e a permettere l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. La seconda fase prevede colloqui palestinesi sponsorizzati dall’Egitto per porre fine alla ‘divisione’ intra-palestinese e creare un governo tecnico per gestire Gaza e la Cisgiordania. La terza e ultima fase, hanno precisato le fonti, prevede un cessate il fuoco totale e un accordo “globale” per il rilascio di tutti i militari israeliani detenuti da Hamas e da altre fazioni palestinesi, in cambio del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. Israele dovrebbe consentire allo stesso tempo il ritorno degli sfollati di Gaza nelle loro abitazioni. Secondo la stessa emittente, la proposta sarà discussa dall’ufficio politico di Hamas in Qatar.  

“Fatemi essere molto chiaro: questa sarà una guerra lunga”. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu non usa giri di parole per descrivere quelli che saranno i tempi di un conflitto che non vede la pace all’orizzonte. “Israele sta pagando un prezzo molto alto per la guerra” ha detto parlando della morte di 15 soldati nei combattimenti contro Hamas nella Striscia di Gaza. “I nostri pensieri vanno alle famiglie e la nostra solidarietà va alle giovani vite che sono state strappate nel fiore degli anni” ha aggiunto Netanyahu.  

Le azioni militari di Israele “non sono dettate da pressioni esterne” ha, inoltre, sottolineato,respingendo le notizie secondo cui gli Stati Uniti avrebbero convinto Israele a non allargare il conflitto oltre la Striscia di Gaza. 

Salgono a 152 i militari israeliani che hanno perso la vita dall’inizio della guerra con Hamas secondo i media dello Stato ebraico. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato la morte di altri otto soldati nell’operazione militare a Gaza, tutti tra i 19 e i 30 anni di età. Quattro di loro hanno perso la vita nel sud dell’enclave quando un razzo ha colpito il loro veicolo blindato e altri quattro in combattimento nella zona centrale di Gaza. 

E’ salito a 20.424 morti e 54.036 feriti il bilancio nella Striscia di Gaza dall’inizio delle operazioni militari di Israele. Lo ha indicato il ministero della Sanità di Gaza, secondo cui si contano 166 morti e 384 feriti solo nelle ultime 24 ore. 

Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, nel suo discorso in occasione del Natale, secondo quanto riporta l’agenzia Wafa, ha dichiarato: “Il sole della libertà e del nostro Stato indipendente con Gerusalemme Capitale sta inevitabilmente sorgendo, è quasi a portata di mano”. Abbas ha auspicato che questo Natale possa segnare la fine della guerra nella Striscia di Gaza, così come in tutti i Territori palestinesi e ha augurato prosperità e stabilità al popolo palestinese e a tutte le Nazioni. “Il fiume di sangue, gli immensi sacrifici, le difficoltà e l’eroica resilienza del nostro popolo nella sua terra sono lungo il cammino verso la libertà e la dignità”, ha aggiunto. 

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