L’amore materno di Maria per Gesù nell’opera di Howtan Re

(Adnkronos) – Sculture che ritraggono coppie di volti, raffiguranti un Gesù dai tratti decisi e delineati e Maria, caratterizzata invece da lineamenti impercettibili e celati da veli. E’ l’installazione ‘Mulier, Ecce Filius Tuus’ di Howtan Re, artista musulmano di origini iraniane. Molto affascinato dalle figure di Gesù e Maria, Howtan riesce a restituire l’esperienza del dolore che, nella sua drammaticità, traspare nello sguardo di Cristo sofferente che incrocia quello di sua madre, mentre risuonano le parole pronunciate sulla croce: ‘Donna, ecco tuo figlio’ (Gv 19, 26), con cui affida ogni uomo al suo amore materno.  

L’esposizione, che verrà presentata venerdì 3 marzo alle ore 18,30 nella Sagrestia della Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma, con ingresso da via del Babuino 198, si inserisce nel tradizionale ciclo Arte e Liturgia del progetto ‘Una porta verso l’infinito: L’Uomo e l’Assoluto nell’arte’, promosso da monsignor Walter Insero, Rettore della Basilica. “Anche quest’anno, per la Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua ho chiesto a un artista di aiutarci, attraverso il messaggio e il linguaggio delle sue opere, a meditare su un aspetto del mistero cristiano che celebriamo nella fede”, dice monsignor Insero. 

Il fine delle creazioni di Howtan Re è di dare origine a un movimento armonioso e di riflessione verso la vita, in quello che per l’Iran è uno dei momenti storici tra i più difficili e dolorosi che il mondo contemporaneo ricordi. Un messaggio di pace che aiuti a elaborare il senso di lutto che l’autore prova per le donne iraniane. Si tratta di un percorso doloroso ma costruttivo, attraverso il quale Howtan Re si accosta con umiltà alla rappresentazione del volto della madre di Gesù: la Madonna. La volontà dello scultore è proprio quella di esprimere, per mezzo dell’arte, il suo rispetto e la sua devozione per colei che considera “mia signora” (dal latino mea domina – Madonna). 

L’artista considera la possibilità di superare l’ingiustizia e la sofferenza, una lotta essenziale all’interno della sua opera, e non cede alla tentazione della rinuncia, del disimpegno: crede ostinatamente nell’uomo che si apre all’incontro con Dio. Secondo Howtan non c’è ombra senza luce o, quanto meno, senza una speranza di luce. “Sono felice ed emozionato di condividere la mia ispirazione e il frutto del mio lavoro in una basilica cristiana ricca di storia, arte e fede, dove mi sono sentito accolto e posso testimoniare il valore della spiritualità nella mia vita personale e artistica”, spiega l’artista. 

È così che le opere di questo artista, musulmano di origine iraniana, ma di identità italiana, diventano un ponte tra due religioni e culture. In virtù della sua sensibilità e prossimità all’esperienza cristiana, l’installazione ‘Mulier, Ecce Filius Tuus’ viene realizzata nella Chiesa degli Artisti, una delle chiese barocche più celebri e note della capitale, che, a partire dal 1953, divenne sede della cosiddetta Messa degli Artisti: da circa 70 anni, tutte le domeniche ha luogo una solenne celebrazione eucaristica, animata dagli artisti, a cui prendono parte esponenti del mondo dell’arte e della cultura. 

Howtan Re è nato a Teheran nel 1974. È scultore, fotografo e autore di lavori dal linguaggio diretto e dal carattere provocatorio, da sempre apprezzati nelle più importanti gallerie del mondo. La sua opera, fortemente influenzata dalle sue origini, pone al centro una figura femminile ispirata a quella della madre, donna iraniana che ha trovato la propria indipendenza in Italia senza mai perdere il legame con le tradizioni della sua terra. Di conseguenza l’opera di Howtan Re si sviluppa da un miscuglio di culture il cui risultato sono “visioni movimentistiche” (Barbara Martusciello), che obbligano a pensare.  

Alla presentazione interverranno Gianluigi Recuperati, scrittore, saggista e curatore, e Pegah Moshir Pour, Consulente e attivista per i diritti umani e digitali, l’artista Howtan Re e monsignor Walter Insero, Rettore della Basilica Santa Maria in Monte Santo.  

“Non bisogna smettere di ribadire le proprie idee -commenta Howtan Re- la libertà in tutte le sue espressioni perché il combattimento attraverso l’Arte è il nutrimento per la nostra anima. Se avessi rinunciato per qualche ragione al bisogno di esprimermi attraverso le mie opere per il ‘pregiudizio’ non sarei la persona che sono. La mia emozione durante la creazione delle mie opere deve contaminare le persone per obbligarle a sorridere con il cuore verso le prospettive future dove tutti siamo liberi di esprimerci secondo la nostra cultura”. 

(Adnkronos)