(Adnkronos) – “Era ovvia la posizione della Procura generale che, d’altra parte, da quando c’era Roberto Scarpinato, ha sempre perseguitato il dottor Contrada. Adesso sarebbe stato incoerente non prendere una posizione diversa. Hanno tentato di buttare fumo negli occhi elencando una serie di condotte che non sono mai state accertate definitivamente se non da una sentenza che è stata annullata dalla Corte europea per i diritti delll’uomo”. Lo ha detto all’Adnkronos l’avvocato Stefano Giordano, legale di Bruno Contrada, al termine dell’udienza davanti alla Corte d’appello per la domanda di riparazione per ingiusta detenzione. “Noi abbiamo ribadito le nostre ragioni seguendo il principio di diritto sancito dalla Corte di Cassazione – prosegue Giordano- che sostanzialmente fa capire, a nostro parere, che non era ammissibile l’intervento dello Stato. Quindi l’ordinanza di custodia cautelare e la condanna sono illegittime. Non dovevano essere emesse perché venendo meno il favoreggiamento e il concorso esterno non consentiva misure cautelari e, in ogni caso, il reato era già prescritto”. Parlando poi dei momenti di tensione in aula dopo che Bruno Contrada ha mostrata in aula al pg Carlo Marzella il certificato penale, affermando a gran voce che “è nullo!”, l’avvocato Giordano spiega: “Carta canta, capisco lo sfogo del dottor Contrada. Un funzionario dello Stato ingiustamente condannato, perché così ha detto la Corte europea, secondo cui Contrada non andava né processato né condannato. Già il processo è stato un errore. Ne deriva che il dottor Contrada ha diritto a un indennizzo. Un bambino lo capisce invece c’è chi invece disconosce un principio basilare dello stato di diritto. Chi è stato ingiustamente condannato va risarcito”. “Aspetto con serenità la decisione dei giudici – dice – Ho visto un collegio sereno che ha ascoltato tutte le parti”.
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