La prof di Rovigo: “Io derisa e umiliata e ora vogliono farmi passare per responsabile”

(Adnkronos) – ”Sono stata derisa e umiliata, è vero le scuse le ho ricevute, e l’ho sempre detto, ma questo non cambia la gravità della vicenda che ho subito”. Maria Cristina Finatti, la docente dell’Itis Viola Marchesini di Rovigo, colpita con dei pallini sparati da una pistola ad aria compressa da uno studente mentre un compagno filmava la scena, torna a parlare, costretta a replicare all’annuncio di una possibile querela da parte del legale della famiglia del giovane. ”Non ho più la serenità – sottolinea all’Adnkronos – e adesso arriviamo al colmo: sembra addirittura che sia io la responsabile di questa situazione”.  

All’avvocato dello studente, secondo cui la prof avrebbe diffuso notizie ritenute “non veritiere” sul mancato pentimento del ragazzo, Finatti replica: ”Ho sempre detto che lui si è scusato, e anche i genitori si sono scusati. Le scuse però non attenuano il mio dispiacere per tutta questa vicenda. Il gesto che ha fatto è tanto, tanto grave – dice amareggiata la prof – Sono rimasta molto male per quello che è successo. Mi ha sparato contro un sacco di colpi con quella pistola ad aria compressa e con quel video mi hanno annientato. Avevo la mia professionalità, ed è stata intaccata”.  

Quanto alle scuse, “dopo i fatti – racconta la docente – il padre del ragazzo è andato a scuola dalla preside e lei mi ha telefonato per avvisarmi. Io ero già a casa. A quel punto mi ha inviato una mail con le scuse. Poi ci siamo sentiti per telefono. Nei giorni successivi il ragazzo ha continuato a seguire le lezioni a scuola regolarmente e non ha più fatto nulla”. In ogni caso, ci tiene a precisare Maria Cristina Finatti, ”lui è stato l’unico a scusarsi, e il padre l’unico genitore che è venuto a scuola. Anche se di fatto tutta la classe ha partecipato a quell’episodio, gli altri, compreso l’autore del video, si sono comportati come se nulla fosse. Mi hanno deriso, e c’è perfino chi, dopo i fatti, ha scimmiottato la mia reazione, ma per questo nessuno mi ha chiesto scusa”.  

(di Giorgia Sodaro) 

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