Israele: “Nessuna tregua a Gaza. Hamas riconsegni ostaggi e si arrenda”

(Adnkronos) –
Non ci sarà “nessun cessate il fuoco” a Gaza fa sapere Israele che ad Hamas dice di arrendersi senza condizioni, di riconsegnare gli ostaggi. In questo modo “la guerra finirà”, ha assicurato il portavoce internazionale delle Forze di difesa israeliane (Idf), Jonathan Conricus, secondo le ultime news di oggi lunedì 23 ottobre 2023. In un’intervista all’Abc Conricus ha fatto inoltre sapere che, a oltre due settimane dall’attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre, le truppe di terra ”probabilmente” entreranno nella Striscia di Gaza nei prossimi giorni ”a meno che Hamas non si arrenda incondizionatamente”.  

Evitando di rispondere a una domanda sul rinvio dell’operazione di terra, Conricus ha spiegato che “se Hamas uscisse dai nascondigli sotterranei nei quali nasconde i civili israeliani, se restituisse i nostri ostaggi, che sono 212, e si arrendesse senza condizioni, allora la guerra finirebbe”. Ma “se non lo faranno, probabilmente dovremo intervenire e portare a termine” l’operazione di terra a Gaza. 

Nelle ultime 24 ore le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver colpito 320 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica nella Striscia di Gaza, spiegando che ci si sta concentrando su obiettivi terroristici che potrebbero causare danni alle forze israeliane. 

Durante la notte, si legge in una nota dell’Idf condivida sulla rete X, l’aeronautica israeliana ha colpito i tunnel dove si nascondevano gli agenti di Hamas e della Jihad islamica, siti militari, punti di osservazione e postazioni di mortai e missili anticarro. Le forze di fanteria, artiglieria e carri armati hanno inoltre colpito un certo numero di cellule terroristiche di Hamas a Gaza, inclusa una che pianificava di effettuare un attacco missilistico al confine. 

Le Idf hanno fatto sapere inoltre di aver condotto raid aerei contro una postazione di Hezbollah nel sud del Libano e di aver distrutto un lanciamissili. In una nota dell’Idf si legge che la cellula stava per compiere il lancio di un missile vicino alla città di confine di Shlomi. 

Hamas afferma che nella notte gli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza hanno ucciso almeno 60 palestinesi, mentre funzionari palestinesi affermano che più di 400 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore. Secondo le autorità di Gaza, dal 7 ottobre sono state uccise più di 4.650 persone nell’enclave assediata. 

I raid israeliani contro i palestinesi, iniziati nella notte, continuano questa mattina con decine di persone arrestate nella Cisgiordania occupata riferiscono i media palestinesi, secondo cui gli ultimi arresti sono avvenuti nella città di Hebron, dove 59 cittadini sono stati portati via dalle forze israeliane, tra cui 40 lavoratori della Striscia di Gaza, aggiunge l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. 

Il raid israeliano più violento ha avuto luogo nel campo profughi di Jalazone vicino a Ramallah, dove due persone sono state uccise e altre 20 sono state arrestate dopo gli scontri, secondo il ministero della Sanità palestinese. 

Le Forze di difesa israeliane hanno inoltre condotto raid aerei vicino a due ospedali di Gaza, quello di Al-Shifa e di Al-Quds. Lo sostiene l’agenzia di stampa palestinese Wafa, mentre al momento non ci sono conferme dall’Idf. Nelle scorse ore, però, i militari israeliani avevano diffuso fotografie in cui si vedevano lanciarazzi collocati da Hamas vicino a ospedali, scuole, parco giochi e anche una sede delle Nazioni Unite a Gaza. “Hamas mette direttamente in pericolo gli abitanti di Gaza, gli israeliani e la comunità internazionale”, hanno affermato le Idf condividendo le immagini. 

Duecentomila razzi e fino a centomila combattenti: tanta sarebbe la forza del movimento libanese sciita di Hezbollah secondo l’Institute for National Security Studies (Inss), un think tank indipendente con sede a Tel Aviv. L’istituto ribadisce che Hezbollah è sostenuto dall’Iran, che gli ha fornito ingenti scorte di armi.  

“Hezbollah è composto sia da soldati regolari sia da soldati di riserva, stimati tra i 50.000 e i 100.000 combattenti”, afferma il rapporto. Il gruppo riceve “sostegno esterno” da attivisti sciiti, compresi quelli provenienti da paesi vicini come Afghanistan, Pakistan, Siria e Iraq, afferma il documento. 

Hezbollah vanta “impressionanti mezzi di attacco”, prosegue il rapporto, che parla di un vasto arsenale compreso tra 150.000 e 200.000 razzi, mitragliatrici e missili. 

Quattordici camion con aiuti umanitari sono entrati nella notte nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah con l’Egitto, ha affermato dal canto suo Juliette Touma, direttrice delle comunicazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. 

Due palestinesi sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti in Cisgiordania in scontri con le Forze di difesa israeliane (Idf) nel campo profughi di Jalazone. Lo riferisce il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). 

Il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdollahian ha avuto un colloquio telefonico con il leader di Hamas Ismail Haniyeh e con il numero uno della Jihad Islamica Ziad Nakhale. Lo scrive lo stesso Amirabdollahian in un tweet, affermando che ”la resistenza è forte dalla parte della Palestina”. Il capo della diplomazia iraniana aggiunge che ”la struttura politica e della sicurezza del regime israeliano è crollata e la sua macchina da guerra funziona solo contro i civili”. 

“Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato e addolorato. Prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, alle vittime e ai loro familiari”. Così Papa Francesco ieri dopo l’Angelus da piazza San Pietro. “Penso alla grave la situazione umanitaria a Gaza, e mi addolora che anche l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi. La guerra, ogni guerra che è nel mondo, penso anche alla martoriata Ucraina, è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi, fermatevi”, ha ripetuto il Papa.  

“Il 27 ottobre prossimo – ha ricordato – ho indetto una giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza, e quella sera alle 18 in San Pietro vivremo un’ora di preghiera per implorare la pace nel mondo”.  

 

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