(Adnkronos) – “Abbiamo depositato ufficialmente un nuovo ricorso presso il Tribunale di Napoli assistiti dal nostro legale Lorenzo Borrè, costretti dal perdurare della conduzione illegittima del M5S da parte di un manipolo di persone autoproclamatosi ‘dirigenza'”. Così all’Adnkronos Steven Hutchinson e gli altri ricorrenti pentastellati annunciando il nuovo ricorso contro le modifiche statutarie votate dal M5S.
“Il MoVimento al quale siamo iscritti non doveva essere questo e i risultati del nuovo corso del M5S condotto in modo oligarchico e vestito da partito sono sotto gli occhi di tutti, e restituiscono la cifra del danno che ha cagionato la nuova ‘dirigenza’ in violazione delle regole interne. Dunque siamo costretti a ricorrere ancora una volta alla giustizia, per difendere quei valori e quei principi nei quali, insieme a Gianroberto Casaleggio, abbiamo creduto e continuiamo a credere in questi anni e nei quali hanno creduto milioni di altri cittadini come noi”, proseguono gli attivisti M5S.
“Sino all’ultimo abbiamo sperato in un intervento riparatorio di Beppe Grillo in qualità di Garante, che nell’ultima occasione in cui il Tribunale di Napoli accolse le nostre istanze si dichiarò ‘condom per la protezione del Movimento’ ma purtroppo da parte sua c’è stato solo silenzio”, dicono all’Adnkronos Steven Hutchinson e gli altri ricorrenti pentastellati. “Con questo ricorso chiediamo l’annullamento di votazioni che poco hanno a che vedere con la democrazia assembleare e che ledono principi costituzionali fondamentali”, rimarcano gli attivisti, “quali la parità dei diritti degli associati e l’accessibilità alle cariche statutarie di tutti gli iscritti”.
“A chi derubrica le regole a cavilli abbiamo contestato 18 violazioni di carattere sostanziale, perché la democrazia è questione di sostanza. Abbiamo evidenziato le numerose criticità prima che si svolgessero le votazioni e di queste i ‘piani alti’ non hanno tenuto alcun conto, rifiutando qualsiasi confronto autenticamente assembleare, con la conseguenza che si è reso ancora una volta necessario il ricorso al Garante di ultima istanza, custode dei valori costituzionali: il Tribunale. Visto che quello previsto dallo Statuto è oramai inerte da tempo e si muove solo per stipulare contratti, come apprendiamo dalla stampa”, concludono i ricorrenti.