(Adnkronos) – I rapporti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella? “Sono ottimi, anzi lo ringrazio perché non fa mai mancare il suo sostegno, non tanto al governo ma alla nazione. E’ un rapporto che gestiamo personalmente e direttamente, e quindi diciamo che quelli che brigano per cercare di comprometterlo temo che rimarranno delusi”. Così la premier in un’intervista ad Agorà, su Rai3.
Continua Meloni: “Dopodiché, che cosa vedo io? Vedo una sinistra allo sbando, che cerca di schermarsi dietro la benevolenza del Presidente della Repubblica, che è una figura unificante, perché non sa come spiegare la sua contrarietà a una riforma che vuole banalmente consentire agli italiani di scegliere direttamente da chi farsi governare. E quindi loro, non sapendo come dire che preferiscono fare i governi all’interno del palazzo, cercano altre tematiche, altre ragioni, ma non regge”, sottolinea.
Il presunto tentativo “di schermarsi dietro la benevolenza del presidente della Repubblica” per attaccare il premierato “non regge perché questa riforma costituzionale, in ogni caso, entrerà in vigore nella prossima legislatura. Praticamente, tra una cosa e l’altra, nel 2028. Ora, nel 2028 sono contenta che la sinistra dia per scontato che ci sarà ancora Giorgia Meloni, si vede che non si vedono proprio messi benissimo… Ma insomma, non lo darei per scontato. E dico di più: nel 2028 anche il mandato del presidente Mattarella sarà verso il termine, quindi questa riforma non riguarda né Giorgia Meloni né Sergio Mattarella”. Il premierato “non riguarda il presente: questa è una riforma sul futuro della nazione ed è su questo che gli italiani saranno chiamati a decidere che cosa vogliono fare”, rimarca Meloni.
“Io rinuncerei, e rinuncerò, alla guida della nazione quando dovessi rendermi conto che non ho più il consenso dell’italiani per farlo, perché questa non è una vita che si può fare senza ragione, non è una cosa che tu fai per te stesso. O almeno non io. Ho conosciuto qualcuno che diceva “poi quando lo vedi com’è…“, adesso che l’ho visto, e anche peggio. E’ una cosa che si fa, che io sto cercando di fare al meglio, ma devi sapere che lo stai facendo per qualcuno. Devi sapere che qualcuno ci crede con te. Quindi non potrei farlo se mi rendessi conto che non ho più il consenso degli italiani per farlo. Non potrai più farlo se non avessi più la libertà di farlo come io ritengo che vada fatto. Cioè la libertà di incidere: non sto qua a sopravvivere. Non tutto riesce perfettamente, non sempre diciamo vinci, però devo sapere che stai cambiando qualcosa”, dice ancora la premier.
“Oggettivamente l’Italia lo scorso anno è cresciuta più della media europea, una cosa che non si vedeva da moltissimo tempo. In una situazione di estrema difficoltà, l’Italia sta dando buona prova di sé. Vuol dire che va tutto bene? No. Vuol dire che le nostre politiche danno risultati migliori di quelle che abbiamo visto prima? Probabilmente si”, spiega ancora commentando un recente articolo sul Financial Times e snocciolando alcuni numeri di quest’anno.
Alle elezioni europee “per me – spiega la premier – una vittoria sarebbe confermare i voti che mi hanno portato a Palazzo Chigi un anno e mezzo fa, e sarebbe cosa non facile: non accade spesso che dopo un anno e mezzo chi è il governo possa confermare quel consenso. Ma è sicuramente un obiettivo al quale punto”.
Sul fronte dell’opposizione, “non mi permetterei di dare consigli a Elly Schlein. Io posso avere una speranza, mettiamola così… Ho visto una sinistra che negli anni ha preferito sempre lavorare sulla demonizzazione dell’avversario, invece credo che la politica italiana abbia bisogno di riportare il confronto, anche quando aspro e aspro deve essere, su una dimensione di rispetto e di riconoscimento reciproco. Perché quando lavori sulla presunta impresentabilità, sulla demonizzazione dell’avversario, alla fine quando cerchi di trascinare la politica nella lotta nel fango, ci perdono le istituzioni. Io ho rispetto per Schlein, quindi forse lei è la persona che da quella parte della barricata, se la vogliamo chiamare così, spero voglia davvero imprimere un cambiamento in questo”.
Sull’inchiesta di Perugia sul presunto dossieraggio “sono assolutamente convinta che conosciamo la punta di un iceberg e sono, più che preoccupata, molto indignata di qualcosa che purtroppo aleggiava. Insomma abbiamo visto, particolarmente in quest’anno, le cose a orologeria, le paginate…”.
“Io penso che su questa storia bisogna andare fino in fondo, penso che la questione sia molto più ampia, penso che ci siano stati gruppi di potere che hanno utilizzato informazioni riservate per fare interessi propri, penso che non sia possibile che è una cosa così accada in Italia. E quindi bisogna andare fino in fondo, bisogna tirare fuori tutti i responsabili e soprattutto i loro mandanti”.
“La sinistra si è indignata perché gli ho detto che le tasse non sono una cosa bellissima: lo confermo. Le libere donazioni sono una casa bellissima, i prelievi imposti per legge non sono una cosa bellissima e a maggior ragione, proprio perché non sono una casa bellissima, bisogna utilizzare al meglio i proventi di quella tassazione. Ho sentito anche la leader del PD dire “la sanità è una cosa bellissima che si paga con le tasse“. Sono d’accordo che mettere risorse sulla sanità sia importante, ma le lezioni anche no perché è stato questo governo a portare il fondo sanitario al suo massimo storico”, dice Meloni.
La premier rivendica il record di recupero dall’evasione, snocciolando ancora una volta i numeri dell’Agenzia delle Entrate: “se noi che abbiamo fatto questi numeri siamo amici degli evasori, chi c’era prima di noi e quei numeri non li ha fatti cosa dovrebbe essere?”.