Italia-All Blacks, Michele Lamaro nuovo capitano azzurro: “In campo senza paura”

“Essere il capitano azzurro è un grande onore e una grande responsabilità. Più si avvicina la partita e più inizio ha sentire la sensazione della sfida e questo mi porta un grande orgoglio. Anche se avremo davanti gli All Blacks non mi tremeranno le gambe. È quello che mi piace fare, non c’è paura. Scendere in campo è sempre bello, e essere a Roma con lo stadio pieno e gli amici che mi guardano sarà una cosa che sentirò sulla pelle”. Michele Lamaro, 23enne capitano del Benetton Rugby e da qualche giorno anche capitano della nazionale azzurra, racconta all’Adnkronos, le sensazioni a pochi giorni dalla sfida con gli All Blacks allo stadio Olimpico di Roma. Il capitano azzurro è nato a Roma e sentirà sensazioni ancora più forti scendendo in campo. Era da 46 anni che il leader del XV azzurro non era nato nella Capitale. 

“Per questa partita noi stiamo pensando molto a noi, studiando gli avversari, come giocano, difendono e attaccano, ma il nostro focus è incentrato sulla nostra prestazione, su quello che noi possiamo controllare. Loro sono forti e lo devono dimostrare e farlo vedere in campo. Noi dobbiamo riuscire a far vedere di essere un gruppo unito e a mettere in campo tutto quello che possiamo. Battere gli All Blacks? Si gioca sempre per provare a vincere, per mettere in difficoltà l’avversario, è chiaro che ogni partita è diversa in base all’avversario che hai di fronte. Se ci sarà la possibilità di vincere con gli All Blacks faremo di tutto per riuscirci”. 

Si torna all’Olimpico davanti al pubblico. “Sarà una emozione in più avere il pubblico e anche i campioni olimpici e paralimpici a tifare per noi. Hanno rappresentato al meglio quello che è l’Italia e speriamo di fare lo stesso anche con la nostra nazionale. Io sono appassionato di tutti gli sport, ho seguito tutte le Olimpiadi, non mi sono perso neanche una gara e seguo anche un po’ il calcio e sono un tifoso della Roma”, ha confessato il capitano azzurro. 

Lamaro ha come modello nel rugby Richard Hugh “Richie” McCaw, terza linea della Nuova Zelanda per tanti anni. “E’ stato un grande, non solo tecnicamente ma anche come leadership, ed è riuscito a trasmettere tanto alla squadra, è sempre stato un punto di riferimento per i suoi compagni”, ha spiegato il capitano azzurro che sul nuovo ct Kieran Crowley anche lui neozelandese, ha poi aggiunto: “il ct ci ha detto che è importante la mentalità, ha giocato e allenato per la Nuova Zelanda e li conosce molto bene. Conosce la loro mentalità ed è riuscito a trasmettere quello che pensano e come ragionano e ad ispirarci”.  

Allo stadio ci sarà anche la famiglia di Michele Lamaro che ha altri cinque fratelli: “in tutto siamo 2 sorelle e 4 fratelli, a rugby giocavano mio fratello più grande Pietro e più piccolo Paolo, poi hanno smesso entrambi”. Il giovane azzurro quando gli è stata annunciata la decisione che sarebbe stato capitano ha spiegato di essere “contento per la mia famiglia, per averli resi orgogliosi. Ero felice per me, per aver raggiunto un grande risultato, ma dall’altra parte mi sono focalizzato sul dover ricompensare tutta questa fiducia che mi è stata data. Ero contento per la famiglia, per me stesso ed ero pronto per portare avanti questo lavoro e la mia idea di leader e capitano”.
 

“Come si può fare ad elevare il livello del rugby italiano? Se avessi la risposta…si cerca sempre di alzare il livello di base. Io mi focalizzo sul mio per ora, su quello che posso controllare in campo”, ha concluso.  

(Adnkronos)