(Adnkronos) –
La Juventus ha commesso “un illecito disciplinare sportivo” e la penalizzazione di 15 punti nel processo sportivo per le plusvalenze è legata alla “particolare gravità” e alla “natura ripetuta e prolungata della violazione che il quadro probatorio emerso è in grado di dimostrare”. La Corte d’appello federale della Figc ha reso note le 36 pagine di motivazione alla base della sentenza che ha comminato 15 punti di penalizzazione alla società bianconera e ha punito con inibizioni di diversa durata gli ex dirigenti del club.
Nelle 36 pagine delle motivazioni la Corte Federale della Figc spiega che sulla questione plusvalenze a carico della Juventus “c’è una aggravante distintiva rispetto a qualunque precedente: proprio con specifico riguardo alla FC Juventus spa, colpisce la pervasività ad ogni livello della consapevolezza della artificiosità del ‘modus operandi’ della società stessa”.
Nel documento, si fa riferimento in particolare al cosiddetto ‘Libro Nero’ dell’ex dirigente Fabio Paratici. La Corte cita “l’inquietante “Libro Nero di FP” (cioè Fabio Paratici). Un tale documento, si noti, non è mai stato disconosciuto dal redattore (Federico Cherubini, ds della Juve, ndr) ed è stato difeso dalla FC Juventus S.p.A. che, unitamente al predetto dirigente, lo ha fatto proprio, solo proponendone una interpretazione diversa rispetto a quella offerta dalla Procura federale, sostenendo si trattasse di un normale ‘appunto’ di lavoro”.
Secondo l’organo giudicante, “ora, l’elemento dimostrativo più rilevante, ad avviso della Corte federale, non è solo il contenuto testuale di detto “Libro Nero di FP”, di per sé sin troppo esplicito. Rileva piuttosto (quale conferma irredimibile del relativo esatto contenuto) il contesto nel quale esso è stato redatto. Emerge, invero, che detto ‘Libro’ fosse stato preparato dal Cherubini come documento da utilizzare nella propria discussione con Paratici in fase di negoziazione del proprio rinnovo contrattuale (la circostanza è confermata dalle stesse dichiarazioni del Cherubini; si veda il file n. 656108 trasmesso alla Procura federale dalla Procura della Repubblica)”. Secondo la Corte, “ben si comprende, ad una lettura distaccata di una simile circostanza, la capacità disvelatrice di detto Libro Nero. È evidente che Cherubini era pronto a contraddire con Paratici per discutere il proprio contratto (accettandolo o rifiutandolo, non importa) ed era pronto a mettere sul tavolo della discussione quelle che lo stesso Cherubini riteneva essere importanti “differenze di vedute”: cioè il fatto che Fabio Paratici avesse costantemente operato attraverso un sistema di plusvalenze artificiali”. “Ed è chiaro che nello scrivere il ‘Libro Nero di FP’, Cherubini rappresentava fatti veri che oggi non possono più essere efficacemente rinnegati”.
“È per questa ragione che il mancato disconoscimento del documento e la mancata presa di distanza da esso della FC Juventus S.p.A. – a prescindere da ogni ulteriore rilevanza – ha una portata devastante sul piano della lealtà sportiva”, afferma la corte. “Tutte queste considerazioni -si legge ancora nelle motivazioni- portano dunque ad una sanzione che deve essere proporzionata anche all’inevitabile alterazione del risultato sportivo che ne è conseguita tentando di rimediare ad una tale alterazione, così come deve essere proporzionata al mancato rispetto dei principi di corretta gestione che lo stesso Statuto della Figc impone quale clausola di carattere generale in capo alle società sportive (art. 19)”.