Il crollo dei consensi certificato dalle ultime amministrative, dove il M5S è riuscito a perdere in un colpo solo le roccaforti di Torino e Roma conquistate nel 2016; il malumore sempre più diffuso all’interno dei gruppi parlamentari, con il rischio di nuovi strappi una volta che saranno ufficializzate le nomine della ‘segreteria’ targata Giuseppe Conte. Non sfugge a Beppe Grillo il momento delicato che la sua creatura – alle prese con un difficile processo rifondativo – sta attraversando in questa fase convulsa della politica italiana. Chi ha avuto modo di sondare negli ultimi giorni gli umori del garante pentastellato racconta all’Adnkronos di un Grillo preoccupato per lo stato di salute del Movimento 5 Stelle e in particolare per la tenuta dei gruppi parlamentari: è il momento di stare compatti, il senso del ragionamento del co-fondatore M5S, il quale avrebbe sottolineato la necessità di un maggiore ascolto verso gli eletti e le loro istanze.
“C’è un gruppo di persone pronte ad abbandonare la nave: aspettano solo di capire quali figure sceglierà Conte come ‘vice’ e come componenti del Consiglio nazionale”, assicura una deputata, ‘off the records’. La diaspora intanto è già in corso per quanto riguarda i finanziamenti al partito: la campagna di fundraising interna è ferma al palo e non mancano i mugugni per il contratto d’affitto (dal costo di circa 12mila euro al mese) stipulato dai vertici grillini per la nuova, grande sede di Via di Campo Marzio n. 46 a due passi da Montecitorio.
Dopo la scoppola rimediata in occasione dell’ultima tornata elettorale, nei capannelli grillini, soprattutto alla Camera, regna un senso di spaesamento: “E’ arrivato il momento di analizzare la sconfitta e di parlare della direzione che vogliamo dare a questo Movimento. Ma se Conte è in tour, come facciamo ad affrontare seriamente questo discorso?”, si chiedono diversi parlamentari M5S chiamando in causa l’ex premier, che anche oggi si trova in Sicilia per sostenere i candidati 5 Stelle alle amministrative. Per il leader del Movimento resta da sciogliere il nodo dei ballottaggi. “Da Conte ci aspettiamo parole chiare su Gualtieri”, il tam tam che rimbalza nelle ultime ore tra gli onorevoli 5 Stelle: “Il M5S appoggerà o no il candidato del centrosinistra?”.
Interpellato sul tema in Sicilia, Conte ha speso parole d’elogio per il suo ex ministro dell’Economia ma ha anche riconosciuto che la situazione di Roma è “singolare”: “Sicuramente Gualtieri è una persona di valore, che può fare bene”, ha affermato il giurista di Volturara Appula, precisando però che nella Capitale “non è possibile rimuovere” quei “condizionamenti locali” che hanno visto M5S e Pd su due fronti opposti sia durante i 5 anni di consiliatura Raggi che durante l’ultima campagna elettorale.
L’ex inquilino di Palazzo Chigi ha anche bocciato l’ipotesi di un Ulivo 2.0: “Non ce lo vedo affatto il M5S a fare il ramo di un Ulivo… Riproporre vecchie formule adesso non credo abbia molto senso, il contesto è completamente diverso”. Parole che a molti sono sembrate un tentativo di tenere a bada l’ala del Movimento più insofferente all’abbraccio con il Partito democratico. Una compagine che potrebbe trovare nella sindaca uscente Raggi – voluta da Grillo nel nuovo Comitato di garanzia M5S – un punto di riferimento per il futuro.
Oggi la prima cittadina capitolina ha ricevuto il candidato del centrodestra Enrico Michetti. “E’ stato un incontro cordiale e collaborativo di carattere istituzionale”, ha spiegato Michetti, “il sindaco mi ha illustrato le sue priorità: mobilità, Expo 2030, periferie. Mi ha raccontato cosa è stato fatto, mi ha edotto sulle difficoltà e ha indicato i punti critici”. “Nessuna indicazione di voto, ho già detto che gli elettori non sono mandrie da portare al pascolo”, ha rimarcato Raggi dopo l’incontro: “Ho parlato delle priorità per dare una continuità al lavoro fatto” e “mi sembra che l’avvocato Michetti abbia recepito le esigenze, poi dovremo vederlo all’opera”. Lunedì 11 ottobre la sindaca vedrà Gualtieri. (di Antonio Atte)