(Adnkronos) – “Non è una situazione facile”, ma “sono ottimista, l’Italia è in una situazione più solida di quanto si voglia far credere”. E’ quanto ha detto Giorgia Meloni in diretta sui social, facendo un bilancio dei primi 100 giorni a palazzo Chigi. “L’Italia si trova oggi in un contesto molto difficile, lo sappiamo, forse ci troviamo in una congiuntura economica che è la peggiore dal Dopoguerra. Abbiamo avuto una pandemia, c’è il conflitto in Ucraina, c’è stato l’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime, rischiamo una crisi alimentare, c’è l’aumento dei flussi migratori”.
IL BILANCIO – “Il bilancio di questo lavoro” a palazzo Chigi, ”che è una maratona e non sono certo i cento metri, lo voglio tirare alla fine di questo percorso. Io posso dire che sono ottimista” aggiunge Meloni in diretta sui social parlando dei primi 100 giorni alla guida del governo.
”In questi giorni e settimane, ovviamente, abbiamo lavorato su molte altre cose, ma non ne voglio parlare fino a quando non saranno definitive e strutturali. Sia chiaro: le risposte strutturali, che non sono spot, richiedono lavoro e precisione. Io ho visto governi che avevano questa necessità di comunicare ogni giorno un’iniziativa diversa, spesso però quelle iniziative non erano soluzioni. Ecco, io vorrei lavorare sulle soluzioni”.
RIFORMA GIUSTIZIA – “Ho lungamente parlato con il ministro Nordio nei giorni scorsi, che è impegnato a lavorare su una riforma seria e ampia della giustizia” ha detto Meloni. Una riforma, spiega, ”che possa garantire tempi certi e un sistema efficiente”. “In questi giorni si è parlato tanto sui giornali della cosiddetta procedibilità d’ufficio e abbiamo deciso di intervenire. Il ministro Nordio è impegnato a lavorare su una riforma della giustizia che possa garantire, da una parte i tempi certi e un sistema efficiente, dall’altra il massimo delle garanzie per chi è sotto processo e indagine. Ma dall’altra parte si vuol garantire anche il massimo delle garanzie che quando vieni dichiarato colpevole sconti la pena. Questo è il modello che noi abbiamo in mente sul quale abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare”.
Il governo, ha detto il presidente del Consiglio, punta a “garantire la certezza del diritto e della pena. Perché questo è uno Stato nel quale piano piano si è continuato a picconare il nostro sistema penale, magari perché i tempi della giustizia erano troppo lungi o c’era il problema del sovraffollamento carcerario e la percezione che spesso i cittadini hanno avuto è stata quella di uno Stato non presente, di una giustizia non efficiente”.