Istituto cultura russa: “Mai percepito clima così ostile, aperti al dialogo”

(Adnkronos) – L’istituto di cultura e lingua russa pubblica sul suo account Facebook un lungo post corredato di una foto dell’incontro ufficiale a Mosca tra Giovanni Gronchi e Nikita Krusciov del 1960. Nel post l’istituto ripercorre la sua storia, citando le “nostre radici” che “risalgono al secondo dopoguerra, quando nel 1946 si costituiscono le Associazioni Italia-Urss, che facilitano lo scambio culturale e sono frequentate da tutti”. E cita, oltre “a rappresentanti di diversi partiti politici”, “tanti intellettuali di primo piano tra cui ad esempio Moravia e Guttuso”, che “partecipano agli eventi culturali”.  

Ricorda quindi che l”Italia entra a far parte della Nato nel 1949 e nel 1955 si costituisce l’alleanza del Patto di Varsavia”. “Italia e URSS si ritrovano in due alleanze diverse, che si combattono durante il lungo periodo della Guerra Fredda e si reggono su modelli economici e sociali antagonisti”, scrive, osservando però come “nonostante le numerosi crisi internazionali che si sono susseguite, i fatti di Ungheria, la primavera di Praga, la guerra in Vietnam, la guerra in Afghanistan non abbiamo mai percepito un clima così ostile come quello attuale con persone che arrivano ad insultarsi a prescindere dal contenuto e dalle parole che vengono da noi utilizzate”.  

“La società italiana, intesa come capacità di comprendere la realtà ed essere consapevole della propria identità e cultura, ha fatto purtroppo giganteschi passi indietro”, si legge. “Siamo in una società in cui i pensieri sono piatti e polarizzati e la cultura politica è semplicemente svanita. Un fiero avversario dell’Unione Sovietica, Henry Kissinger, in una situazione come questa invoca la pace perché ne comprende l’estrema pericolosità. La guerra delle parole in Italia è già iniziata. Non c’è tempo per capire, si viene su questa pagina e anche quando cerchiamo, in ogni modo, il dialogo, si trova il pretesto per offendere, dileggiare, discriminare. Noi restiamo aperti al dialogo, ai valori alti della politica intesa come possibilità di dialogare senza sopraffazione e arroganza. Veniamo da una lunga storia, segnata anche da momenti di tensione”.  

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