Manovra 2023, da tetto contante a soglia Pos: gli ‘appunti’ del premier Meloni

(Adnkronos) – Difende l’operato del governo, in queste prime settimane di lavoro, lanciando una rubrica social dal titolo ‘Gli appunti di Giorgia”, primo appuntamento di una rubrica destinata a diventare un incontro fisso con i follower, che siano sostenitori o detrattori del suo esecutivo. Giorgia Meloni -giacca nera e t-shirt bianca, capelli raccolti e trucco leggero- si palesa su Facebook quasi a sorpresa, dopo un piccolo ‘antipasto’ in mattinata, con il post di una foto in cui veniva ritratto il suo quaderno d’appunti. Dai quali trae il ‘racconto’ dell’agenda di governo, dall’intervento sull’ergastolo ostativo passando dal dl anti-rave e al lavoro sulla manovra, dal Pos al tetto del contante, intervento sul reddito di cittadinanza compreso. “Sono molto soddisfatta di quanto fatto finora”, rivendica, concedendosi una battuta anche sugli attacchi della maggioranza sul fronte manovra: “La sinistra non è d’accordo sulla nostra impostazione economica? Menomale…”. 

“Non tutti forse sanno che l’anno in cui c’è stata meno evasione fiscale è stato il 2010”, quando “il tetto al contante era 5mila euro. Più fai salire il tetto al contante meno favorisci l’evasione”, dice Meloni nella diretta su Facebook. “Abbiamo aumentato il tetto al contante banalmente perché il tetto al contante sfavorisce la nostra economia e crea problemi alla nostra economia perché noi – sottolinea la premier – siamo in un mercato europeo e il tetto al contante ha senso solo se ce l’hanno tutti. La Germania non ha un tetto al contante, non lo ha nemmeno l’Austria. Gli stranieri che hanno contanti – dice – magari preferiscono spenderli in altre nazioni perché in Italia non si può fare”. 

“Sull’obbligo di pos – continua Meloni -, ci si accusa ‘volete impedire di pagare con moneta elettronica, volete favorire l’evasione’. Si sta valutando di non obbligare i commercianti ad accettare il pagamento con pos per piccoli importi: noi fino a 60 euro non vorremmo obbligare, ma quella di 60 euro è una soglia indicativa, può essere anche più bassa, su questo – spiega – c’è una interlocuzione in corso con l’Ue”. 

Nella manovra varata dal governo, continua la presidente del Consiglio, “ci sono segnali chiari”, a partire dal messaggio “del non disturbare chi vuole fare”. Su molte decisioni assunte “la sinistra non è d’accordo: menomale. Se fossero d’accordo, allora ci sarebbe qualcosa che non va”, sottolinea. “Difendere le aziende strategiche italiane è quel che faremo”, assicura quindi la premier. 

Riguardo alle polemiche dopo le modifiche, “non credo che chi ha realizzato il Reddito di cittadinanza intendesse assicurarlo dai 18 anni fino alla pensione di cittadinanza. Se non era questo l’obiettivo, forse devi considerare che qualcosa non ha funzionato. Tra le cose che ho sentito è che ‘la Meloni ci toglie il reddito e ci costringe ad andare a rubare’. Tra percepire il reddito e andare a rubare – dice la premier – c’è un’opzione che è quella di andare a lavorare, forse dovresti prenderla in considerazione. Più percepirai il Reddito più sarai povero e difficile da reinserire nel lavoro. Io voglio regalare la dignità del lavoro a persone che non meritano di essere mantenute”. 

“Voglio aiutare persone a uscire dalla povertà con il lavoro: il lavoro porta ovunque, il Reddito di cittadinanza ti tiene dove sei, non c’è scampo”, dice ancora Meloni. 

Sul fronte sicurezza, invece, “ci siamo occupati della questione dei rave illegali. In Italia – sottolinea Meloni – è difficile con il governo attuale organizzare un rave illegalmente e le regole si rispettano. Quell’Italia nella quale lo Stato vessa le persone per bene e fa finta di non vedere chi agisce nell’illegalità è finita”. 

Per quanto riguarda invece le misure del governo per Kiev, “noi – dice Meloni – abbiamo difeso e continueremo a difendere l’Ucraina, ma non scaricheremo sui cittadini italiani i costi delle nostre scelte a livello internazionale”. L’ultimo Consiglio dei ministri ha varato un provvedimento “che ci ha consentito di garantire la sopravvivenza, la continuità produttiva della raffineria di Priolo, un’azienda che con l’indotto coinvolge circa 10mila lavoratori in una terra come la Sicilia: l’abbiamo messa in sicurezza. La Lukoil continuerà a produrre grazie ai provvedimenti del governo: queste 10mila persone continueranno a lavorare. Una materia strategica come quella che riguarda il petrolio che rischiava di finire nel calderone delle sanzioni contro la Russia”, illustra il presidente del Consiglio. 

(Adnkronos)